Investimenti: Commissione Ue spinge su venture capital e private equity

© European Union, 2015Rivedere la struttura del mercato dei capitali in Europa. E’ questo l’obiettivo del Libro verde presentato mercoledì dalla Commissione.

L’Unione dei mercati di capitali potrebbe partire nel 2019. In questo modo, sarebbe possibile promuovere forme di investimento alternative alle più classiche, come il private equity e il venture capital. Lanciando anche in Europa un modello simile a quello adottato negli Stati Uniti. E’ questo l’obiettivo di lungo termine del Libro verde approvato mercoledì dalla Commissione Ue. Il progetto lanciato da Bruxelles è avere, nel corso del 2015, una serie di priorità di intervento chiare per riformare il settore degli investimenti in maniera radicale entro il 2019.

Le parole di Hill

“Oggi lanciamo l’Unione dei mercati di capitali, il nostro progetto per costruire un mercato unico in questo settore per tutti i paesi membri”, ha spiegato il commissario per la Stabilità finanziaria Jonathan Hill. Si tratta di un’iniziativa “che ci aiuterà a creare lavoro e a sostenere le nostre imprese, piccole e grandi”.

Il confronto con gli Usa

L’intervento dell’esecutivo comunitario nasce dal fatto che il capitale in circolazione nell’Unione europea è minore di quello che circola negli Stati Uniti: ad esempio, il mercato del venture capital negli Usa è grande cinque volte il nostro. Secondo i rilievi di Bruxelles, questo dipende dalla minore capacità che gli investitori europei hanno di mobilitare liquidità rispetto ai loro equivalenti statunitensi. A rendere il meccanismo più vischioso sono le barriere presenti nell’Ue, che pongono continuamente ostacoli di natura legislativa, fiscale e giuridica.

Le aree di intervento

Così, la Commissione punta a identificare quali sono i campi di azione nei quali ci si potrebbe muovere per facilitare la circolazione di capitali. E, una volta completata questa fase di analisi, punta a stilare una lista di possibili interventi per ridurre questi ostacoli. Le aree sulle quali intervenire – secondo il Libro verde - sono il fisco, il diritto societario, la legislazione degli strumenti finanziari.

Mercato inesistente in Europa

A valle di questo intervento di natura regolamentare, chiaramente, l’esecutivo comunitario punta ad attivare un mercato che, in Europa, è ancora quasi inesistente: quello delle forme alternative di finanziamento, del capitale di rischio, del venture capital, del private equity, dei fondi di investimento. In altre parole, bisogna incentivare modalità alternative per portare capitali nell’economia reale, rendendo questi strumenti più semplici e meno costosi di quanto non siano adesso in Ue. A questo progetto si lega anche il piano Juncker: questa maggiore mobilità degli investimenti viaggia nella stessa direzione delle garanzie della Commissione.

Sbloccare i capitali

“Con il mercato unico – ha detto ancora Hill – vogliamo scongelare il capitale che è attualmente bloccato, mettendolo a disposizione delle imprese europee, in particolare delle Pmi e delle start up. Vogliamo rimuovere le barriere che esistono ancora tra gli investitori e le opportunità di business e vogliamo rendere più efficiente i meccanismi che permettono di attivare questi fondi”.

Verso la riforma nel 2019

Il progetto, per Bruxelles, è a lungo termine. Dopo la pubblicazione del Libro verde partirà una fase di consultazione di tre mesi, aperta a tutti gli attori del mercato dei capitali. Sulla base delle risposte che arriveranno alla Commissione, sarà costruito un piano di azione, che verrà pubblicato nel corso del 2015: in quella sede saranno individuate le priorità da perseguire in maniera più urgente. Il nuovo sistema dovrebbe andare a regime entro il 2019. 

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