Clima – Regioni e PE, finanza faccia di piu'

Clima - Photo credit: PeripitusMobilitare risorse sufficienti per trasformare gli impegni sul clima in realtà: enti locali e Parlamento europeo fanno fronte comune.

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All'indomani del meeting di Montreal e del Climate Chance Summit che si è tenuto ad Agadir dall'11 al 13 settembre, enti locali, regionali ed europarlamento si rivolgono al mondo della finanza climatica. Chiedendo di fare di più.

USA fuori da COP21?

Canada, Cina ed Unione europea si sono dati appuntamento a Montreal, in occasione del trentesimo anniversario della firma del protocollo che per la prima volta ha affrontato il tema del buco nell’ozono, promuovendo misure per ridurre l’utilizzo di sostanze chimiche.

Appuntamento fissato per ribadire l'impegno dei tre Paesi ad attuare gli accordi di Parigi, e soprattutto per capire come procedere alla luce dell'incognita rappresentata dagli Stati Uniti di Donald Trump.

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Malgrado gli annunci dei mesi scorsi, i rappresentanti del governo a stelle e strisce hanno dichiarato di non voler più rinegoziare la COP21, ma di aver intenzione di rivedere i termini dell'impegno statunitense.

Comitato Regioni: rendere i finanziamenti accessibili agli enti locali

“I finanziamenti sono un fattore chiave” per tradurre in realtà gli impegni in materia climatica assunti a Parigi, dichiara il consigliere comunale di Vittorio Veneto, Marco Dus, relatore del parere approvato dalla commissione Ambiente del Comitato delle Regioni sul finanziamento agli investimenti per il clima.

Parere che si focalizza sulle limitazioni degli strumenti finanziari esistenti e formula proposte “su come rendere il sistema di finanziamento più solido e accessibile alle città e alle Regioni”.

“Ora è il momento giusto per portare l'attenzione” dell'opinione pubblica “su questa delicata problematica”, prosegue Dus. Si tratta di “stabilire obiettivi legati al clima e criteri per fornire assistenza finanziaria pubblica e privata”. E le autorità pubbliche ad ogni livello “possono avere un ruolo importante nel mediare fra attori finanziari e donatori”, conclude.

Eurodeputati: mobilitare i finanziamenti per il clima

Finanza climatica al centro anche di un'interrogazione parlamentare inviata a Commissione e Consiglio da 8 eurodeputati - Adina-Ioana Vălean (PPE), Peter Liese (PPE), Gilles Pargneaux (S&D), Julie Girling (ECR), Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE), Estefanía Torres Martínez (GUE), Marco Affronte (Verdi europei), Piernicola Pedicini (EFDD) - a nome della commissione Ambiente del Parlamento europeo.

Gli eurodeputati si chiedono in primis come si intenda aumentare gradualmente la mobilitazione dei finanziamenti per il clima per centrare l'obiettivo comune di 100 miliardi di dollari l'anno da qui al 2020 in favore dei Paesi in via di sviluppo, stabilito dall'accordo di Parigi.

Inoltre, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma a novembre a Bonn, gli eurodeputati domandano quali misure Commissione e Consiglio intendano realizzare per:

  • progredire sulle modalità di applicazione chiave dell'accordo di Parigi da qui al 2018, comprese questioni quali un quadro di trasparenza rafforzato, i dettagli del bilancio globale, ulteriori orientamenti sui contributi stabiliti a livello nazionale (NDC) e un meccanismo inteso ad agevolare l'attuazione e a promuovere la conformità;
  • chiarire e definire le modalità del dialogo di facilitazione del 2018, che rappresenterà un'occasione importante per fare il punto dei progressi compiuti verso l'obiettivo dell'accordo in materia di mitigazione e per orientare la preparazione e la revisione degli NDC delle parti prima del 2020.