Brexit - Borse, speculazione, imprese: tutte le conseguenze

Non ci sarà un impatto forte e diretto sulle nostre imprese, che sono tra quelle con meno rapporti con la Gran Bretagna. 

Daniela Hartmann (alles-schlumpf3

> Brexit - Cosa succede ai fondi Ue e alle politiche di coesione

> Brexit - Eurofer, se vince il leave duro colpo per acciaio Ue 

Il colpo che potrebbe arrivare da altri lati potrebbe però essere fortissimo. Per l’Italia la preoccupazione più forte, allora, arriva dalla speculazione, dagli spread, dalla liquidità per le banche, dalle borse. C’è lo scudo del Quantitative easing della Bce a proteggerci, ma non è chiaro se sarà sufficiente.

L'impatto sui mercati

La questione principale riguarda l’impatto sui mercati. In questo caso, anzitutto, bisogna valutare il fatto che nei giorni scorsi tutti gli esperti avevano scommesso sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea. Quindi, ci sarà una grande e improvvisa volatilità del rendimento dei titoli di Stato.

L'aumento degli spread

In questo senso è probabile l’aumento dello spread tra i nostri bond e i bund tedeschi: la previsione è che si andrà verso quota 150 o 170 in tempi rapidi e, nel giro di poco, si potrebbe superare quota 200. Questo potrebbe avere un impatto negativo anche sui mutui con tasso variabile e sui conti delle banche, che tipicamente hanno molti titoli di Stato in pancia.

I Paesi periferici

L’impatto più negativo, in generale, è atteso sui paesi periferici, come l’Italia ma anche la Spagna, la Grecia, il Portogallo e l’Irlanda. Questi, in caso di speculazione, sarebbero esposti a conseguenze molto negative. Anche se andrà considerato il peso che avrà il Quantitative easing della Bce, in grado di proteggere i governi da stravolgimenti troppo violenti.

Le rassicurazioni della Bce

Non è un caso, allora, che le prime rassicurazioni, subito dopo la Brexit, siano arrivate dalla Bce sul ruolo delle banche. “Le banche dell'Eurozona sono resilienti in termini di capitale e liquidità” per far fronte alla Brexit. L’istituto centrale di Francoforte ha evidenziato di essere “in stretto contatto con le banche e i rispettivi organi di controllo”. Gli uffici tecnici di Mario Draghi stanno “monitorando con molta attenzione” l'andamento dei mercati. In caso di necessità, sarà immediatamente iniettata liquidità.

Terremoto sulle Borse

A valle di questo, è già in corso un terremoto sulle Borse. C’è stato prima un crollo di Tokyo e Shangai, al quale ha fatto seguito il caos su tutti i listini dell’Asia. In Europea, in giornata, sta avvenendo lo stesso, proprio a partire da Londra e da Milano, Madrid e Parigi, senza particolari eccezioni.

I beni rifugio

La conseguenza attesa di tutte queste spinte sarà una corsa ai cosiddetti “beni rifugio”. Non è un caso che la valutazione dell’oro, a poche ore dalla Brexit, abbia fatto registrare una pesante fiammata. Discorso simile per il bund tedesco a dieci anni, che ormai veleggia stabilmente verso record minimi, ampiamente sotto la soglia dello zero. Sul fronte delle valute, oltre a un violento calo della sterlina, si sta registrando una forte domanda per il dollaro americano e lo yen giapponese.

Conseguenze oltre la finanza

Dal punto di vista delle conseguenze economiche che vanno oltre la finanza, bisogna tenere presente quello che ha scritto pochi giorni fa l’agenzia di rating Standard & Poor’s: Italia e Austria sono i due Paesi in assoluto meno esposti agli effetti della Brexit. Questa stima dipende, in sostanza, dai flussi di beni e servizi tra i due Paesi. Quelli messi decisamente peggio sono Irlanda e centri finanziari come Malta, Lussemburgo e Cipro. Tra i Paesi mediterranei, dovrebbe soffrire soprattutto la Spagna.

L'impatto sui cittadini

Un impatto piuttosto duro ci sarà, invece, dal lato dei cittadini. Anche se bisogna precisare che il processo di uscita e rinegoziazione dei trattati sarà piuttosto lungo, dai due ai cinque anni. Con l’uscita la Gran Bretagna diventa un Paese terzo. Per questo motivo, tutti gli studenti universitari presenti in Gran Bretagna saranno messi sullo stesso piano di quelli extra europei e non avranno più diritto all’assistenza sanitaria gratuita. Per i turisti, poi, ci saranno code più lunghe all’aeroporto.