Strategia aree interne: fondi Ue e nazionali per sviluppo locale

Author: _Blaster_ / photo on flickr L'Unità di valutazione degli investimenti pubblici (UVAL) pubblica la Strategia nazionale per le aree interne, cofinanziata dai fondi europei 2014-2020.

Obiettivi

L'obiettivo della Strategia è migliorare l'accessibilità a servizi essenziali quali istruzione, mobilità e sanità nei territori interni rurali spesso oggetto di abbandono e marginalizzazione, con la conseguente perdita di risorse ambientali e culturali.

In particolare, il documento punta a:

  • aumentare il benessere della popolazione locale;
  • aumentare la domanda locale di lavoro e l’occupazione;
  • aumentare il grado di utilizzo del capitale territoriale;
  • ridurre i costi sociali della de-antropizzazione
  • rafforzare i fattori di sviluppo locale.

Per raggiungere questi obiettivi, la Strategia nazionale parte da un numero limitato di aree, una per Regione, in cui promuovere lo sviluppo attraverso progetti finanziati dai fondi europei (FESR, FSE, FEASR, FEAMP) e assicurare i servizi di salute, istruzione e mobilità a valere su risorse nazionali.

Classi di azioni

Per quanto riguarda la classe di azioni relativa a sanità, scuola e mobilità, la strategia prevede:

  • la riorganizzazione dei servizi sanitari pubblici, a cominciare dagli ospedali,
  • interventi per migliorare la qualità dell'insegnamento, dell'offerta scolastica e delle dotazioni infrastrutturali e tecnologiche,
  • il potenziamento dell’offerta di mobilità, nel rispetto della sostenibilità ambientale.

La seconda classe di azioni comprende i Progetti di sviluppo locale finanziati dai fondi Ue, che possono riguardare gli ambiti:

  • tutela del territorio,
  • valorizzazione delle risorse naturali e culturali e turismo sostenibile,
  • sistemi agro-alimentari e sviluppo locale,
  • risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile,
  • saper fare e artigianato.

Procedure

L'istruttoria per l'individuazione delle aree interne oggetto del piano è partita per tutte le Regioni italiane. Una volta selezionate le aree, la realizzazione degli interventi passerà per appositi Accordi di Programma Quadro (APQ) fra Enti locali, Regioni e Amministrazioni centrali. L’APQ è dotato di un Comitato di coordinamento (composto dai soggetti sottoscrittori), da una Segreteria tecnica (guidata dall’Amministrazione di coordinamento, con la partecipazione anche di soggetti delle Amministrazioni locali) e da un Team di campo (specialisti del tema oggetto dell’intervento che lavorano anche sul campo).

Ciascun territorio individuato, inoltre, entrerà a far parte di una Federazione di progetti per le aree interne, che offrirà servizi di monitoraggio, valutazione in itinere e assistenza e agevolerà lo scambio di buone pratiche.

A stabilire obiettivi ed entità delle risorse da destinare alle aree interne, a valere sui POR e sui PSR, sono le Regioni, mentre i Comuni, in forma aggregata, rappresentano l’unità di base del processo di decisione politica sui progetti di sviluppo.

I Comuni possono dare base istituzionale ad alcuni progetti ricorrendo al CLLD (Community Lead Local Development), uno strumento previsto dai regolamenti europei per perseguire finalità di sviluppo locale integrato su scala sub-regionale con il contributo di attori privati.

Inoltre, attraverso gli Investimenti territoriali integrati (ITI) è possibile attingere a fondi relativi ad almeno due Assi prioritari differenti nello stesso o in diversi Programmi operativi per realizzare interventi infrastrutturali e opere pubbliche.

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Strategia nazionale per le aree interne

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