Direttiva pagamenti: Tajani, infrazione a un passo

Antonio Tajani - Credit © European Union, 2014Procedura di infrazione a un passo. Il vicepresidente della Commissione europea con delega all’Industria, Antonio Tajani si prepara a mettere nel mirino l’Italia per la cattiva applicazione della direttiva sui ritardati pagamenti.

Il commissario lo ha spiegato venerdì nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti. Bruxelles si sta preparando a multare l’Italia: i tempi che la nostra pubblica amministrazione si prende per liquidare le sue fatture nel 2013 sono stati ben oltre i limiti della direttiva europea. Secondo i dati dell’associazione di piccole e medie imprese, si tratta di 170 giorni, contro i 60 giorni massimi che richiederebbe l’Europa. Unica notizia positiva: almeno fino a maggio resterà congelata la questione del mancato recepimento di alcune regole della direttiva.

L'indagine di Confartigianato

I dati di Confartigianato sono drammatici. L’Italia, nel 2013, si è attestata a 140 giorni oltre il termine di 30 giorni indicato dalla direttiva e a 110 giorni sopra il limite indicato in casi eccezionali, pari a 60 giorni. In conseguenza di questa cattiva condotta, ha mantenuto il massimo livello europeo di debito commerciale verso le imprese: il 4% del Pil nazionale. “Oggi - ha spiegato Tajani - la Pa italiana è il peggior pagatore dell'Unione europea. I dati forniti da Confartigianato confermano le mie preoccupazioni e se anche lunedì l'Ance mi darà un rapporto così negativo, già lunedì farò partire le pratiche per la procedura”.

Maxi multa in arrivo

L’Italia, in questa fase, è sotto la lente di Bruxelles per due problemi. Il primo è la trasposizione della direttiva, che non è stata correttamente recepita. “Abbiamo avuto garanzie che ci saranno modifiche entro maggio. Fino ad allora non possiamo prendere iniziative”, ha detto Tajani. C’è poi il problema dei tempi di pagamento, che restano lentissimi. “Su questo secondo aspetto siamo pronti ad agire”. Se fosse condannata, l’Italia dovrebbe sopportare un vero e proprio salasso. Ci saranno da pagare, anzitutto, gli interessi di mora sul ritardo accumulato nel corso del 2013, che secondo Tajani ammontano a 3-4 miliardi di euro (8,5% del credito non pagato). Senza contare la sanzione, che sarebbe di “centinaia di migliaia di euro al giorno”.

L'allarme delle imprese

Ma i numeri dell’indagine presentata venerdì non lasciano scampo al nostro paese: “Il nostro rapporto - sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti - dimostra che in Italia il malcostume dei ritardi di pagamento è duro a morire. I cattivi pagatori tengono in ostaggio le imprese e rappresentano uno dei principali ostacoli alla ripresa economica. Chiediamo l'intervento della Commissione europea e del Governo italiano perché i ritardi di pagamento sono un cappio al collo degli imprenditori, ne soffocano le capacità competitive e compromettono le opportunità di rilancio dello sviluppo per il nostro Paese”. Lunedì a questi numeri si aggiungeranno quelli dell’Ance. Che, a quanto si apprende, confermeranno la linea di Confartigianato. Secondo i costruttori, infatti, i tempi medi di pagamento in edilizia nel 2013 sono rimasti molto sopra il limite di 30 giorni e viaggiano a una media di sette mesi. 

Rehn: essenziali i 40 miliardi di debiti

Man forte alle parole di Tajani è arrivata anche dal commissario agli Affari economici, Olli Rehn. Per lui il pagamento dei 40 miliardi di debiti della Pa nel 2013-2014 è "uno stimolo essenziale alle Pmi italiane che soffrono della stretta creditizia delle banche italiane che sono ancora in fase di deleverage”. Rehn ha spiegato che questo denaro servirà ad “allentare le condizioni in cui sono strette le Pmi soprattutto nel meridione”.