Made in Italy - previsioni SACE, export vola nel 2017

Trade - Photo credit: tvdflickr via Foter.com / CC BYOttime le performance dell’export italiano, che chiuderà il 2017 con un +4%. Nel Sud, è la Campania a trainare le vendite del Made in Italy all’estero.

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In occasione della presentazione del rapporto SACE “Export Unchained”, a Napoli, si è fatto il punto sui dati delle esportazioni italiane degli ultimi mesi e sulle prospettive per gli anni futuri, in termini di mercati e settori.

"Il 2017 - ha dichiarato Livio Mignano, Head of Domestic Network di SACE - sta segnando un’ottima performance per l’export italiano che, secondo le nostre stime, chiuderà l’anno con una crescita poco al di sotto del 4%, in linea con quanto prevediamo anche per il prossimo triennio”.

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Durante l’incontro, che si è tenuto a Castel Sant’Elmo, è stato inoltre presentato il programma Push to open, attraverso cui SACE, in collaborazione con Jointly, ha 'adottato' una classe dell’Istituto Tecnico Economico Statale Ferdinando Galiani di Napoli cui aprirà le proprie porte per offrire esperienze di job shadowing e avvicinare, in modo diretto ed efficace, i giovani al mondo del lavoro.

SACE, va ricordato, costituisce, insieme a SIMEST, il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP (Cassa Depositi e Prestiti).

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Made in Italy: previsioni 2017-2020

Si apre per le esportazioni italiane di beni una fase molto più favorevole della precedente. Complice la ripresa degli investimenti in alcuni mercati emergenti, la neutralizzazione del ciclo avverso del petrolio, l’export nostrano si prepara a un cambio di marcia sostanziale, mettendo a segno, dopo la performance moderata del 2016 (+1,2%), una crescita a un tasso medio del 4% nei prossimi quattro anni, fino a raggiungere nel 2020 il valore di 489 miliardi di euro

In questo quadro, la Campania rappresenta il traino per le esportazioni dal Sud Italia. Un "territorio dinamico e ricco di imprese eccellenti" in cui nel 2016 SACE e SIMEST hanno mobilitato 540 milioni di euro per oltre mille aziende, in prevalenza PMI.

Cosa esportare: focus su settori

Il rapporto di SACE segnala performance molto positive per la chimica e per i mezzi di trasporto, buone prospettive per i comparti del Made in Italy tradizionale - tra cui spicca l’agroalimentare - e "alcune cautele per la metallurgia, comunque in ripresa dopo le avversità congiunturali dell’ultimo anno".

In particolare, la chimica (con 42 miliardi di euro di export nel 2016) registrerà il tasso di crescita più sostenuto nelle vendite estere (+6,3% nel 2017 e +5,8% nel 2018-2020), grazie al rilancio degli investimenti nei settori industriali in cui trova applicazione, dal petrolchimico al farmaceutico.

Per la meccanica strumentale (primo settore per l’export italiano, con 85 miliardi di euro nel 2016) si prevede un +2,2% nel 2017 e un’accelerazione nel triennio successivo.

I mezzi di trasporto (45,2 miliardi di euro di export nel 2016), conclude SACE, sperimenteranno una crescita estera del 5% nell’anno in corso e del 5,4% nel 2018-2020, grazie alla performance di tutti i comparti - automotive, navi e velivoli - destinati alla clientela retail o legati a settori strategici dell’economia. 

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Dove investire: i mercati ad alto potenziale

In base agli indicatori di rischio, alla crescita dell’economia e della domanda, alle dinamiche dell’export italiano negli ultimi anni e al posizionamento competitivo rispetto ai nostri tradizionali concorrenti, SACE ha identificato 15 geografie ad alto potenziale per le esportazioni e gli investimenti italiani, sia emergenti che avanzati. 

Si tratta, in particolare, di: Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam.

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