Tutti i finanziamenti per avviare una start-up: venture capital, banche, incubatori

Start-up - foto di Victor1558Da idea a impresa solo andata. Viaggio non privo di ostacoli, soprattutto nella fase di ricerca di investimentiL'Italia ha un sistema di finanziamenti allo sviluppo più arretrato rispetto agli USA o ad altri paesi più attenti all'innovazione, però non si può dire che manchino forme di incentivo per chi ha un'idea e vuole trasformarla in impresa innovativa. Dai prestiti bancari ai fondi pubblici, dagli incubatori d'impresa alle grande aziende che investono nelle idee, passando per i business angels. Una rassegna con i più interessanti modi per avviare una startup.

 

Seed e venture capital

La novità maggiore nel settore degli investimenti nelle startup è il seed capital. Almeno in Italia, dove questa forma di venture capital è ancora poco sviluppata. A differenza degli Stati Uniti, che puntano molto su queste tipologie di investimenti a rischio, che in genere si assumono i business angels, gli angeli degli affari. Innogest, Dpixel, Start Up Design Lab e SeedLab, alcuni degli esempi italiani di seed capital.

Uno dei maggiori fondi italiani di venture capital è Innogest, che si concentra sulla fase di seed e early stage, vale a dire nella prime fasi della vita di un'impresa.  In particolare, le imprese che appartengono ai settori delle telecomunicazioni, Ict, energie rinnovabili, biomedicale e meccanica avanzata.

Dpixel è una società di venture capital, con sede a Milano, specializzata in investimenti nelle startup dei settori digital e web. Milanese anche Principia Sgr, società che opera nel mercato italiano del venture capital dal 2002 con due fondi, Principia Fund e Principia II, per un totale gestito pari a circa 79 milioni di Euro. Ad agosto 2014 Principia ha effettuato il primo closing del suo terzo fondo: Principia III – Health, specificatamente dedicato ad investimenti di Venture e Growth capital nel settore Healthcare.

Le forme di finanziamento di idee innovative assumono varie forme, da borse di studio a progetti. Come SeedLab, programma di accelerazione d’impresa che prevede la selezione di proposte ad alto contenuto innovativo e hi-tech. 

Servizi, tecnologia, energia rinnovabile. Questi i principali settori d'investimento di A.M.E. Ventures, società di venture capital ancora una volta milanese. E ancora, 360° Capital Partners, società di venture capital che investe in aziende ad alto contenuto innovativo attive soprattutto in Italia e Francia.

Punta sul seed investiment Telecom Italia, che a febbraio 2014 ha annunciato di voler investire 4,5 milioni di euro nel 'seed investment' a sostegno delle startup digitali: nello specifico, l'azienda investirà 1,5 milioni l'anno, dal 2014 al 2016, tramite i cosiddetti investimenti 'seed', quelli dedicati cioè alla fase di avvio di giovani imprese tecnologiche, per accompagnarle nel proprio percorso di crescita e di inserimento sul mercato.

Alle piccole e medie imprese innovative, tipiche del panorama economico italiano, si rivolge PmiEquity, operatore di private equity e venture capital attivo su tutto il territorio nazionale. Nato nel 2009 e sbarcato anche in Europa il fondo Google Ventures, il venture capital di Mountain View che ha finanziato aziende del calibro di Nest, Uber, Cloudera, Ipierian, Pocket e Sidecar.

Business Angels

Seed e venture capital fanno rima con business angels, i cosiddetti angeli degli affari che investono in progetti innovativi: ex imprenditori e manager che dispongono di mezzi finanziari, di una buona rete di conoscenze e di un buon bagaglio di esperienze. Gruppi di investitori informali organizzati in reti locali – Business Angels Network – disposti a finanziare startup attraverso una partecipazione al capitale di rischio. A differenza del seed capital, i business angels supportano non solo le idee, ma anche le startup già avviate

Benché in Italia questa forma di investimento non sia ancora diffusa capillarmente, è un italiano il miglior business angel d'Europa 2011. Francesco Marini Clarelli, presidente di Italian angels for growth. A premiarlo nel 2011 è stata l'Eban, l'associazione di categoria europea.

