Appalti - Ance, caos subappalto: il mercato frena

E’ rischio blocco sul subappalto. Lo ha spiegato il vicepresidente Ance con delega alle Opere pubbliche, Edoardo Bianchi nel corso di un convegno organizzato presso l’associazione dei costruttori venerdì mattina a Roma.Author: Ralf Scharte / photo on flickr

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Le norme del nuovo Codice appalti che regolano la procedura, rispetto al passato, sono eccessivamente restrittive e ingessano le imprese. Previsioni come il tetto al 30% o la terna di nominativi da allegare all’offerta potrebbero avere un impatto negativo sul mercato. Tanto che, nei primi mesi dell’anno, è atteso un netto calo dei bandi.

Le molte ombre del Codice

Bianchi, parlando del nuovo Codice, è stato molto duro e ha spiegato che presenta “qualche luce e molte ombre”. Ci sono, cioè, alcuni aspetti positivi, a partire dalle grandi responsabilità affidate all’Anac di Raffaele Cantone. Ma anche parecchie criticità che rischiano di ingessare eccessivamente il mercato degli appalti pubblici.

Il calo dei bandi

E i numeri lo dicono chiaramente. Nei primi mesi dell’anno, secondo le stime dei costruttori, il calo dei bandi è stato in doppia cifra. Addirittura, se non ci fosse stata la corsa alle ultime pubblicazioni prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice, la riduzione sarebbe stata del 30% rispetto all’anno precedente. E’ evidente, allora, che il 2016 rischia di essere pesantemente minato dall’attivazione del Dlgs n. 50 del 2016.

I rischi del subappalto

Il problema, infatti, è che ci sono diverse norme che freneranno molto le stazioni appaltanti. La prima è certamente il subappalto. Come ha spiegato Bianchi: “Sul subappalto è venuta fuori una previsione che è il frutto di un compromesso assurdo”. I problemi, nello specifico, sono due. Il primo è il tetto del 30% per l’applicazione del subappalto, da utilizzare per tutto l’importo e non solo per la categoria prevalente, come in passato. Il secondo è l’obbligo di indicare tre nominativi di subappaltatori in fase di offerta. Per i costruttori è un’altra previsione che limita la concorrenza e potrebbe portare grandi problemi in fase applicativa.

L'offerta economicamente più vantaggiosa

Ma ci sono anche dubbi sull’offerta economicamente più vantaggiosa. Per Bianchi “ci sono stazioni appaltanti che non sanno come fare una gara di manutenzione”. La questione è che al di sopra del milione di euro, con il nuovo Codice, bisogna sempre usare l’offerta economicamente più vantaggiosa al posto del massimo ribasso. Per alcune tipologie di lavori, però, è difficile trovare criteri di aggiudicazione adatti. Succede, ad esempio, per le gare più semplici, come le manutenzioni stradali. La soglia di un milione, insomma, andrebbe elevata.

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Il tetto della trattativa privata

Ma ci sono problemi anche sulle procedure negoziate. Anche in questo caso sarà possibile utilizzarle fino al limite di un milione di euro. “Se non fissiamo delle regole chiare su come fare queste procedure – ha detto ancora Bianchi – c’è il rischio che molti responsabili degli uffici gare abbiano problemi con la giustizia. Dobbiamo riflettere bene sull’opportunità di aumentare così tanto i poteri discrezionali delle stazioni appaltanti”. Le linee guida dell’Anac, sul punto, potrebbe intervenire in aiuto delle Pa, fissando regole sulle modalità di rotazione degli inviti e sulla composizione degli elenchi.