Riforma PA - testo unico partecipate, dubbi su ruolo Corte dei Conti

Conferenza delle Regioni e Anci promuovono il decreto sulle partecipate ma criticano il controllo preventivo della Corte dei Conti

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Riforma PA – CdM, ok a decreto FOIA su trasparenza e corruzione

Riforma PA – a che punto sono i decreti attuativi della Legge Madia

Regioni e Comuni tornano a criticare la norma che subordina l'adozione degli atti di costituzione di società a partecipazione pubblica o di acquisto di partecipazioni al parere preventivo della sezione competente della Corte dei Conti. La disposizione, prevista dall'articolo 5 dello schema di decreto legislativo sulle partecipate pubbliche, era stata oggetto di rilievi già in sede di confronto con il Governo, che aveva promesso la modifica del testo.

Riforma PA – Conferenza unificata, ok a decreto partecipate

Il testo unico sulle partecipate

Adottato ai sensi dell’art. 18 della legge n. 124-2015 (Legge Madia), lo schema di decreto legislativo definisce i criteri e principi direttivi per il riordino delle norme in materia di partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche, dalla costituzione e gestione delle società all'alienazione di quelle ritenute superflue.

In base al testo unico, ogni anno le amministrazioni pubbliche sono chiamate ad analizzare l’assetto complessivo delle società in cui detengono partecipazioni, dirette o indirette, e a predisporre un piano di riassetto per ridurre i costi tramite fusioni e aggregazioni e per eliminare le società:

  • che non rientrino nelle categorie e nelle finalità previste dal decreto;
  • che risultino prive di dipendenti o abbiano un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti;
  • che svolgano attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali;
  • che, nel triennio precedente, abbiano conseguito un fatturato medio non superiore a un milione di euro;
  • diverse da quelle costituite per la gestione di un servizio d’interesse generale che abbiano prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti.

Nel complesso il testo ha incassato il giudizio positivo della Conferenza delle Regioni e dell'Anci che, intervenendo in audizione al Senato, hanno ribadito il giudizio positivo già espresso in sede di Conferenza unificata. Ribaditi, però, anche i dubbi espressi nei mesi scorsi, soprattutto sul controllo della Corte dei Conti.

I dubbi di Conferenza delle Regioni e Anci

Ad aprile la Conferenza unificata ha infatti espresso parere favorevole sul testo, chiedendo però una serie di modifiche per evitare la sovrapposizione tra attività di controllo preventivo della Corte dei Conti e attività amministrative delle Giunte comunali e ai Consigli.

Nel mirino c'era, e rimane, l’articolo 5 del decreto, in base al quale, prima dell'adozione, un atto deliberativo di costituzione di una società a partecipazione pubblica o di acquisto di partecipazioni deve essere inviato alla competente sezione della Corte dei Conti, che ha trenta giorni di tempo per formulare eventuali rilievi e chiedere chiarimenti, e il provvedimento deve essere motivato con specifico riferimento alle osservazioni formulate dalla Corte.

Secondo la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, però, l'attuale formulazione non chiarisce la natura dell'intervento della Corte dei Conti e le sue conseguenze, con il rischio di comportamenti disomogenei a livello nazionale, a seconda delle differenti sezioni regionali. In più, il parere della Corte dei Conti all'interno del procedimento rischia di essere oggetto di impugnativa e di generare un conflitto tra giustizia contabile e giustizia amministrativa.

Critiche analoghe sono state mosse dall'Associazione nazionale dei Comuni italiani. Secondo l'Anci, la tipologia del controllo della Corte dei Conti non è ben definita e rischia di configurarsi come un controllo preventivo e di merito e non un controllo di legittimità. Tale controllo dovrebbe essere tipizzato e concentrarsi sui singoli atti, per non ledere l'autonomia delle amministrazioni ed evitare la paralisi delle attività, ha sottolineato il sindaco di Catania Enzo Bianco, intervenendo per conto dell'Anci. In caso contrario, ha avvertito,“il combinato di questo controllo con la burocrazia comunale può creare una miscela esplosiva”.

Da modificare, secondo l'Anci, anche la disposizione relativa all'esclusione dal campo di applicazione del testo unico delle società quotate o che hanno emesso strumenti finanziari entro il 31 dicembre 2015. Dal momento che ci sono processi di quotazione e di emissione in corso, ha concluso Bianco, bisognerebbe modificare il decreto per permettere a queste società di completare tali processi e di assumere la loro configurazione definitiva.

Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica

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