Riduzione dazi - report UE sui benefici per i Paesi in via di sviluppo

Taglio dazi doganali in PVSUna relazione congiunta di Commissione UE e Servizio europeo per l'azione esterna mostra come i regimi di riduzione dei dazi dell'Unione europea abbiano avuto ricadute positive sull'economia dei Paesi in via di sviluppo.

UE - verso relazioni piu' forti con Africa, Caraibi e Pacifico

Dal documento pubblicato oggi dall'Esecutivo UE iniseme all'EEAS (European External Action Service) emerge che il commercio agisce come "motore per la crescita" e contribuisce alla promozione dei diritti umani, dell'occupazione, del buon governo e dello sviluppo sostenibile.

Dal 2014, anno in cui è entrato in vigore il Sistema di preferenze tariffarie generalizzate (SPG) - che, va ricordato, riduce i dazi UE all'importazione del 66% circa per tutte le categorie di prodotti per 23 Paesi - l'export dalle Nazioni che beneficiano di tali riduzioni tariffarie è cresciuto in UE di quasi il 25%, raggiungendo un importo annuo di 63 miliardi di euro.

A trarre i maggiori benefici, spiega la Commissione UE, sono stati i Paesi meno sviluppati che hanno visto aumentare le proprie spedizioni nell'Unione del 40% circa nel 2016, toccando quota 23,5 miliardi di euro.

Blockchain - dal bitcoin alla conquista dei Paesi in via di sviluppo

Oltre ai vantaggi economici del SPG, si legge ancora, la relazione evidenzia i progressi compiuti nei PVS in vari ambiti, quali:

  • l'emancipazione femminile,
  • il lavoro minorile e forzato,
  • la tortura,
  • il traffico illegale di sostanze stupefacenti,
  • i cambiamenti climatici.

Un documento separato che accompagna la relazione offre, poi, una panoramica dettagliata dei progressi compiuti e delle restanti carenze, in particolare nei Paesi che partecipano al regime speciale di incentivazione per lo sviluppo sostenibile e il buon governo, noto come SPG+.

Tale regime speciale, va ricordato, elimina i dazi doganali per due terzi dei prodotti provenienti da altri 10 Paesi vulnerabili diversi da quelli oggetto del SPG standard - ovvero Armenia, Bolivia, Capo Verde, Georgia, Kirghizistan, Mongolia, Pakistan, Paraguay, Filippine e Sri Lanka - che si sono impegnati ad applicare 27 convenzioni internazionali sui diritti umani e del lavoro, sulla protezione ambientale e sul buon governo.

> Consulta la relazione