Codice Appalti - MIT, ANCE e ANAC alle prese col nodo della semplificazione

AppaltiLa paralisi del settore edile, la lentezza delle procedure e la semplificazione del Codice Appalti sono state le questioni al centro di un incontro tra il ministro delle infrastrutture Toninelli e l'ANCE e di un'audizione del presidente dell'ANAC Cantone alla Commissione Lavori pubblici del Senato.

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Della crisi del comparto delle costruzioni e del Codice Appalti hanno discusso in un incontro, svoltosi nelle scorse ore, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli e una delegazione dell’ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), guidata dal presidente Gabriele Buia. Obiettivo dei colloqui: valutare le strategie per rilanciare l’industria delle costruzioni così da promuovere lo sviluppo economico, l’aumento dell’occupazione e il miglioramento della qualità della vita nelle città e nei territori.

Proprio sulla crisi del settore edile e sulla necessità di modificare la normativa - va ricordato - l’ANCE, insieme all'Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI), ha redatto un documento, presentato lo scorso 19 luglio a Roma, con un pacchetto di proposte per accelerare i tempi di realizzazione delle opere pubbliche e sbloccare il potenziale di investimento dei Comuni.

L’incontro con il ministro Toninelli è stato, per l’Associazione dei costruttori, l’occasione per ribadire l’urgenza di snellire le procedure burocratiche in tema di appalti al fine di contrastare la paralisi di opere grandi e piccole e superare la “grave crisi nella quale versa un settore chiave dell’economia nazionale, che ha perso in dieci anni circa 600 mila addetti e oltre 120 mila imprese”. 

In risposta alle richieste dell’ANCE, il capo del MIT ha lanciato un tavolo di lavoro sulla semplificazione delle procedure interne al Ministero e un tavolo a Palazzo Chigi per definire le modifiche da apportare al Codice Appalti. Su questo ultimo punto Toninelli ha, inoltre, esposto le linee guida di semplificazione, che saranno poste a breve in consultazione pubblica, e un primo possibile intervento normativo con misure che vadano “nella direzione di sbloccare gli appalti e liberare le mani alle imprese, legando invece le mani a corrotti e corruttori”.

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Cantone: il Codice Appalti non va stravolto

Cauta, al riguardo, è la posizione del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) Raffaele Cantone, che sul tema ha tenuto nei giorni scorsi un’audizione in Commissione Lavori Pubblici del Senato. Sebbene alcuni aspetti della normativa sui contratti pubblici siano da semplificare - è il messaggio del numero uno dell’ANAC - il Codice Appalti funziona e non deve essere stravolto. 

Sul D.lgs 50-2016, ha spiegato Cantone, vi sono alcuni “equivoci da chiarire”. I numeri registrati nel 2017 smentirebbero, infatti, il collegamento diretto tra introduzione del nuovo Codice e la presunta crisi degli appalti. Le procedure registrate lo scorso anno, ha proseguito Cantone, sono aumentate e tuttora in continua crescita, soprattutto se si guarda all'ambito dei servizi e delle forniture.

“La tematica del blocco degli appalti non deriva dalle norme, ma dalle difficoltà dell'amministrazione di fare la propria parte, poiché spesso non ha le capacità progettuali necessarie”.

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