Italian angels for growth investe in iniziative in fase early stage che presentino un alto contenuto di innovazione e potenziale di crescita, tale da rendere ipotizzabile in circa 5 anni una exit redditizia per gli Angels.

Super Angels

Angels e Super angels. Una nuova figura di investitore si è già imposta nella Silicon Valley e inizia a fare la sua comparsa anche in Europa. I Super angels sono un po' angeli un po' venture capitalists: come i primi investono nella fase iniziale della startup, e come i secondi raccolgono fondi da investire. La differenza maggiore rispetto alle forme di venture capital finora analizzaste sta nel fatto che i Super angels non pretendono un posto in cda e richiedono una quota di capitale ridotta. Così, gli imprenditori si sentono più liberi di agire.

In Europa a rappresentare i Super angels c'è Connect Ventures, rete di venture capitalists che oepra a livello europeo e sostiene aziende in fase di start-up nei settori Internet e mobile.

Crowdfunding

Folla più finanziamento uguale crowdfunding. In pratica, un gruppo di persone che mette in comune denaro per sostenere progetti di singoli o associazioni. Un concetto semplice, simile al fare colletta, cui ha fatto ricorso anche il museo del Louvre, lanciando una colletta web – “tous meneces”, tutti mecenati – che ha raccolto il milione di euro mancante per acquistare il dipinto di Lucas Cranach, Le tre Grazie.

Le web communities, in effetti, sono il luogo ideale per far incontrare domanda e offerta: le idee dei creativi con chi è disposto a fare da mecenate. Nascono così le piattaforme di crowdfunding – Indiegogo e KickStarter le più famose.

In Italia il crowdfung ha faticato inizialmente ad imporsi: tempi lunghi, scarso appeal dei progetti presentati dalle startup innovative e attesa crescente per gli sviluppi normativi fra le cause della partenza debole del settore.

Fra il 2014 e il 2015, tuttavia, si è registrato un incremento delle piattaforme di crowdfunding: a novembre 2015 se ne contano 82 in Italia, per un valore complessivo dei progetti finanziati pari a 56,8 milioni di euro, come riportato nel report frutto della ricerca realizzata dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e coordinata dalla professoressa di Sociologia economica Ivana Pais, con il contributo di TIM quale sponsor dell'iniziativa ed il supporto tecnico di Starteed (crowd-company che sviluppa soluzioni nel mercato del crowdfunding e della co-creazione con l'obiettivo di fornire infrastrutture tecnologiche personalizzate e servizi specializzati per chi vuole creare modelli finanziari più efficaci e trasparenti). 

Nel resto del mondo, il crowdfunding è esploso già nel 2011, come testimonia un'analisi condotta dalla società di ricerca specializzata Massolution: le 170  prese in considerazione, avrebbero raccolto in tutto 1 miliardo e mezzo di dollari e finanziato circa un milione di progetti nel corso del 2011. 

Più diffuso nel nostro paese è una altra forma crowd di business, il crowdsourcing: la web community, in questo caso, non punta tanto alla raccolta fondi, quanto alla creazione condivisa di idee e progetti.

Link

Innogest

Dpixel
Principia Sgr
Seed Lab
A.M.E. Ventures
360° Capital Partners
Telecom Italia seed investment

PmiEquity
Iban - Business Angels Network
Eban
Connect Ventures
Google Ventures
Indiegogo

Kickstarter
Crowdfunding: Giudici (Politecnico Milano), le ragioni di una partenza debole
Crowdfunding - aumentano piattaforme in Italia
Crowdfunding Industry Report: market trends, composition and crowdfunding platforms

Istituti bancari e banca dell'innovazione

La strada classicamente adottata da chi intende dare vita a una nuova impresa è rivolgersi alle banche. In effetti, gran parte degli istituti bancari offre finanziamenti agevolati alle start-up, in fase di avviamento o appena nate. Ma non ci sono soltanto le banche “classiche”. Il futuro degli investimenti nelle idee potrebbe chiamarsi banca dell'innovazione, un istituto in cui pubblico e privato si sposano per dare vita a un sistema di finanziamento a favore di startup e imprese.

