Startup – cosa comportano le scelte di Trump sull'immigrazione

Il bando anti-immigrazione di Donald Trump potrebbe avere conseguenze negative anche sulle startup.

Donald Trump

Equity crowdfunding - come funziona negli USA 

Tutti i finanziamenti per avviare una startup: venture capital, banche, incubatori

E' di venerdì scorso la firma, da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dell'ordine esecutivo che congela l’ingresso negli Stati Uniti di tutti i rifugiati e blocca l’ingresso negli USA dei cittadini di sette Paesi - Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Il divieto di ingresso dei rifugiati da qualsiasi Paese di provenienza è in vigore per 4 mesi, mentre per quelli siriani non ha scadenza. Lo stop ai cittadini dei sette Paesi islamici vale invece per tre mesi.

Il provvedimento non ha mancato di scatenare proteste, negli USA e nel resto del mondo, ed è stato definito incostituzionale da 16 procuratori generali: la libertà religiosa, sostengono, è un principio fondamentale del Paese e l'ordine esecutivo dovrebbe essere ritirato.

Silicon Valley contro Trump

I colossi del tech si sono subito opposti alla decisione di Trump. Emblematiche le parole del CEO di Apple Tim Cook, che in una mail inviata ai suoi dipendenti pubblicata dal sito Recode, ha scritto che la stessa Apple "non esisterebbe senza l'immigrazione". Con Trump presidente, infatti, Steve Jobs (figlio di un immigrato siriano) non sarebbe mai nato negli Stati Uniti.

Circa la metà delle startup e delle grandi aziende IT a stelle e strisce hanno almeno un cofondatore emigrato negli USA: da Sergey Brin (cofondatore di Google) a Max Levchin (cofondatore di PayPal), da Jerry Yang (cofondatore di Yahoo) e Steve Chen (tra i fondatori di YouTube).

Italia Startup Visa – visti per lavoro autonomo in aumento

Google ha annunciato che 187 dei suoi dipendenti provengono dai Paesi inclusi nel bando anti-immigrazione e invitato quelli che al momento si trovano all’estero a rientrare immediatamente prima che scatti l’ordine presidenziale. Il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, si è detto preoccupato dalla decisione di Trump: "Abbiamo bisogno di mantenere questo Paese sicuro - ha scritto in un post - ma dobbiamo farlo concentrandoci solo sulle persone che rappresentano davvero una minaccia".

Anche fra i sostenitori del presidente repubblicano il provvedimento ha destato preoccupazione. Travis Kalanick, CEO di Uber e fra i consiglieri economici del Presidente: “Questo divieto avrà un impatto su molte persone innocenti, e solleverò il problema venerdì prossimo a Washington, durante la prima riunione del gruppo di attività di consulenza del Presidente Trump”.

Quale futuro per l'International Entrepreneur Rule?

Il 17 gennaio scorso lo United States Citizenship and Immigration Services (USCIS) ha ultimato l'International Entrepreneur Rule, la proposta di legge depositata il 24 agosto dall’amministrazione Obama per semplificare l'ingresso di imprenditori negli Stati Uniti.

Si tratta di un permesso di soggiorno temporaneo fino a 30 mesi, estendibile fino a ulteriori 30 mesi se gli imprenditori sono in grado di dimostrare le ricadute positive della startup in termini di pubblica utilità, vale a dire se l'impresa ha portato un sostanziale incremento in termini di investimenti, reddito o occupazione.

Gli imprenditori, oltre a dover mantenere la propria attività negli Stati Uniti, devono conservare almeno una quota di proprietà della startup del 10%. Vista la delicatezza della materia, il dipartimento della Sicurezza Interna statunitense prevede una valutazione caso per caso delle domande presentate.

Rispetto alla versione iniziale della proposta, in quella definitiva – approvata a pochi giorni dall'insediamento di Trump - l'USCIS ha ridotto l'investimento minimo richiesto (da 345mila dollari a 250mila); inoltre, è concesso più tempo agli imprenditori per attirare investimenti (18 mesi, anziché i 12 della versione precedente). Allentate le maglie anche in altri punti della proposta di legge. Nella versione proposta la scorsa estate, gli imprenditori dovevano dimostrare di aver mantenuto una quota di proprietà della startup pari ad almeno il 15%. Quota che, nella versione definitiva, scende ora la 10%.

Anche il numero di posti di lavoro che la startup è tenuta a creare nel corso della permanenza negli USA scende, passando da 10 a 5. "Questo provvedimento incoraggerà gli imprenditori stranieri a creare negli USA startup ad alto potenziale di crescita", nota l'USCIS.

L'International Entrepreneur Rule dovrebbe entrare in vigore a luglio 2017. Ma la norma, insieme ad altri provvedimenti approvati dall'amministrazione Obama ma ancora non effettivi, è stata congelata dal Presidente Trump.

Photo credit: Gage Skidmore