Tecnologie: l'Ue si prepara alla rivoluzione di internet

EU flags in front of the Berlaymon, foto di HlynzConfezioni di medicinali che dialogano fra di loro, contenitori alimentari  parlanti: non è la recensione di un film di fantascienza, ma la prossima frontiera del web, ribattezzata l'Internet delle Cose - Internet of Things. A prenderne atto è la Commissione europea che ha presentato un documento con una serie di azioni da intraprendere per assicurare all’Europa un ruolo leader nell’internet del futuro.

"Ogni giorno”, ha riferito il Commissario europeo per la Società dell'informazione e i media, Viviane Reding, “assistiamo a nuovi esempi di applicazioni che collegano oggetti a internet e fra loro: dalle auto collegate ai semafori per ridurre la congestione del traffico agli elettrodomestici collegati a reti elettriche "intelligenti" a misuratori di energia elettrica che ci consentono di sorvegliare i nostri consumi di elettricità o ai marciapiedi collegati che guidano i non vedenti e gli ipovedenti".  

La rete ha vissuto in questi anni 25 anni una vera e propria esplosione demografica passando da un migliaio di utenti a 1,5 miliardi di persone che, mouse alla mano e sguardo fisso sullo schermo, accedono al web. Il passo successivo consisterà nel collegamento graduale non solo dei computer, ma anche di macchine e di una molteplicità di oggetti materiali tra loro.

Possibili sviluppi sono vasetti di yogurt che registrano la temperatura in ogni fase della catena di approvvigionamento oppure confezioni di farmaci che avvisano i pazienti di una possibile incompatibilità.  “Le possibilità insite in questo nuovo sviluppo di internet sono altrettanto illimitate quanto il numero di oggetti della nostra vita quotidiana che ne possono fruire” ”, ha sottolineato la Reading senza nascondere l’ambizione di Bruxelles di mettersi a capo di questa evoluzione e tenerne le fila: “dobbiamo fare in modo che siano gli europei, in quanto cittadini, imprenditori e consumatori, a dominare la tecnologia e non a esserne dominati”.

Le quattordici azioni “intese a promuovere lo sviluppo degli oggetti intelligenti puntano ad ergere l’Europa a paladina dello sviluppo tecnologico di prossima generazione. La lista delle cose da fare prevede, oltre alla standardizzazione delle tecnologie interessate in tutta l'Europa,  un migliore finanziamento della ricerca. Ma non solo, l’uscente commissione ha anche pensato ai cittadini con l’applicazione delle norme sulla protezione dei dati e la possibilità eliminare le informazioni dei dispositivi di identificazione a radiofrequenza delle etichette una volta che queste hanno assolto al loro compito.

Le azioni intese a promuovere lo sviluppo dell'internet degli oggetti prevedono:

  • Governance, di Internet delle cose.
  • Privacy e protezione dei dati: applicazione delle norme sulla protezione dei dati anche nell’ambito del Web 3.0.
  • Il diritto al ‘silenzio dei chip’: garantire il diritto  delle persone di disconnettersi dal loro ambiente di rete in qualsiasi momento dando agli europei la possibilità di servirsi di etichette a radio frequenze, ma anche di poterle distruggere per motivi di privacy.
  • I rischi emergenti. Preparare l'internet degli oggetti di affrontare le sfide connesse allla sicurezza e all’affidabilità.
  • Risorse vitali, in linea con le politiche Ue di protezione delle infrastrutture critiche di informazione.
  • Standardizzazione del nuovo sistema a livello europeo. 
  • Ricerca. Finanziamento di progetti nel settore informatico attraverso il 7 ° programma quadro.
  • Partenariato pubblico-privato. integrare internet degli oggetti nei quattro partenariati pubblico-privati di ricerca e sviluppo che sono in corso di preparazione.
  • Innovazione. La Commissione avvierà progetti pilota per promuovere l’implementazione di applicazioni legate a internet delle cose interoperabili e sicure.
  • Sensibilizzazione istituzionale. La Commissione informerà regolarmente il Parlamento europeo e il Consiglio sugli sviluppi di internet delle Cose.
  • Dialogo internazionale. La Commissione intende intensificare il dialogo su internet delle cose con i suoi partner internazionali per lo scambio di informazioni e di buone pratiche e per concordare azioni congiunte.
  • Ambiente. La Commissione valuterà l’impatto ambientale dei nuovi dispositivi, in particolare per quel che concerne il riuso e riciclaggio.
  • Statistiche. A partire da dicembre 2009 Eurostat, istituto di ricerca statistico europeo, inizierà la pubblicazione di statistiche sull'uso delle tecnologie RFID nel dicembre 2009.

Gli ambiziosi progetti dell’Unione europea si affiancano al meno avveniristico obiettivo di sviluppo del protocollo internet più recente (IP versione 6, o IPv6) che garantirà un numero sufficiente di indirizzi web così da consentire a questa nuova ondata di oggetti connessi online di emergere.

 

Una comunicazione della Commissione europea adottata lo scorso maggio invita i paesi membri a farsi pionieri della diffusione dell’IPv6 facendo migrare verso il nuovo sistema web  le loro reti internet, i siti internet del settore pubblico e i servizi di amministrazione in linea. L’obiettivo è che entro il 2010, il 25% delle imprese, delle amministrazioni pubbliche e dei nuclei familiari dell'Ue utilizzi l'IPv6. In definitiva ai nostri vasetti di yogurt non resta che apettare. 
(Maria Cristina Nanni)