Discorso Stato Unione - 500 miliardi e riforma per il FEIS

Potenziamento del piano Juncker. Più risorse sui programmi che stanno funzionando, come Horizon 2020 e Cosme. E risorse di bilancio proprie per l’Ue.

© European Union, 2016

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Se guardiamo alle iniziative che la Commissione europea ha in preparazione a valle del discorso sullo Stato dell’Unione 2016, sono questi i tre pilastri dai quali ci si muoverà per rimettere in piedi l’economia, con un’attenzione particolare alle nuove imprese, all’occupazione dei giovani e all’innovazione.

Si parte dall’allungamento, dal potenziamento e dalla riforma del piano da 315 miliardi di euro: sarà portato fino al 2020, avrà un impatto stimato da 500 miliardi di euro ma sarà anche rimodulato nei suoi pilastri tecnici. Si prosegue con la rimodulazione del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020: consentirà di mettere più risorse su alcuni programmi considerati strategici. Ma, dopo il 2020, si guarda già a una tassazione propria dell’Ue per rimodulare il bilancio europeo.

Nuove risorse per il FEIS

Dal punto di vista delle risorse, l’impegno più sostanzioso ruota attorno al Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis): è lo strumento cardine del piano Juncker, lanciato a poche settimane dall’insediamento della nuova Commissione per un periodo di tre anni, con l’obiettivo di mobilitare investimenti per 315 miliardi di euro, tra fondi pubblici e fondi privati, attraverso una leva che mettesse a frutto la garanzia europea.

“Dato il successo riscosso nel primo anno di attività, la Commissione intende raddoppiare il Feis in termini sia di durata che di capacità finanziaria”, si legge adesso nella documentazione ufficiale di Bruxelles. Nella sostanza, arriverà una proposta legislativa che porterà una proroga in grado di offrire in totale 500 miliardi di euro di investimenti entro il 2020. Gli Stati membri, ovviamente, dovranno potenziare i loro contributi.

I miglioramenti tecnici

Oltre alla proroga, la proposta prevede di apportare vari miglioramenti tecnici al Feis e al polo europeo di consulenza sugli investimenti alla luce degli insegnamenti tratti nel primo anno di attuazione. Uno degli elementi fondamentali del nuovo pacchetto è l'ulteriore rafforzamento del concetto di “addizionalità”: dovranno essere scelti progetti che, senza i finanziamenti del Feis, non sarebbero stati realizzati nello stesso momento e nella stessa misura.

Gli investimenti prioritari

Alcune tipologie di investimenti sono già state indicate come prioritarie. Nei documenti della Commissione compaiono i progetti infrastrutturali transfrontalieri (compresi i servizi), gli investimenti sostenibili che contribuiscano a conseguire gli obiettivi della conferenza sul clima di Parigi e gli investimenti per le Pmi: la Commissione propone un sostanziale aumento della quota dei finanziamenti da destinare a loro.

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Per quel che riguarda quanto è stato fatto finora, il primo anno di attività del Feis è segnato risultati positivi. Si prevede che i progetti e gli accordi per cui al 14 settembre 2016 il gruppo Bei ha approvato il finanziamento dovrebbero mobilitare investimenti per un totale di 116 miliardi di euro in 26 Stati membri, a sostegno di circa 200mila piccole e medie imprese.

Giovani e occupazione

Questo potenziamento avrà delle conseguenze dirette in termini di crescita: “L’Europa deve investire massicciamente nei giovani europei, in chi cerca lavoro e nelle start-up europee”. Proprio tramite il Feis, nella visione di Juncker, sarà possibile attivare una catena positiva che porti conseguenze anche sulle startup e sull’occupazione.

Il nuovo mercato dei capitali

Ma non sarà l’unica manovra in arrivo. Per la Commissione, infatti, è fondamentale completare l’Unione dei mercati di capitali: si tratta di una riforma in grado di liberare un potenziale di circa 100 miliardi di euro di risorse, principalmente grazie alla disponibilità di nuovi prestiti. E questo dovrebbe avere un impatto soprattutto su strumenti come il venture capital e sulle piccole imprese.

La riforma del Quadro pluriennale

Altre risorse, pari a circa 6,3 miliardi di euro, dovrebbero arrivare dalla revisione del Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020. La proposta è di lasciare invariati i massimali attuali, frutto di una lunga trattativa con i Paesi membri, ma di sfruttare alcune riserve di bilancio, mettendole così a disposizione di alcune priorità più risorse.

I programmi da finanziare

In questo modo, dovrebbe arrivare più denaro per gli investimenti a sostegno della crescita e dell'occupazione e per fronteggiare la crisi migratoria. Oltre al Feis, saranno finanziati i fondi per l’occupazione giovanile, il programma per la ricerca Horizon 2020, il programma Cosme per le piccole e medie imprese, Erasmus+, il fondo Cef per le infrastrutture comunitarie, il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile. Insomma, l’intento di Jean Claude Juncker è di potenziare l’impegno su alcuni piani che hanno funzionato in maniera più efficace nel corso degli ultimi anni.

Verso la tassazione autonoma

Ma non è tutto. La Commissione guarda già al futuro. Il presidente Juncker, nel suo discorso, ha fatto esplicitamente riferimento a una proposta che riguarderà il periodo successivo al 2020. L’idea è che bisognerà guardare a una revisione del quadro pluriennale che vada nella direzione alla quale ormai si lavora da tempo: risorse proprie dell’Unione europea, che non dovrà più essere alimentata da trasferimenti dei Paesi membri, ma da una tassazione autonoma.