Banche

Fra questi, Unicredit con Start Up, un finanziamento rivolto a chi intende avviare un'impresa, soprattutto se di dimensioni ridotte, con uno stanziamento massimo di 100.000 euro a tasso di interesse fisso o variabile. E sempre Unicredit ha dato vita, nel 2009, a StartLab, progetto si rivolge alle startup innovative di tutti i settori con un programma di accelerazione che si articola in numerose azioni per dare forza alle tue idee imprenditoriali, tra le quali l'assegnazione di un premio in denaro, attività di mentoring e di sviluppo del network, formazione mirata e servizi bancari ad hoc.

Nella stessa direzione si muovono i finanziamenti di Ubi Banca, Banca Sella Banca Marche, con il progetto Youstartup!

Bnl propone CrediAzienda Bnl Startup, credito per giovani imprenditori e PMI agli esordi, Intesa San Paolo propone Start Up Initiative, progetto rivolto alle idee imprenditoriali del settore tecnologico, operanti soprattutto in ambito scientifico, dell'Ict, delle energie rinnovabili e nelle nanotecnologie. 

Banca nazionale dell'innovazione

Teorizzata da Edmund Phelps, premio Nobel per l’economia nel 2006, la banca nazionale dell'innovazione rappresenterebbe una miscela fra venture capital e sistema bancario. In pratica, una struttura che applichi la mentalità del venture capital privato anche al settore pubblico, per promuovere le idee più innovative e i progetti migliori.

La banca dell'innovazione teorizzata da Phelps dovrebbe diventare una sorta di fondo dei fondi, un'istituzione che unisca pubblico e privato in un sistema virtuoso di finanziamenti rivolti a startup e imprese. Un sistema che, se efficiente e poco burocratico, dovrebbe avere un ritorno non solo sul piano tecnologico ma anche su quello economico.

Link

Start Up Unicredit
Unicredit StartLab

UBI Banca
Finanziamenti Banca Sella
Youstartup!
Crediazienda Bnl
Start Up Initiative Intesa San Paolo

Finanziamenti pubblici

Diversi gli incentivi pubblici rivolti a chi intende dare vita a un'azienda, per cui è necessario monitorare anche i bandi che le regioni attivano nell'arco della programmazione regionale 2007-2013 e 2014-2020. A livello comunitario, nazionale e locale, una giungla ricca di opportunità, in cui però non è facile districarsi. 

Finanziamenti pubblici

Sul fronte dei finanziamenti pubblici, iniziamo con il lavoro portato avanti dal ministero dell'Economia nel 2012 e dalla task force nata ad hoc per stimolare la crescita di startup nel paese: un gruppo di esperti chiamati dal ministro Corrado Passera a fare il punto della situazione e avanzare proposte per il futuro. Una task force nata ad aprile, ha prodotto a settembre il suo primo rapporto sul tema. Il titolo, esaustivo: Restart, Italia

E sempre il ministero dello Sviluppo economico ha lanciato il Fondo startup,  fondo rotativo nato, sempre nel 2012, con l’obiettivo di rafforzare il sostegno pubblico alle PMI nel loro processo di internazionalizzazione. Un intevento che consiste da un lato nella sottoscrizione di capitale nel caso di NewCo (società costituita ad hoc), dall'altro in una sottoscrizione di aumento di capitale, nel caso di NewCo costituita da non più di 18 mesi dalla data di presentazione della domanda. La partecipazione del fondo può avere una durata compresa fra 2 e 4 anni, non può superare il 49% del capitale sociale dell'azienda e, in ogni caso, il singolo investimento non può avere importo superiore ai 200.000 euro.

Premi

Dai fondi ai premi.  Solo per citarne uno, il Premio startup promosso dal Comitato Leonardo, con il Ministero dello Sviluppo economico e l'agenzia Ice, volto a promuovere le idee imprenditoriali. 

Gli incentivi alla nascita di startup coinvolgono una platea ampia, dai giovani agli immigrati. Come il progetto Start it up, promosso da Unioncamere e finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, volto a favorire l'integrazione economica e sociale degli immigrati attraverso percorsi di orientamento per la redazione del business plan e permettere ai beneficiari - cittadini extracomunitari, sia disoccupati che occupati, con regolare permesso di soggiorno - di acquisire quelle competenze manageriali di base necessarie per l'avvio e la gestione di un'attività imprenditoriale. 

