Decreto legge 39/2009 Abruzzo: verso l'approvazione definitiva

MontecitorioIl decreto Abruzzo non si cambia. E’ atteso per stasera il voto finale di Montecitorio che convertirà in legge il blindatissimo testo già approvato lo scorso 21 maggio dal Senato. Il dibattito in aula e la votazione degli emendamenti sono ricominciati tra le polemiche alle 9.30 di questa mattina.

Proprio in concomitanza con l’avvio dell’esame del decreto, ieri una folta rappresentanza di cittadini abruzzesi ha manifestato davanti alla Camera dei Deputati. Tra loro, il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente. Il sit-in di protesta era promosso dai Comitati dei cittadini abruzzesi per la ricostruzione. I manifestanti hanno chiesto al governo un maggiore coinvolgimento delle popolazioni colpite dal sisma nei processi decisionali, più trasparenza e chiarezza negli appalti per la ricostruzione, “che - sottolineano - deve essere totale”. Tra la folla, uno striscione eloquente più di tutti gli altri: “Case vere, non crociere”. Proprio oggi pomeriggio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si trova a L’Aquila per un sopralluogo sui siti dove verranno messe le in opera le piattaforme antisismiche su cui sorgeranno le casette per i senzatetto.

La maggioranza si è confermata contraria di fronte all’opportunità di modificare il testo del decreto legge e per questo è stata duramente contestata dall' opposizione. Al punto che l'Idv ha detto che, in mancanza di cambiamenti, voterà no al testo, mentre in Senato il centrosinistra si era astenuto sul voto finale. Anche l'Udc, che aveva offerto la disponibilità a ritirare i suoi emendamenti in presenza di garanzie del governo, annuncia battaglia.“Il governo intende chiudere le lettura del decreto, approvando il testo uscito dal Senato con tutte le migliorie apportate”, dice il sottosegretario all' Ambiente Roberto Menia. “Con questo decreto il governo si assume le sue responsabilità". La "priorità", ha sottolineato, è di "dare in Abruzzo la casa a tutti entro ottobre".

Dura la reazione dell’opposizione. “Per le popolazioni de L'Aquila e dell'Abruzzo sono stati presi impegni precisi in gran parte disattesi nel provvedimento legislativo in discussione alla Camera”. Ha affermato il segretario del Pd, Dario Franceschini.

Ma vediamo per grandi linee i contenuti del testo normativo.

Il decreto prevede contributi totali a fondo perduto, finanziamenti agevolati e garantiti dallo Stato per ricostruire o riparare la casa, indennizzi ad hoc per recuperare i danni subiti e rimettere in sesto l'attività. E, ancora, la provincia de L'Aquila e i comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile potranno diventare zone franca, previa individuazione da parte del Cipe e del Ministero dello Sviluppo Economico. Stop, poi, alla raffica di proroghe per l'entrata in vigore della normativa antisismica varata nel 2004, al centro di una serie di rinvii (l'ultimo con il decreto legge Milleproroghe): sarà operativa dal 1° luglio 2009. E, nelle prefetture, ci saranno elenchi di fornitori e prestatori di servizi, non soggetti a rischi di inquinamenti mafiosi, cui possono rivolgersi gli esecutori dei lavori di ricostruzione.

I sindaci potranno poi dare un contributo per la riparazione dei danni di lieve entità fino a 10 mila euro. Per le riparazioni di parti comuni dei condomini, il contributo comunale può arrivare a 2.500 euro per unità abitativa.

Di fornte alle polemiche una nota diramata da Palazzo Chigi ha chiarito che anche le seconde case ubicate nel centro storico dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma saranno ricostruite a spese dello Stato. Secondo quanto espressamente stabilito dal decreto legge in corso di conversione in Parlamento - osserva la nota - la ricostruzione a spese dello Stato avrà ad oggetto non solo gli edifici di riconosciuto valore storico e artistico, ma anche quelli che rivestono, a giudizio dei sindaci e della sovrintendenza, rilievo ambientale e paesaggistico. In questa categoria rientra la maggior parte degli edifici ubicati nei centri storici, e, quindi, anche dei non residenti. In analogia a quanto disposto in occasione degli eventi sismici che colpirono l'Umbria e le Marche, in sede di attuazione del decreto legge verrà stabilito il concorso alle spese da parte dei proprietari, tenendo conto della loro situazione economica”. “Inoltre - conclude la nota - con ordinanza in via di perfezionamento sarà disposto che i Comuni riceveranno dallo Stato le somme che essi non hanno potuto incassare a causa della sospensione del pagamento dei tributi”.

Arriva un Fondo per la prevenzione del rischio sismico. A tal fine è autorizzata la spesa di euro 44 milioni per l'anno 2010, di euro 145,1 milioni per l'anno 2011, di euro 195,6 milioni per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, di euro 145,1 milioni per l'anno 2015 e di euro 44 milioni per l'anno 2016.

Via libera, anche, alla sospensione dei pagamenti di bollette, tasse e delle rate dei muti e dei finanziamenti.

Fino al 31 luglio 2009, sono sospesi i processi civili e amministrativi e quelli di competenza di ogni altra giurisdizione speciale pendenti alla data del 6 aprile 2009 presso gli uffici giudiziari aventi sede nei comuni colpiti dal sisma, tranne alcune eccezioni come cause di competenza del tribunale per i minorenni, delle cause relative ad alimenti, ai procedimenti cautelari.

Al fine di assicurare la piena operatività del Servizio nazionale di protezione civile e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro per l'anno 2009 e di 8 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2010 per il potenziamento delle esigenze operative.

Infine il Governo è tenuto a trasmettere un'informativa annuale al Parlamento sullo stato di avanzamento del processo di ricostruzione post-sismica, anche con riferimento alle modalità di utilizzo delle risorse pubbliche allo scopo stanziate.

Nel frattempo, una buona notizia è giunta in questi giorni da Bruxelles: la Commissione Ue si appresta a proporre il via libera per l'erogazione di 493 milioni di euro entro l'estate.
(Alessandra Flora)