Piano Juncker - piattaforma italiana in rampa di lancio

Il quadro dei nuovi progetti è stato illustrato durante un evento allo Spazio Europa

Author: Oberau-Online / photo on flickr

L’Italia ha già pronta una piattaforma di progetti, che saranno sottoposti al fondo Efsi per entrare nel perimetro dello schema di garanzie della Commissione: si concentreranno su infrastrutture, banda larga, energia, piccole e medie imprese. E’ quanto emerso nel corso dell’evento sul piano Juncker, i fondi Ue e i partenariati pubblico privato di questa mattina allo Spazio Europa. Il lavoro sul nuovo plafond procede e metterà al centro i progetti che, altrimenti, avrebbero difficoltà a trovare finanziamenti, perché sono al di sotto dell’investment grade.

Scalera (Mef): il piano avanza veloce

A fare il punto sul lavoro che sta facendo l’Italia è stato Stefano Scalera, consigliere del Ministero dell’Economia. “Il piano avanza veloce, non è fermo come dice qualcuno. I paesi, compresa l’Italia, stanno presentando i loro progetti, mentre la Bei prepara il terreno alla struttura dell’Efsi, che è in fase di completamento. Sarà importante arrivare per primi”. Per questo il Governo ha già pronti alcuni progetti di grandi dimensioni, da far accedere allo schema di garanzie. “Stiamo lavorando prevalentemente su energia, infrastrutture, trasporti, digitale e Pmi”. Anche se, come ha sottolineato Alessandro Porzio dell’Agenzia per la Coesione territoriale, “le risorse dovranno essere addizionali rispetto alla spesa ordinaria dello stato e non sostitutive, altrimenti si minimizza il loro effetto”.

Pettenati (Bei): profili di rischio sotto investment grade

Il decollo dell’Efsi è legato anche al lavoro che sta facendo la Banca europea per gli investimenti, come ha spiegato Francesco Pettenati, consigliere del vicepresidente della Bei: “La Bei ha cominciato a costituire un portafoglio di progetti e ha già approvato finanziamenti per circa 3,5 miliardi con una concentrazione, per ora, su progetti energetici”. Al di là dei settori, però, i progetti dovranno rispettare profili di rischio particolarmente elevati, che giustifichino l’intervento delle garanzie pubbliche. “L’obiettivo è poter attivare la Bei su profili di rischio sotto l’investment grade - prosegue Pettenati -. Ci possono essere progetti e finanziamenti ben al di sotto, come anche progetti a livello di investment grade”.

Bini Smaghi (Cdp): accordo con Bei per il supporto tecnico alle imprese

Dal punto di vista operativo, sarà strategico il ruolo della Bei, come dice Bernardo Bini Smaghi, responsabile business development della Cdp e presidente F2I: “Attiveremo delle piattaforme a disposizione delle imprese, che saranno fondamentali per spingere e supportare a livello tecnico le loro attività. In questo senso, firmeremo con la Bei un accordo per sostenere i progetti sotto il profilo tecnico”. Cdp metterà sul piatto otto miliardi di risorse che, sottolinea Bini Smaghi, “non saranno debito pubblico”.

Gaggi (Abi): banche complementari rispetto a Cdp e Bei

Resta, comunque, importante il ruolo delle banche e la fattibilità degli interventi, come dice Pierfrancesco Gaggi, responsabile del servizio relazioni internazionali dell’Abi. “Guardiamo ai settori che presenteranno progetti con migliori criteri di fattibilità. Fortunatamente, il piano Juncker andrà a impattare su una situazione di ripresa economica. Negli ultimi anni il credito è spesso stato di rinegoziazione di debiti precedenti, adesso assistiamo anche a nuove iniziative. Senza dimenticare i tassi di interesse ai minimi storici”. Le banche saranno “complementari rispetto ai fondi Bei e a quelli della Cdp. Abbiamo già una prassi operativa che ci permette di guardare con tranquillità a quello che succederà”.

Rughetti: in arrivo i decreti attuativi della delega

Ma non ci sono solo le risorse. Sul fronte delle procedure, il Governo “ha cercato di semplificare il percorso che porta all’attivazione degli investimenti”, come ha spiegato il sottosegretario al ministero della Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti. “Alcune innovazioni in attuazione della delega Pa, come la nuova conferenza di servizi e il codice standardizzato delle procedure ci consentiranno di ottenere una riduzione dei tempi pari a circa il 60 per cento”. Interventi che arriveranno a breve. “Entro febbraio il CdM approverà i decreti attuativi della delega”.