Ma anche le Regioni fanno la loro parte, attraverso la pubblicazione periodica di bandi, concorsi e premi rivolti agli startupper e alle idee imprenditoriali innovative. Non mancano i premi banditi da grandi aziende, fondazioni o istituti bancari.

Italia Startup Visa

In attuazione del piano Destinazione Italia (decreto-legge n. 145/2013) parte la misura Italia Startup Visa, visto che mira ad attrarre talenti e a favorire la nascita di nuove imprese attraverso il rilascio di visti a imprenditori stranieri che vogliono avviare startup innovative.

Allo sviluppo di nuove attività imprenditoriali si dedicano anche le Camere di commercio, che puntano sul lancio di un network nazionale degli sportelli per l’imprenditorialità giovanile per favorire l’accesso a strumenti di credito e microcredito e alle agevolazioni nazionali e regionali e promuovere il lavoro indipendente in un'ottica di sostegno all'occupazione. Per individuare le sedi del network nazionale degli Sportelli per l’imprenditorialità giovanile è possibile consultare la piattaforma integrata FILO (Formazione, Imprenditorialità, Lavoro e Orientamento).

Smart&Start

Il bando gestito da Invitalia è diretto a finanziare la nascita di nuove imprese innovative e i programmi di investimento effettuati da imprese digitali o a contenuto tecnologico.

L’agevolazione è destinata a sostenere i programmi d’investimento e costi di esercizio nell’ambito di piani d’impresa:

  • caratterizzati da un significativo contenuto tecnologico e innovativo e/o
  • mirati allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell'economia digitale e/o
  • finalizzati alla valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata.

Con il decreto ministeriale del 24 settembre 2014 è stato esteso l'ambito di applicazione del regime di aiuto a tutto il territorio nazionale, anziché alle sole Regioni del Mezzogiorno e alle aree del cratere Aquilano, come nel vecchio Smart&Start.

Le agevolazioni consistono in finanziamenti a tasso zero, da restituire in 8 anni, fino al 70% dell’investimento totale, che sale all’80% in caso di startup costituite esclusivamente da donne o da giovani oppure che impiegano almeno un dottore di ricerca italiano che sta lavorando all’estero e sceglie di rientrare in Italia. Oltre ai finanziamenti, per le startup con sede nel Mezzogiorno e nel cratere sismico dell’Aquila sono previsti contributi a fondo perduto fino al 20% dell'investimento ammesso. Infine, le startup costituite da non più di 12 mesi potranno beneficiare di servizi di tutoring tecnico-gestionale.

Autoimpiego

Fra gli incentivi nazionali va citato anche Autoimpiego, forme di finanziamento a favore dell'autoimprenditorialità offerte da Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione d'investimenti e lo sviluppo d'impresa. Obiettivi: favorire la creazione e lo sviluppo di imprese, anche in forma cooperativa, promuovere la professionalità dei new enterpreneurs e agevolarne l'accesso al credito.

Gli incentivi offerti da Autoimpiego si sviluppano in queste tre direzioni. Oltre 25.000 euro l'investimento complessivo per favorire l'avvio di imprese da parte di singoli individui. Ben più sostanzioso il fondo a favore delle microimprese: quasi 130.000 euro di investimento complessivo per società che intendono dare vita a un'impresa di piccole dimensioni nei settori di produzione di beni e servizi. Infine, il franchising, da realizzare in forma di ditta individuale o società, da realizzare con franchisor accreditati con Invitalia.

Unione europea

A livello comunitario uno strumento interessante è Erasmus for Young Enterpreneurs, programma di scambio transfrontaliero che offre agli aspiranti imprenditori l’opportunità di imparare i segreti del mestiere da professionisti già affermati che gestiscono piccole o medie imprese in un altro paese dell’Unione europea. Più che incentivi alle startup, questa forma di scambio Erasmus forma i futuri startupper.

Sempre in direzione dello sviluppo di startup a livello europeo si colloca, da un lato, il premio EIT Enterpreneurs Awards, rivolto alle startup impegnate nei settori dell'ICT, dell'energia sostenibile e della mitigazione dei cambiamenti climatici. Dall'altro, il progetto Ue 'SUITES: Start Up in Tourism – European Support', finanziato dal Programma europeo Leonardo, che intende favorire la nascita di nuove imprese internazionali nel settore turistico, attraverso servizi di consulenza e accompagnamento.

