Corruzione - Cantone, serve piu' impegno delle piccole amministrazioni

Photo credit: <a href="http://foter.com/">Foter.com</a> / <a href="http://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/">CC0</a>Le pubbliche amministrazioni italiane devono fare ancora molti passi avanti sulla trasparenza.

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E’ il richiamo arrivato dal presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone nella sua relazione annuale al Parlamento. I primi tre anni di attività dell’Anac hanno portato risultati importanti sul fronte del contrasto alle possibili condotte illecite. Eppure, adesso serve un impegno maggiore da parte delle Pa, a partire da quelle più piccole. E servono alcune riforme da parte del Governo, che dovrà intervenire sulle norme in materia di conflitto di interesse e di whistleblowing.

Prima metà del mandato di Cantone

La relazione di Cantone ha fatto il punto sui molti risultati conseguiti durante questa prima parte della sua gestione su vigilanza, regolazione del mercato, ispezioni, sanzioni alle Pa e si è collocata idealmente a metà della strada ancora da compiere: il Consiglio in carica, infatti, durerà fino al 2020. 

Le segnalazioni su appalti irregolari

Nel corso del 2016 sono stati sollevati molti problemi nel settore dei lavori pubblici, nel quale l’Autorità si è occupata di numerose importanti infrastrutture. “In tale ambito sono state circa 1.800 le segnalazioni ricevute”. A queste si sono aggiunte le questioni nate nel settore dei servizi e delle forniture: “Gli esposti su presunte irregolarità sono stati, infatti, quasi 2.600”. Insomma, più di 4.300 ipotesi di irregolarità negli appalti.

Le ipotesi di corruzione

A questa attività si è affiancata la vigilanza sulle ipotesi di corruzione nella pubblica amministrazione. “Lo scorso anno – ha detto il presidente Anac - sono state avviate 845 istruttorie, soprattutto nei confronti di Comuni, strutture sanitarie e società pubbliche, mentre pochissime, appena 12, sono state le sanzioni irrogate, a conferma del loro utilizzo solo come extrema ratio ma anche dell’elevato livello di adeguamento alle richieste dell’Autorità”.

Regione Campania, Rai, Consip

Tra i casi più significativi, Cantone ha ricordato quello di una Asl della Regione Campania, dove l’Anac ha accompagnato il processo di ripristino della legalità, e quello dell’assunzione dei dirigenti esterni in Rai. Problemi sono sorti anche nel Comune di Roma o, come noto, alla Consip. Ma è soprattutto la sanità il settore che “continua a destare particolare preoccupazione”.

Richiamo alla trasparenza delle Pa

Nel corso del suo intervento, il presidente Anac ha più volte sollevato la questione della trasparenza nella pubblica amministrazione, perché “il percorso verso la costruzione di una casa di vetro è tutt’altro che agevole, soprattutto nelle realtà di ridotte dimensioni”. Serve impegno maggiore da parte delle Pa.

L'Anac non è un consulente

E non è possibile, secondo Cantone, “assecondare l’idea che gli appalti si possano fare solo con il “bollino” dell’Anac”. Al contrario, bisogna rimarcare il principio “che l’Autorità non è un consulente e che non si può sostituire alle scelte discrezionali dell’amministrazione”.

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Le riforme necessarie

Dal lato del Governo, servono alcune riforme. A partire da quella sul conflitto di interessi negli incarichi della pubblica amministrazione: l’assetto attuale non permette all’Autorità di intervenire in maniera efficace. Stesso discorso per il whistleblowing, la segnalazione di possibili illeciti da parte di dipendenti della Pa: le norme in vigore non tutelano a sufficienza chi fa le segnalazioni.

Appalti, la riforma riparte da zero

Infine, Cantone ha dedicato un passaggio al Codice appalti. L’approvazione del decreto correttivo di poche settimane fa ha rimesso in discussione tutto il lavoro fatto finora dall’Autorità: erano state approvate sette linee guida, in attuazione della riforma. Adesso, sarà necessario rivederle. 

La relazione 2017 dell'Anac