Politica Coesione - Corte Conti Ue, orientare spesa ai risultati

Mappa EuropaI cambiamenti introdotti per gestire meglio i fondi della Politica di coesione sono innovativi, ma non ancora efficaci. 

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In una relazione speciale la Corte dei Conti Ue ha valutato se le condizionalità ex ante e la riserva di efficacia dell’attuazione siano state utilizzate in maniera efficace per incentivare gli Stati membri a spendere nel modo migliore i fondi della Politica di coesione.

Politica di coesione, condizionalità ex ante e riserva di efficacia dell’attuazione

La spesa in materia di coesione ha un impatto significativo sulle economie di molti Stati membri dell’UE. La spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale, del Fondo di coesione e del Fondo sociale europeo ammonterà a quasi 350 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.

In nove Stati membri, la spesa per lo sviluppo regionale e la coesione corrisponde a più del 30% dell’intera spesa pubblica in conto capitale e in quattro Stati membri (Ungheria, Lituania, Slovacchia e Lettonia), essa costituisce più della metà di tutti gli investimenti pubblici.

Gli auditor della Corte hanno preso in esame due obblighi specifici introdotti per il periodo 2014-2020 al fine di rendere la spesa in materia di coesione maggiormente orientata ai risultati: i prerequisiti e la riserva di efficacia dell’attuazione.

I prerequisiti (noti come “condizionalità ex ante”) stabiliscono le condizioni che devono essere soddisfatte prima che venga avviato un programma; la riserva di efficacia dell’attuazione richiede che la maggior parte dei programmi subordini l’erogazione del 6% dei fondi assegnati a ciascuno Stato membro all’esito di una verifica dell’efficacia dell’attuazione nel 2019.

“Utilizzare al meglio i fondi per la coesione è fondamentale per gli Stati membri dell’UE”, ha affermato Ladislav Balko, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Per ottenere l’impatto desiderato, però, saranno necessari cambiamenti ma anche impegno e coinvolgimento da parte degli Stati membri”.

Nel complesso, la Corte ha riscontrato che l’introduzione dei prerequisiti ha creato un quadro di riferimento coerente per valutare se gli Stati membri fossero pronti ad utilizzare i fondi dell’UE all’inizio del periodo di programmazione. Non è però chiaro in che misura ciò abbia determinato dei cambiamenti sul campo. Inoltre, la Commissione non si è avvalsa dell’opportunità di sospendere i pagamenti laddove i prerequisiti non erano soddisfatti.

La Corte ritiene improbabile inoltre che la riserva di efficacia dell’attuazione determini una riassegnazione significativa della spesa ai programmi che hanno conseguito migliori risultati. La riserva, così come è concepita, fornisce limitati incentivi ad un migliore orientamento ai risultati dei PO, poiché si basa essenzialmente sulla spesa e sulle realizzazioni. Inoltre, i finanziamenti aggiuntivi vengono assegnati anche se i target intermedi non sono pienamente conseguiti.

Secondo la Corte, le sospensioni e le rettifiche finanziarie introdotte di recente per i casi di performance insoddisfacente rappresentano un passo nella giusta direzione, ma sono soggette a condizioni restrittive e pertanto è improbabile che vengano messe in atto.

La Corte non ritiene che i cambiamenti durante il periodo corrente 2014-2020 siano efficienti in termini di costi. Incoraggiano però gli Stati membri e la Commissione ad avvalersi dei due obblighi per evitare che i fondi vadano sprecati.

Raccomandazioni

Nella relazione la Corte formula una serie di raccomandazioni per migliorare l’efficacia della spesa dei fondi della Politica di coesione.

Nell’ambito della preparazione al periodo successivo al 2020, la Commissione dovrebbe: 

  • rivalutare i prerequisiti applicabili al periodo 2014-2020, garantire la coerenza con il Semestre europeo, definire criteri di valutazione chiari con target misurabili e richiedere che i prerequisiti siano soddisfatti durante tutto il periodo di programmazione; 
  • rendere la riserva di efficacia dell’attuazione più orientata ai risultati, in modo che i fondi vengano assegnati ai programmi che hanno conseguito buoni esiti, e perfezionarla ulteriormente al fine di ricompensare una buona performance; 
  • utilizzare strumenti atti a meglio dimostrare la performance effettiva sul lungo periodo degli interventi infrastrutturali;
  • rivedere le condizioni per la sospensione dei pagamenti e per le rettifiche finanziarie, in modo da poter affrontare più facilmente e precocemente casi di performance insoddisfacente.

> Relazione speciale della Corte dei Conti europea

Photo by GlasgowAmateur on Foter.com / CC BY-SA