Agenda digitale - le sfide dell'Italia

Tim-Berners Lee, inventore del World Wide Web, fa il punto sulle sfide dell’Agenda digitale italiana

Agenda digitale

Intervenendo al workshop “L'implementazione dell'Agenda digitale italiana e le nuove sfide della rete”, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Sir Tim-Berners Lee ha analizzato le sfide cui l'Italia deve far fronte nell'ambito dell'Agenda digitale.

Agenda digitale europea

Lanciata nel maggio 2010, l’Agenda digitale europea è una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020 per una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile.

L'Agenda digitale europea si articola in 101 azioni, riunite in sette aree prioritarie:

  1. quadro normativo stabile per la banda larga,
  2. nuove infrastrutture per i servizi pubblici digitali,
  3. coalizione per le competenze digitali e per l'occupazione,
  4. strategia per la sicurezza digitale dell'Ue,
  5. nuovo framework normativo sul copyright,
  6. diffusione del cloud computing in particolare nel settore pubblico,
  7. nuova strategia industriale sull'elettronica.

Secondo le stime Ue, la piena attuazione dell’Agenda digitale consentirebbe di aumentare il PIL europeo del 5%, creando 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro in tutti i settori dell'economia.

I progressi degli Stati membri vengono analizzati nel quadro di una valutazione annuale, il Digital Scoreboard; nell'ultima valutazione l'Italia si è classificata ultima in Europa per la copertura tramite banda larga fissa.

Agenda digitale italiana e Piano nazionale per la banda ultralarga

L’Agenda digitale italiana riunisce le azioni e le norme per lo sviluppo delle tecnologie, dell'innovazione e dell'economia digitale, in linea con l’Agenda digitale Ue. Il coordinamento degli sforzi per centrare gli obiettivi nazionali è affidato all'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID).

Le priorità sono definite nel Piano nazionale per la banda ultralarga e nella Strategia per la crescita digitale 2014-2020.

Nel dettaglio il Piano si pone l’obiettivo di garantire entro il 2020 una connettività di almeno 100 Mbps, l’unica a poter essere definita ‘ultra fast broadband’ nell’accezione dell’Agenda digitale europea, ad almeno il 50% dei cittadini.

Il Piano trova copertura a valere su quattro tipologie di fondi di origine comunitaria, nazionale e regionale: Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e Fondo di sviluppo e coesione (FSC).

Strategia per la crescita digitale 2014-2020

La Strategia per la crescita digitale 2014-2020 intende promuovere lo sviluppo socio-economico dell’Italia ed è complementare al Piano nazionale per la banda ultralarga, come si evince dai suoi obiettivi:

  • Accesso alla banda ultra larga in tutti gli edifici e uffici pubblici,
  • Digital Security per la PA,
  • Razionalizzazione del patrimonio ICT, consolidamento data center e cloud computing,
  • Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID).

Alla base della strategia ci sono anche le piattaforme abilitanti per dotare il Paese di alcuni asset chiave come:

  • Anagrafe centralizzata della popolazione residente,
  • Sistema dei Pagamenti elettronici “Pago PA” per consentire a cittadini e imprese di effettuare qualsiasi pagamento in modalità elettronica verso le pubbliche amministrazioni e i gestori di servizi di pubblica utilità,
  • Fatturazione elettronica della PA,
  • Open data per le amministrazioni pubbliche,
  • Sanità digitale,
  • Scuola digitale,
  • Giustizia digitale,
  • Turismo digitale,
  • Agricoltura digitale.

Per favorire la crescita digitale del Paese sono previsti anche i programmi di accelerazione, per migliorare:

  • le relazioni tra PA, cittadini e imprese (Italia Login),
  • le competenze digitali dei cittadini,
  • lo sviluppo delle smart city.

Italia, sfide digitali

L’Italia è al 29 posto nel mondo per l’impatto del web sulla crescita del Paese, come rivela il Web Index 2014, realizzato dalla Fondazione World Wide Web. Per sfruttare a pieno il potenziale della rete, ha sottolineato Sir Tim-Berners Lee nel corso del workshop, l’Italia ha bisogno di infrastrutture fisiche, filosofiche e culturali in linea con lo sviluppo del web.

La creazione di una rete a banda larga nel Paese, infatti, va di pari passo con un cambio di approccio nella condivisione dei dati (open data).

Il rapporto tra cittadini e governo deve necessariamente includere Internet, ha ribadito l'inventore del World Wide Web, sottolineando l’importanza di colmare il digital divide. Occorre inoltre che la PA metta a disposizione degli utenti i propri dati, in un’ottica di fiducia e collaborazione reciproca.

Photo credit: Sebastian Anthony via Foter.com / CC BY-ND