Manca un programma UE per i professionisti

European Court of Auditors, Foto di de:Euseson Quasi per nulla coinvolti ai tavoli di concertazione dei programmi nazionali e regionali per l'utilizzo dei fondi UE 2014-2020, i professionisti sono assenti anche nei programmi di sviluppo gestiti direttamente dalla Commissione Europea.

Un regolamento UE li equipara alle imprese, ma ciò non significa che le misure di intervento previste dai vari programmi di questo settennato siano consoni alle esigenze delle categorie professionali.

I 2 Convegni fondi UE 2014-2020 e Professionisti organizzati di recente da FASI.biz a Roma e Milano hanno l'obiettivo di avviare un confronto tra categorie professionali e istituzioni, per comprendere come è possibile migliorare la collaborazione.

Il Direttore della Commissione Europea a Roma, Lucio Battistotti, ha evidenziato alla conferenza come Erasmus sia il programma che maggiormente fa sentire gli studenti cittadini europei, e contribuisca quindi all'integrazione della UE.

Un programma UE analogo per i professionisti, coinvolti in quasi tutte le attività economiche e sociali dei paesi europei, non sarebbe da meno.

Non c'è ente, impresa, associazione o semplice cittadino che non si avvalga di un professionista quando deve progettare una riqualificazione urbana sul suo territorio, pagare le tasse, tutelare un brevetto, stipulare un contratto, costruire un ponte, assumere un dipendente o ristrutturare la sua casa.

I professionisti sono i primi soggetti ad essere consultati quando ci si accinge a fare, investire, programmare, costruire. Sono coloro in cui è riposta fiducia.

Il loro supporto al sistema produttivo, economico e sociale di ogni economia è fondamentale: dagli adempimenti contabili, fiscali, previdenziali dei commercialisti alla assurda burocrazia amministrativa che affrontano architetti e ingegneri, fino alle eterne – almeno nel nostro paese – procedure per concludere contratti di appalto e infrastrutture, che spesso diventano lunghe cause per gli avvocati.

Un maggiore coinvolgimento dei professionisti nella definizione dei programmi e nella scrittura dei bandi è dunque auspicabile. E non facciamone una colpa ad entrambe le parti, istituzioni e professionisti, per non averci pensato fino ad oggi. Ora è solo il momento di concentrarsi su come utilizzare al meglio i 130 miliardi di euro che il nostro paese ha nel 2014-2020 per promuovere la crescita.

I commercialisti, attraverso le parole del vicepresidente dell'Ordine di Milano, Marcello Guadalupi, si sono detti disponibili a fare squadra per migliorare la spesa dei fondi. Le altre categorie non credo si tireranno indietro.