Formazione - MIUR, fondi UE per ITS

UniversitàIn arrivo 25 milioni di euro per il rilancio degli Istituti tecnici superiori post diploma.

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Per il rilancio degli ITS, gli Istituti tecnici superiori post diploma alternativi all'università, il governo, scrive oggi il Sole 24 Ore, intende annunciare lo stanziamento di 25 milioni di euro provenienti dai fondi europei (PON). Superati tutti gli ostacoli burocratici, si legge sul quotidiano finanziario, il Miur, Ministero dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca, "è pronto a mettere sul piatto, con un progetto biennale, un finanziamento aggiuntivo" rispetto ai 13 milioni di euro ordinari previsti per ogni anno.

La "fetta più consistente" di queste risorse, pari a 21 milioni, servirà, scrive il Sole 24 Ore, per promuovere, attraverso l'uso di voucher, stage e tirocini in ambito interregionale o all’estero, organizzati dalle Fondazioni ITS e coerenti con il percorso formativo dello studente.

Le restanti risorse verranno utilizzate, invece, per "azioni di sistema" (per supportare governance e programmazione delle attività didattiche) e "interventi di formazione mirata" per presidi e personale scolastico.

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Accederanno ai voucher per la "formazione terziaria non accademica" i ragazzi iscritti agli ITS che abbiano frequentato positivamente il primo semestre, con un ISEE (Indicatore di Situazione economica Equivalente) non superiore ai 25mila euro. Ogni istituto capofila potrà presentare i progetti. Il massimale per stage/tirocini in ambito interregionale, continua il Sole 24 Ore, è stato fissato a 42.300 euro; per stage/tirocini all'estero, invece, il tetto del finanziamento viene elevato a 128.250 euro.

"Vogliamo spingere sugli ITS", ha affermato il sottosegretario di Stato al Miur Gabriele Toccafondi. Il Ministero punta a qualificare la formazione dei ragazzi sul campo, che è "molto apprezzata dalle aziende".

"La scelta di investire sugli ITS è condivisibile", ha commentato il vicepresidente per il Capitale umano di Confindustria Giovanni Brugnoli, il quale ha ricordato, però, che adesso è necessario "spendere bene i fondi a disposizione, che devono servire [...] per migliorare l’offerta didattica, ma guardando alle esigenze di filiere e territori".