Con la programmazione 2014-2020, Bruxelles ha avviato una serie di misure dedicate allo sviluppo di startup nell'ambito dei diversi programmi comunitari, da quello per la ricerca e l'innovazione, Horizon 2020 a quello rivolto alle PMI, Cosme. 

Link

Task force ministero dell'Economia
Restart, Italia
Fondo start up
Premio start up 2012
Start It Up
Italia Startup Visa

Piattaforma integrata FILO
Smart&Start

Autoimpiego
Erasmus for Young Enterpreneurs
EIT Award
SUITES

Incubatori

Gli incubatori svolgono un ruolo decisivo nel processo di trasformazione di un'idea di business in realtà, accelerando lo sviluppo aziendale attraverso servizi e risorse.

Facciamo una prima distinzione: con il  dl sviluppo 2.0, lo stesso che introduce il concetto di startup innovativa, viene anche introdotto quello di incubatore certificato, iscritti nella sezione speciale del Registro delle imprese.

A novembre 2015, sono in tutto 35 gli incubatori certificati in Italia: fra i principali incubatori italiani vanno menzionati H-Farm di Treviso, il padovano M31, il Polo tecnologico di Pisa, AlmaCube dell'università di Bologna, Business Innovation Center Lazio (BIC Lazio) per la creazione e lo sviluppo di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico, e sempre per rimanere nel Lazio, Enlabs, incubatore e acceleratore d'impresa aperto a team imprenditoriali con idee innovative. Altro incubatore è quello avviato da Telecom Italia con il progetto Working Capital, nato nel 2009, che si propone di sostenere le iniziative imprenditoriali nell'ambito del Web 2.0. Con importanti risultati. 

Associazioni e reti

E proprio il fondatore di H-Farm, Riccardo Donadon, ha lanciato Italia Startup, associazione che riunisce tutti coloro che credono profondamente nel rilancio del nostro Paese. Italia Startup è formata da imprenditori, investitori, industriali, startupper, enti e aziende che hanno deciso di dare il proprio contributo al processo di cambiamento economico e sociale che l’Italia sta affrontando. Fondata nel 2012, l’Associazione è una piattaforma indipendente e collettiva dove raccogliere i pensieri, i progetti e le strategie per dare vita anche nel nostro Paese a un ecosistema imprenditoriale competitivo, capace di accogliere e alimentare l’innovazione..

I diversi incubatori presenti in Italia si raccolgono intorno a PniCube, associazione che si occupa di politiche di trasferimento tecnologico attraverso la creazione di imprese innovative dal mondo della ricerca accademica. Ed è appunto PniCube a bandire il premio Start up dell'anno

Nasce nell'ottobre 2015 BioUpper, l'acceleratore nato da una partnership fra Novartis Italia e Fondazione Cariplo, e promosso in collaborazione con PoliHub, incubatore della Fondazione Politecnico di Milano, e Humanitas, gruppo ospedaliero e avanzata struttura di ricerca. BioUpper aiuterà gli startupper a elaborare, formalizzare e presentare progetti innovativi di prodotto o di processo nel campo delle scienze della vita. I più meritevoli verranno accompagnati in un percorso personalizzato e strutturato che consentirà loro di accedere a risorse, strutture e relazioni in un settore all’avanguardia come quello medico-scientifico, e i tre migliori gruppi di lavoro riceveranno un contributo economico per sviluppare ulteriormente i loro piani.  

A livello europeo, gli incubatori e centri di innovazione si raccolgono in una rete europea, Ebn – European Business & Innovation Center Network. 

Incubatori internazionali

Sul piano internazionale, uno degli incubatori d'impresa più importanti è Microsoft BizSpark, programma globale nato per accelerare il successo delle startup. In pratica, ciò che il colosso fondato da Bill Gates offre agli startupper è in primo luogo supporto professionale e, tramite i network partner, consulenza e assistenza. Ma soprattutto, visibilità: le startup che aderiscono al programma BizSpark potranno inserire, infatti, un profilo della propria organizzazione in BizSparkDB.com, una directory online dedicata alle startup ospitata sul sito Microsoft Startup Zone. Di mettersi in vetrina, dunque, e di mostrarsi agli investitori di ogni parte del mondo.

