Mezzogiorno: rapporto SVIMEZ sull’economia

EuroPopolazione, mercato del lavoro, finanza pubblica e criminalità. Sono solo alcuni dei temi affrontati nell’ultimo rapporto SVIMEZ sull’economia nel Mezzogiorno 2013.

Il rapporto, realizzato dall’Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno (SVIMEZ), prende in considerazione diversi aspetti dell’economia del Sud Italia, dagli andamenti economici generali ai motori di crescita per la ripresa economica del Mezzogiorno, con l’intento di contribuire ad una consapevole identificazione delle condizioni e delle sfide da affrontare per lo sviluppo delle regioni meridionali.

Andamenti economici generali

Secondo il rapporto, nel 2013 nel Mezzogiorno il Pil è crollato del 3,5%, accrescendo la flessione dell’anno precedente (-3,2%), con un calo di quasi due percentuali in più rispetto al Centro-Nord (-1,4%).

In termini di investimenti fissi lordi, nel 2013 è stato registrato un calo maggiore al Sud (-5,2%) rispetto al Centro-Nord (-4,6%). I settori più colpiti al Sud sono stati: industria (-53,4%), agricoltura (-44,6%) e costruzioni (-26,7%).

Popolazione e mercato del lavoro

Nel 2013 gli occupati in Italia sono stati 22 milioni 420mila unità, con una diminuzione rispetto al 2012 del 2,1% (-4,6% nel Mezzogiorno, -1,2% nel Centro-Nord). Nel secondo trimestre del 2014, il Sud ha perso 170mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente, contro i 41mila nel Centro-Nord.

Guardando ai settori, in agricoltura l’occupazione al Sud è diminuita del 4,1%, del 7,5% nell’industria (di cui -3,9% nell’industria in senso stretto e -13,1% nelle costruzioni), del 3,7% nei servizi.

Finanza pubblica

La quota di spesa in conto capitale del Mezzogiorno in percentuale sul totale nazionale nell'ultimo biennio si è fermata al 35%, molto distante da quel 45% individuato come essenziale per garantire un adeguato impatto addizionale tale da attivare una dinamica di convergenza.

Rischio desertificazione industriale

Nel 2013, in Italia il valore aggiunto dell'industria in senso stretto è diminuito del 3,2%, un calo molto più grave di quello registrato negli altri paesi europei (in media -0,2%, a fronte del -1,1% del 2012). Nel Centro-Nord la variazione tendenziale è stata del -2,6% nel 2013, mentre nel Mezzogiorno è stata del -6,7%.

Dal 2007 al 2011 le aree Convergenza dell'Italia, tutte al Sud, hanno registrato un crollo del valore aggiunto dell'industria del 6%, a fronte di un incremento dell'1,5% nelle aree Convergenza dell'Ue. Da questi dati emergono le difficoltà del Sud non solo nel recuperare il ritardo strutturale nei confronti delle regioni del Centro-Nord, ma anche nel competere con le altre regioni europee meno avanzate.

Criminalità

Nel rapporto viene analizzato anche l’impatto delle organizzazioni criminali sull’economia del Mezzogiorno, dove queste organizzazioni continuano ad operare controllando il territorio. Il rapporto individua tre modi con cui le organizzazioni criminali realizzano profitti:

  • l’usura;
  • la concorrenza sleale;
  • la collaborazione con le imprese fuori dal circuito mafioso che scelgono espressamente di entrarvi per realizzare maggiori profitti.

Proposte SVIMEZ

Per favorire la ripresa del Sud Italia, SVIMEZ propone: il rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Sud, una fiscalità di compensazione, l'esclusione del cofinanziamento nazionale per le spese di investimenti dal computo del rapporto deficit-Pil.

Nello specifico, la strategia di sviluppo nazionale dovrà concentrarsi su 4 drivers:

  1. rigenerazione urbana,
  2. rilancio delle aree interne,
  3. creazione di una rete logistica in un’ottica mediterranea,
  4. valorizzazione del patrimonio culturale.

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Rapporto SVIMEZ

Photo credit: Janitors / Foter / CC BY