Sperare nella semplificazione fiscale con un tavolo tecnico tra MEF-commercialisti

Consiglio nazionale commercialistiIl viceministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero annuncia un tavolo tecnico sulla professione del commercialista e i rapporti con il sistema fiscale italiano.

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Il Ministero dell'Economia raccoglie l'appello del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e dei revisori contabili a rendere più agevole il lavoro dei professionisti che assistono imprese e contribuenti. Dopo il documento inviato dal Consiglio nazionale al viceministro dell’Economia Luigi Casero e al neodirettore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini per elencare le criticità sperimentate dai professionisti, il MEF ha deciso di istituire un tavolo tecnico permanente sulle problematiche del sistema fiscale italiano. L'annuncio è arrivato contestualmente alla notizia della proroga al 20 agosto anche per i versamenti di imposta dei lavoratori autonomi, che era tra le richieste sottoposte dal presidente nazionale dei commercialisti Massimo Miani al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e al viceministro Casero.

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"La questione da risolvere che riteniamo prioritaria è una questione di metodo, prima ancora che di merito", è la premessa del documento, che denuncia innanzitutto "il clima di permanente incertezza e di instabilità normativa" che contraddistingue il sistema fiscale italiano, incidendo negativamente sulla competitività dell’intero sistema Paese. A questo problema di fondo, che rende strutturalmente complesso e difficilmente programmabile il lavoro dei professionisti del settore, si aggiungono una serie di criticità specifiche riscontrate nei rapporti con i contribuenti, soprattutto nella prima parte del 2017.

Il Consiglio chiede quindi "un deciso cambio di rotta nella gestione della macchina fiscale", che si sostanzia anche in alcune proposte specifiche, tra cui quella di "estendere anche ai professionisti la proroga dei versamenti al 20 agosto, ricomprendendo al suo interno tutte le imposte e i contributi dovuti sulla base della dichiarazione e non soltanto le imposte sui redditi". La richiesta è stata accolta dal Ministero e il nuovo termine verrà formalizzato nei prossimi giorni con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che uniformerà il trattamento tra titolari di reddito di impresa e titolari di reddito di lavoro autonomo. Un altro DPCM prorogherà invece al 31 ottobre 2017 il termine per la presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta (modello 770) e delle dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap.

Al di là delle situazioni contingenti, c'è però un quadro più generale da affrontare, che riguarda i problemi posti dalla progressiva digitalizzazione del fisco italiano. Se da una parte, la spesa aggregata sostenuta dal sistema pubblico italiano per le funzioni fiscali si è ridotta significativamente negli ultimi anni, spiega il presidente Miani nella lettera che accompagna il documento, bisogna evitare che i risparmi di spesa per lo Stato non si traducano in maggiori costi a carico dei contribuenti e dei commercialisti che li assistono, come sta avvenendo con il moltiplicarsi degli adempimenti fiscali.

Secondo il Consiglio, le istituzioni competenti, in primo luogo il Parlamento, il MEF e l'Agenzia delle Entrate, dovrebbero quindi manifestare "una maggiore propensione all’ascolto in via preventiva della nostra categoria sia nella fase della produzione normativa che in quella della sua implementazione operativa, non foss’altro per l’esperienza e la competenza che i commercialisti possono offrire in tale delicato settore".

Una sollecitazione raccolta dal Ministero con la proposta di istituire un tavolo tecnico permanente con la categoria. "Il tavolo partirà con l’individuazione delle azioni che si rendono necessarie per l’attuazione dello Statuto del Contribuente – ha anticipato il viceministro Casero – e dovrà affrontare nello specifico i problemi che frenano in concreto una marcata semplificazione del sistema fiscale italiano e una più lineare attività lavorativa del commercialista".  

La premessa del documento del Consiglio nazionale dei commercialisti

"Con il presente documento il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili intende mettere in evidenza le principali criticità che, in particolar modo in questa prima parte del 2017, hanno caratterizzato gli adempimenti fiscali a carico dei contribuenti e dei commercialisti da loro incaricati.

