Pilastro europeo diritti sociali – Italia si prepara a vertice di Goteborg

Pilastro socialeIn vista del vertice di Göteborg del 17 novembre, il Ministero del Lavoro ha promosso un incontro sul Pilastro europeo dei diritti sociali.

State of the Union - pilastro sociale, standard comuni e piano d'azione UE

Lavoro - ok del Consiglio a pilastro europeo diritti sociali

Annunciato dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker nel 2015, in occasione del suo discorso sullo stato dell'Unione, il Pilastro sociale dei diritti sarà presto realtà, con la proclamazione in occasione del vertice dei capi di Stato e di Governo in programma a Göteborg il prossimo 17 novembre. La sfida a quel punto sarà dare concretezza al progetto, sul piano legislativo e con risorse finanziarie adeguate, perché non resti solo una bella intenzione.

Proprio questa sfida è stata al centro dell'incontro organizzato a Roma dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per discutere con rappresentanti delle istituzioni, parti sociali, associazioni e giovani delle priorità e degli strumenti che dovrebbero caratterizzare il Pilastro sociale.

Pilastro sociale, di cosa si tratta?

“Voglio sviluppare un Pilastro europeo dei diritti sociali che tenga conto delle mutevoli realtà delle società europee e del mondo del lavoro”. Questa dichiarazione del presidente Juncker è il primo riferimento all’idea di un Pilastro sociale, poi sviluppata dalla Commissione in una prima bozza nel marzo 2016 e sottoposta a tutte le parti interessate con una consultazione pubblica che si è chiusa a dicembre e a cui ha partecipato anche il Governo italiano.

I risultati della consultazione pubblica sul Pilastro europeo dei diritti sociali

Gli esiti della consultazione e la proposta di accordo interistituzionale sui principi e i diritti fondamentali alla base del Pilastro europeo dei diritti sociali sono stati raccolti dalla Commissione in una comunicazione presentata il 26 aprile scorso, insieme alla proposta di “Proclamazione interistituzionale sul Pilastro europeo dei diritti sociali”.

Con questi testi la Commissione ha proposto un quadro orientativo di riferimento per l’azione futura degli Stati aderenti - in primo luogo dell’eurozona, ma potenzialmente per tutti gli Stati membri - con riferimento a una serie di principi e diritti sociali, che trae ispirazione e rilancia l’acquis sociale dell'UE, ossia un corpo di regole sociali presente nell'ordinamento dell'Unione europea, a partire dai Trattati e dalla Carta europea dei diritti fondamentali, così come interpretati dalla Corte di giustizia dell'Unione europea e implementati da oltre 50 direttive.

I principi e i diritti sociali indicati dall'Esecutivo UE sono 20 e fanno riferimento a tre macro aree:

Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro

  • Istruzione, formazione e apprendimento permanente
  • Parità di genere
  • Pari opportunità
  • Sostegno attivo all’occupazione

Condizioni di lavoro eque

  • Occupazione flessibile e sicura
  • Retribuzioni
  • Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento
  • Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori
  • Equilibrio tra attività professionale e vita familiare
  • Ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato e protezione dei dati

Protezione sociale e inclusione

  • Assistenza all’infanzia e sostegno ai minori
  • Protezione sociale
  • Prestazioni di disoccupazione
  • Reddito minimo
  • Reddito e pensioni di vecchiaia
  • Assistenza sanitaria
  • Inclusione delle persone con disabilità
  • Assistenza a lungo termine
  • Alloggi e assistenza per i senzatetto
  • Accesso ai servizi essenziali

Sono temi in linea con la Dichiarazione del 25 marzo 2017, con cui, in occasione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, istituzioni europee e Stati membri si sono impegnati a lavorare insieme per costruire un’Europa sociale più vicina ai cittadini, con il documento di riflessione sul futuro della dimensione sociale dell'Europa presentato, sempre a marzo, dalla Commissione europea e con il position paper prodotto ad aprile dal Governo italiano.

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L’accordo sul Pilastro sociale dei diritti, raggiunto al termine di un complesso negoziato, sarà firmato a margine del vertice europeo a Göteborg il 17 novembre. A quel punto spetterà alle istituzioni europee, agli Stati membri, alle amministrazioni dei territori e alle parti sociali tradurlo in realtà.

Dopo la proclamazione del Pilastro servono regole e risorse

Proprio sul post Göteborg si è concentrato l'evento organizzato a Roma dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Perchè il Pilastro non resti sulla carta, ha infatti osservato il ministro Giuliano Poletti, serve "coerenza di fondo a livello europeo, tra le politiche del lavoro, della finanza pubblica, degli investimenti e della ricerca, della tutela dell'ambiente".

Se finora "ci sono stati gravi errori di impostazione, che hanno anche acuito le diseguaglianze aggravando alcuni scenari già in crisi”, ha osservato il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi, "con il nuovo Pilastro Sociale, dopo l'anniversario dei Trattati di Roma, c'è davvero la possibilità di fare un cambio di marcia".

Un nodo fondamentale è però quello delle risorse. La comunicazione della Commissione fa riferimento al Fondo sociale europeo 2014-2020, ad Erasmus+, al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) e al Fondo di aiuti europei agli indigenti, ma bisogna pensare a come sostenere i principi e i diritti sociali al centro del Pilastro anche nell'orizzonte post 2020.

"Occorrono risorse strutturali, che siano utilizzate davvero dove servono e che rispondano alle esigenze dei cittadini", ha sottolineato il coordinatore della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni Vittorino Facciolla, mentre da Susanna Camusso (CGIL), Gigi Petteni (CISL) e Carmelo Barbagallo (UIL) è arrivato l'appello a non sottovalutare il tema dei salari bassi e il vicepresidente di Confindustria Maurizio Stirpe ha precisato che l'ipotesi di maggiori costi non spaventa gli industriali, “perché per certi versi sono investimenti, come quando sono destinati alla formazione delle risorse umane".

Chiarimenti condivisi da Poletti: "È del tutto evidente che la proclamazione del Pilastro sociale avrà effetti solo se ci saranno atti concreti a dargli attuazione pratica". Il percorso verso il testo finale è stato però lungo e impegnativo, la tappa di Göteborg è già un primo traguardo.

Dichiarazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali

Photocredit: jeanbaptisteparis