Piano Juncker – PE proroga il Fondo europeo per investimenti strategici

Parlamento-europeo - fonte: Unión Europea en PerúLa plenaria del Parlamento ha approvato la proroga del FEIS al 2020 e incrementato il Piano di investimenti fino a 500 miliardi di euro.

Piano Juncker - PE, ok a estensione FEIS fino al 2020

Piano Juncker – guida Ue su sinergie tra EFSI e fondi strutturali

Via libera dell'Aula del Parlamento UE alla proroga e al potenziamento del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS o EFSI). Lo strumento finanziario al centro del Piano Juncker per gli investimenti continuerà ad operare fino al 2020 e potrà contare su ulteriori risorse, in modo da mobilitare, tra finanziamenti pubblici e privati, un totale di 500 miliardi di euro.

Tra le novità, priorità ai progetti più innovativi e ad alto rischio, che normalmente incontrano maggiori difficoltà ad accedere al credito bancario, alle iniziative con i migliori ritorni economici e sociali e a quelle di livello locale, anche tramite la mediazione degli istituti nazionali di promozione, come l'italiana CDP.

“Il FEIS è stato lanciato per colmare il divario di 700 miliardi di euro in termini di investimenti nell'UE e ha permesso di ridurre tale divario. Volevamo migliorare il FEIS, modernizzarlo e renderlo più disponibile nelle regioni più bisognose dell'Unione europea. Ora abbiamo anche una valutazione obiettiva dei migliori progetti a sostegno delle aziende moderne in un mondo moderno", ha commentato l'eurodeputato S&D Udo Bullmann (S&D, DE) nel corso del dibattito in plenaria, a nome della commissione per gli Affari economici e monetari del PE.

"Il FEIS ha contribuito a ridurre le disuguaglianze e a creare nuovi posti di lavoro. Sono già stati mobilitati 250 miliardi di euro e 400 mila PMI hanno ricevuto sostegno. Ora, con l'Advisory Hub, offriamo ancora più competenza per aiutare nuovi investitori e abbiamo ampliato il fondo a nuovi settori”, ha aggiunto José Manuel Fernandes (PPE), in nome della commissione per i Bilanci.

Il Piano Juncker

Gestito dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), il Fondo europeo per gli investimenti strategici è stato istituito nel 2015 per un periodo iniziale di tre anni, con l’obiettivo di mobilitare almeno 315 miliardi di euro di investimenti nell'economia reale nell'ambito del Piano Juncker.

Alla luce dei risultati dello strumento, che solo in Italia ha permesso finanziamenti per 6,4 miliardi di euro e attivato investimenti aggiuntivi stimati in 36,7 miliardi di euro, la Commissione europea ha proposto di prorogare la durata del Fondo fino alla fine dell’attuale Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE, cioè dicembre 2020, al fine di raggiungere un obiettivo di investimento di 500 miliardi di euro.

Ok alla proroga del FEIS

La proposta dell'Esecutivo UE ha ricevuto oggi il via libera del Parlamento, con 502 voti a favore, 125 contrari e 19 astensioni.

Oltre a confermare la proroga al 2020, con l’obiettivo di mobilitare fino a 500 miliardi di euro, il testo approvato stabilisce che il Fondo interverrà a sostegno di investimenti non sostenuti dal mercato o con ritorni subottimali, finanziando progetti ad alto rischio che altrimenti non troverebbero investitori.

Inoltre, lo strumento dovrà concentrarsi su investimenti che possono contribuire alla creazione di posti di lavoro, in particolare per i giovani, e alla crescita, in settori quali energia, ambiente, sanità, ricerca e innovazione, trasporti sostenibili, digitale e industrie creative.

Al fine di migliorare la trasparenza e la rendicontazione, un membro del comitato direttivo del FEIS sarà nominato dal Parlamento europeo, mentre alcuni aggiustamenti cercaranno di facilitare la promozione di progetti regionali, locali e di piccole dimensioni.

In particolare, in questa seconda fase di operatività sarà conferito un ruolo più importante all'European Investment Advisory Hub, con una presenza locale più forte, e la Banca europea per gli investimenti dovrà, dove possibile, delegare la selezione e il monitoraggio dei progetti di piccole dimensioni alle banche nazionali di promozione, che sono in una posizione idonea per contribuire a coprire anche i progetti regionali, settoriali e transfrontalieri. Nel caso dell'Italia, l'istituto nazionale di promozione che rappresenta il riferimento per il Piano Juncker è Cassa Depositi e Prestiti.

Nel caso in cui condizioni di mercato rischino di ostacolare un progetto, infine, si prevede che la BEI possa ridurre, in via eccezionale, il costo del co-finanziamento da parte del beneficiario del sostegno finanziario UE.