Non solo. L'attenzione del colosso fondato da Bill Gates passerà anche attraverso un fondo d'investimento dedicato appunto alle start-up, Bing fundPer ora si tratta più di un progetto che di qualcosa di concreto: un fondo che, oltre a sovvenzionare le imprese che si occupano di web e mobilità, funzionerà anche da incubatore.

Link

Elenco incubatori certificati  - marzo 2015
PNIcube
BioUpper
Ebn
Microsoft BizSpark
Microsoft Bing Fund

Dl Sviluppo 2.0

Entra in scena la startup. Il palcoscenico è il panorama legislativo italiano, che finora non contemplava il concetto di neo-impresa innovativa. E già questo è indice del ritardo italico in materia di innovazione e nuovi modelli di business. Poi è arrivato il decreto sviluppo 2.0, e qualcosa è cambiato. Ma basterà?

Start-up innovativa: cos'è?

Partiamo dalle definizioni. Il dl sviluppo 2.0 introduce il concetto di start-up innovativa, chiarendo cosa si intende con questo termine, new entry della legislazione italiana. All'articolo 25 del decreto si legge: "società di capitali, costituita anche in forma di cooperativa, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione". Fin qui tutto bene. Ora, i requisiti:

  • la maggioranza del capitale sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria deve essere detenuto per almeno il 51% da persone fisiche. Ecco la prima ombra del decreto, che con questo 51%, nato per evitare il fenomeo delle "scatole cinesi", tende ad escludere dal capitale sociale della start-up quelle società già forti sul mercato, che difficilmente saranno disposte ad investire in qualità di azionisti di minoranza;
  • la società deve essere costituita e operare da non più di quarantotto mesi;
  • deve avere la sede principale dei propri affari e interessi in Italia;
  • il totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro;
  • non deve distribuire o aver distribuito utili;
  • deve avere quale oggetto sociale esclusivo, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
  • non deve essere stata costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.

Accanto alle startup, il decreto definisce anche i loro "padri", gli incubatori: società di capitali di diritto italiano che offrono servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative.

Risorse e incentivi

Passiamo al lato puramente economico. Il decreto sviluppo 2.0 mette subito a disposizione delle imprese innovative circa 200 milioni di euro, provenienti un po' dai fondi stanziati sotto forma di incentivi e un po' da quelli messi a disposizione dal Fondo italiano investimenti della Cassa depositi e prestiti. Ma tale stanziamento è destinato ad aumentare, e ulteriori risorse saranno destinate alle nuove imprese attive nel Mezzogiorno. E appena entrata a regime, la norma relativa alle start-up impegnerà circa 110 milioni di euro l'anno. Buone notizie per gli startupper, quindi.

Sempre sul fronte degli incentivi a favore delle neoimprese, per gli anni 2013, 2014 e 2015 è consentito alle persone fisiche e giuridiche rispettivamente di detrarre o dedurre dal proprio reddito imponibile una parte delle somme investite in imprese start-up innovative, sia direttamente che attraverso fondi specializzati.

Crowdfunding nel panorama legislativo italiano

Poi c'è un altro capitolo importante, quello della raccolta dei capitali di rischio, per i quali viene introdotta una disciplina apposita attraverso portali online dedicati e dando avvio a quella che, nella legislazione italiana viene definita "una modalità innovativa di raccolta diffusa di capitale", ma che in altre parti del mondo è largamente diffusa, il crowdfunding.

E in materia di raccolta di capitali di rischio da parte delle start-up innovative, entra in ballo la Consob. In attuazione delle indicazioni normative per regolamentare il finanziamento delle startup, infatti, l'authority ha avviato prima una preconsultazione di mercato sul regolamento per favorire la nascita di nuove imprese innovative. Quindi, una consultazione sulla proposta di regolamento volta sia ad agevolare l’attività dei gestori dei portali online volti a sviluppare il crowdfunding per le imprese innovative, sia a garantire ai piccoli risparmiatori che aderiscano alle iniziative di crowdfunding un livello di tutela sostanzialmente equivalente a quello assicurato alla clientela retail dagli intermediari autorizzati alla prestazione di servizi di investimento.

