MEF - Per gli acquisti pubblici arriva il benchmark CONSIP

Il ministro dell’Economia, insieme all’Anac, verificherà che tutte le amministrazioni italiane, nell’acquisto di beni e servizi, non superino i limiti dei benchmark Consip.

foto: t. barchielli

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E’ questo l’obiettivo del decreto che il MEF, in attuazione dell’ultima legge di Stabilità, ha da poco girato all’Anticorruzione per un parere. E che, a breve, sarà pubblicato, dando vita a un’operazione di revisione della spesa delle Pa, Comuni in testa, che potrebbe portare risparmi compresi tra gli 1,5 e i 2 miliardi di euro.

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Gli obblighi delle Pa

Già adesso, almeno in teoria, le pubbliche amministrazioni, sia centrali che locali, dovrebbero approvvigionarsi tramite Consip per i beni e servizi presenti nelle convenzioni quadro della società. Si tratta di prodotti che coprono buona parte degli acquisti della Pa: parliamo, ad esempio, di carburanti, contratti telefonici, energia, buoni pasto, arredi, veicoli, personal computer, software, stampanti. La differenza tra la teoria e la pratica, però, è molta.

Le soluzioni delle Pa

Il motivo è che spesso le amministrazioni giustificano acquisti fatti in autonomia con la necessità di approvvigionarsi di prodotti con caratteristiche particolari, non presenti negli elenchi di Consip. In questo modo, dribblano i loro obblighi e, molto spesso, spendono più di quello che avrebbero potuto fare passando dalla società del Mef. I prezzi di Consip, infatti, sono in media inferiori del 17% a quelli spuntati dalle Pa per altre strade.

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Il benchmark

Per ovviare a questo problema, l’ultima manovra ha elaborato un meccanismo di benchmark. In sostanza, un decreto del ministero dell’Economia indicherà, per ogni prodotto presente negli elenchi della Consip, due elementi fondamentali. Ci saranno, anzitutto, le caratteristiche che ogni prodotto deve avere e dalle quali le Pa non potranno discostarsi. Se vorranno farlo, dovranno giustificare la loro esigenza particolare in maniera credibile.

Il parametro Consip

Accanto alle caratteristiche dei diversi beni e servizi, sarà sempre indicato un prezzo, parametrato sugli standard Consip. Il ragionamento è che l’alternativa della società del Mef deve essere quella obbligata. Chi vuole procedere agli acquisti in modo autonomo potrà farlo, ma senza superare i tetti indicati dal decreto del ministero. E, quindi, senza spendere di più di quello che avrebbe fatto con Consip.

Le sanzioni Anac

Per i Comuni questo complesso di regole potrebbe tramutarsi in una gigantesca tagliola. Se, infatti, qualche amministrazione dovesse sforare i limiti imposti dal decreto senza giustificazioni, potrà essere ammonita dall’Anac. L’Autorità anticorruzione, fatte le proprie verifiche, avrà a disposizione una sanzione parecchio efficace: potrà deferire alla Corte dei conti la Pa inadempiente per danno erariale. Sul tema è stato appena sottoscritto in protocollo di intesa tra Mef, Consip e Anac.

Risparmi per due miliardi

La previsione, con questo nuovo strumento, è di riuscire a totalizzare risparmi compresi tra gli 1,5 e i 2 miliardi di euro all’anno. Non si tratta di numeri difficili da realizzare, conti alla mano. Basta pensare che, ad esempio per le fotocopiatrici, si sfonda ampiamente il muro del 17% di prezzo più basso: si arriva addirittura al 43 per cento di differenza. Per i personal computer si può arrivare al 20 per cento. Il monte di spesa pubblica aggredibile, in questo caso, vale circa 60 miliardi di euro.