Trattasi di un’elencazione soltanto parziale, certamente non esaustiva delle numerose criticità presenti nel nostro sistema fiscale, ma indicativa delle difficoltà che gli operatori devono oggi affrontare per adempiere correttamente ai propri obblighi. In via preliminare, ci preme tuttavia sottolineare che la questione da risolvere che riteniamo prioritaria è una questione di metodo, prima ancora che di merito.

Il problema principale del nostro sistema fiscale è costituito, infatti, dal clima di permanente incertezza e di instabilità normativa che lo contraddistingue e che incide negativamente sulla competitività dell’intero sistema Paese: aumenta, infatti, i costi gestionali per le imprese, scoraggia le imprese estere ad investire in Italia e spinge quelle italiane a delocalizzarsi all’estero (la Svizzera, ad esempio, continua a fare un forte marketing territoriale con effetti non indifferenti per le entrate tributarie).

Sotto l’angolo visuale dei commercialisti, poi, l’incertezza e l’instabilità normativa è tale da rendere impossibile non solo l’individuazione del tax rate di operazioni non particolarmente complesse, ma anche la programmazione delle ordinarie attività di studio, in conseguenza dell’impatto immediato che solitamente hanno le predette modifiche normative, le quali invece, in un sistema più attento alle esigenze dei contribuenti, dovrebbero essere introdotte prevedendone una decorrenza differita, in modo da avere il tempo necessario per la predisposizione degli strumenti indispensabili (decreti attuativi, software di elaborazione e diagnostici, circolari interpretative e altri documenti di prassi) per il corretto adempimento degli obblighi fiscali connessi alle modifiche stesse (esemplificative, al riguardo, le modifiche recentemente apportate dal D.L. n. 50 del 2017 alle modalità di compensazione dei crediti tributari, allo split payment, alle modalità di calcolo degli acconti IRES, per non dire delle modifiche alla disciplina dell’ACE, in parte anticipate dalla legge di bilancio 2017, e alle modalità di determinazione del reddito di impresa per le società che adottano i nuovi principi contabili nazionali).

Al di là della più o meno rapida soluzione delle criticità di seguito evidenziate, quello che i commercialisti chiedono è quindi, prima di tutto, di poter svolgere il proprio lavoro con la dovuta diligenza professionale, con tempi congrui a disposizione, in un quadro di maggiore stabilità e certezza normativa. Per ottenere questo è necessario un deciso cambio di rotta nella “gestione” della “macchina” fiscale, il cui filo conduttore non può che essere il ripristino del pieno ed incondizionato rispetto dei principi dello Statuto dei diritti del contribuente. Ma ancor più importante, a nostro avviso, è che le Istituzioni competenti alla predetta “gestione” (Parlamento, MEF, Agenzia delle entrate e altri enti impositori) manifestino una maggiore propensione all’ascolto in via preventiva della nostra categoria sia nella fase della produzione normativa che in quella della sua implementazione operativa, non foss’altro per l’esperienza e la competenza che i commercialisti possono offrire in tale delicato settore.

La professione dei commercialisti, da tempo, ha portato all’attenzione delle Istituzioni le predette istanze, a cominciare da quelle relative alle semplificazioni degli adempimenti fiscali e alla ridefinizione del calendario delle scadenze. Dopo anni di incontri, riunioni e Tavoli tecnici, i risultati conseguiti sono stati, purtroppo, al di sotto delle aspettative che, di volta in volta, le stesse Istituzioni avevano riposto in dette iniziative, a cominciare dall’obiettivo (ancora lungi dall’essere realizzato) di semplificare gli adempimenti fiscali e ridurre, di conseguenza, il costo degli stessi in modo significativo".  

La lettera a Casero e Ruffini

> Il documento del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e dei revisori contabili

> La lettera al ministro Padoan

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