Il è risultato un regolamento sulla 'Raccolta di capitali di rischio da parte di imprese start-up innovative tramite portali on-line': 25 articoli per definire norme e condizioni dell'equity crowdfunding in Italia. Un testo che definisce i requisiti e gli obblighi da rispettare per l'iscrizione al registro dei gestori dei portali online per la raccolta di capitali, e dà indicazioni sulle modalità di investimento. In particolare, le soglie indicate nel regolamento, volte a graduare gli oneri e favorire lo sviluppo del fenomeno crowdfunding, corrispondono a 500 euro per investimento e 1.000 euro annui per le persone fisiche, mentre salgono a 5.000 euro per investimento e 10.000 euro annui per le persone giuridiche.  

Dunque, il governo decide di puntare sugli sconti fiscali. Senza tener conto del fatto che la startup è, per eccellenza, un impresa a rischio. Perché investe nel nuovo, perché osa e tenta di fare innovazione. Ma non è detto che la scommessa lanciata dallo startupper sia sempre azzeccata. Ecco un'altra ombra del decreto: gli sconti fiscali ci sono – in concreto, dall'Irpef lorda delle persone fisiche sarà possibile "detrarre" il 19% della somma investita nel capitale sociale di una o più start-up innovative, mentre nel caso delle persone giuridiche si ha una deduzione dal reddito imponibile del 20% della somma investita -, ma non sono previsti sconti anche sulle perdite. Misura che sarebbe tutt'altro che fantascientifica, dato che viene messa in campo in altri paesi.

L'Italia dunque arriva in ritardo su diversi fronti, dalla definizione normativa agli incentivi, e forse perde l'occasione di recuperare terreno prendendo il meglio delle politiche mondiali esistenti in materia. 

Investment Compact

Se con il dl Sviluppo 2.0 entra in scena la startup, a circa tre anni di distanza a fare il suo ingresso nel panorama legislativo italiano è un altro concetto, quello di PMI innovativa. Il contesto è l'Investment Compact, che introduce novità anche per le startup. 

PMI Innovative

All'articolo 4, vengono forniti la definizione e i requisiti delle PMI innovative. Si tratta di imprese e società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, le cui azioni non sono quotate su un mercato regolamentato, che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.

Tre i requisiti individuati per la categoria di PMI innovative: 

  • volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazione uguale o superiore al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa;
  • almeno un terzo dei dipendenti o collaboratori in possesso di una laurea magistrale, o un quinto del team formato da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori;
  • essere detentrici, licenziatarie o depositarie di un brevetto o un software registrato.

Se sussistono almeno due di tali requisiti, l'impresa può accreditarsi a unasezione speciale del Registro delle imprese. La legge elenca inoltre le informazioni che le PMI innovative devono indicare nell’autocertificazione per l’iscrizione nell’apposita sezione del Registro delle Imprese, che dovrà essere istituita presso le Camere di commercio.

La principale novità introdotta dalla legge è che le PMI innovative potranno accedere ad alcune delle semplificazioni, agevolazioni ed incentivi attualmente riservati alle startup innovative con il decreto crescita 2.0.

Fra queste: 

  • deroghe al diritto societario, consistenti nella semplificazione di alcune procedure e l’esonero dall'imposta di bollo;
  • agevolazioni fiscali in favore di alcuni soggetti che intrattengono rapporti, a diverso titolo, con le PMI innovative;
  • accesso semplificato, gratuito e diretto al Fondo Centrale di garanzia,
  • sostegno specifico nel processo di internazionalizzazione da parte dell'agenzia ICE. 

Inoltre, vengono estese alle PMI innovative anche le norme in materia di raccolta di capitale di rischio introdotte per le startup, consentendo che questa avvenga mediante portali online, con il cosiddetto equity crowdfunding.

La legge demanda a un successivo decreto del Ministero dell'Economia, di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico, l’individuazione delle modalità di attuazione di tali agevolazioni, che spettano anche alle piccole e medie imprese innovative che operano sul mercato da più di 7 anni dalla prima vendita commerciale, a condizione che presentino un piano di sviluppo di prodotti, servizi o processi nuovi o sensibilmente migliorati rispetto allo stato dell'arte nel settore interessato.

In base alla legge, inoltre, le persone fisiche che investono in questa categoria d'impresa potranno detrarre dall’IRPEF una percentuale delle somme investite, sia direttamente che tramite organismi di investimento collettivo del risparmio o di altre società che investono prevalentemente in startup innovative. Per i soggetti IRES è invece prevista la possibilità di dedurre dall’imponibile parte delle somme investite nel capitale sociale di imprese innovative.

Startup: modifiche al dl sviluppo 2.0

Un piccola ma importante modifica al decreto crescita 2.0 è contenuta sempre nell'articolo 4 dell'Investiment Compact: si tratta dell'estensione, da 4 a 5 anni, del periodo massimo di attività entro il quale la startup può godere dei benefici previsti dalla legge.

Inoltre, il testo prevede che la Fondazione Istituto italiano di tecnologia (IIT) possa costituire o partecipare a startup innovative e altre società anche con soggetti pubblici e privati, italiani e stranieri operanti nei settori funzionali al raggiungimento del proprio scopo.

Infine, è prevista l'istituzione, entro il 30 luglio 2015, presso il Ministero dello Sviluppo economico, di un portale informatico che raccolga tutti gli interventi normativi relativi al settore delle startup innovative. Tale piattaforma fornirà informazioni rispetto alle modalità di accesso ai bandi, ai finanziamenti e alle forme di sostegno offerte al settore, indicando anche gli enti di riferimento preposti come interlocutori dei vari utilizzatori.

#ItalyFrontiers

A startup e PMI innovative è dedicata la piattaforma #ItalyFrontiers, nata da un progetto portato avanti da Ministero dello Sviluppo economico, Infocamere, Unioncamere e Giovani Imprenditori Confindustria. La piattaforma si pone come una vetrina istituzionale per scoprire le opportunità di business in Italia e nel mondo, che offre l’opportunità di farsi conoscere da investitori e partner industriali, universitari, finanziari.

#ItalyFrontiers riunisce i dati disponibili nelle sezioni speciali del Registro Imprese dedicate a startup e PMI innovative con un set di informazioni inserite direttamente dalle imprese con firma digitale. Nello specifico, le aziende avranno a disposizione una scheda dedicata e personalizzabile, con tanto di video e informazioni su competenze, tipologia di prodotto o servizio offerti e link ai profili social. La piattaforma permette inoltre di cercare le startup e le PMI innovativeattraverso un motore di ricerca, che ne filtra il settore di attività, l'area geografica, la classe dimensionale (in termini di fatturato, capitalizzazione e addetti).

Link

Decreto sviluppo 2.0
Testo Decreto Sviluppo 2.0
Agevolazioni Start-up: le novita' del dl 179-2012
Preconsultazione Consob su crowdfunding
Consultazione Consob su crowdfunding
Regolamento sulla raccolta dei capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali online
Circolare Agenzia delle Entrate n. 16/E dell'11 giugno 2014 - Chiarimenti sulle agevolazioni fiscali per start-innovative e incubatori
Crowdfunding: come funziona in Italia
Investment Compact: novita' su PMI, startup, Patent Box e Sabatini bis
Startup e PMI innovative - nasce piattaforma ItalyFrontiers

Sportelli per i giovani

Il network nazionale degli sportelli per l’imprenditorialità giovanile, promosso dalla rete delle Camere di commercio, intende: aiutare i giovani a creare e far crescere la propria impresa.

Attraverso il network, le Camere di commercio offrono servizi gratuiti di orientamento, formazione, assistenza, accompagnamento e supporto rivolti a giovani imprenditori alle prese con la fase di startup post-start up.

Il servizio intende inoltre:

  • favorire l’accesso a strumenti di credito e microcredito e alle agevolazioni nazionali e regionali,
  • promuovere il lavoro indipendente in un'ottica di sostegno all'occupazione.

Il network nazionale degli Sportelli per l’imprenditorialità giovanile rientra tra le iniziative promosse dalla rete delle Camere di commercio per affrontare la disoccupazione giovanile e l'abbandono scolastico.