Rome Investment Forum 2018 - rafforzare investimenti infrastrutturali

Rome Investment Forum 2018 - Photo on Visualhunt.comPer rilanciare la crescita e lo sviluppo in Italia è necessario sostenere gli investimenti infrastrutturali, mettendo a disposizione delle imprese servizi finanziari innovativi. Questo il messaggio lanciato durante il Rome Investment Forum 2018.

Fondi UE post 2020: le infrastrutture come driver di crescita

Promuovere gli investimenti infrastrutturali per stimolare la ripresa economica e sviluppare servizi finanziari innovativi per rispondere alle esigenze delle imprese. Sono i temi al centro di due sessioni di lavoro della quinta edizione del Rome Investment.

CEF post 2020: fondi UE per energia, trasporti e digitale

Come sostenere gli investimenti infrastrutturali

I partenariati pubblico-privati giocano un ruolo chiave nel campo della cooperazione internazionale, poiché permettono di accelerare gli investimenti infrastrutturali, ha dichiarato il vice ministro degli Affari esteri, Emanuela Claudia Del Re.

Il governo italiano sostiene la cooperazione internazionale con diversi strumenti, favorendo da un lato il dialogo tra stakeholder e promuovendo, dall’altro, interventi finanziari a favore della crescita sostenibile nei paesi in via di sviluppo.

Per migliorare la sua azione esterna, l’Italia deve imparare a coinvolgere maggiormente gli investitori privati nelle attività di cooperazione internazionale, guardando ai beneficiari come potenziali partner per nuovi modelli di business.

Il coinvolgimento del settore privato è fondamentale anche per rilanciare gli investimenti infrastrutturali in Italia, ha proseguito Franco Bassanini, presidente del Consiglio di amministrazione di Open Fiber.

L’attuale contesto politico e normativo, caratterizzato da instabilità ed eccessi burocratici, non facilità l’attrazione di nuovi investimenti sul territorio nazionale, compromettendo lo sviluppo del paese e la sua competitività a livello globale.

L'importanza del digitale

L’Italia deve puntare soprattutto sulle infrastrutture digitali, che nell’ambito della quarta rivoluzione industriale rappresentano la spina dorsale per investimenti innovativi, ha sottolineato Carlotta De Franceschi, presidente di Action Institute.

E’ quindi necessario adeguare le regole del paese alla necessità di attrarre più capitali, migliorando la qualità dei progetti infrastrutturali, lavorando sull’uso dei fondi strutturali e investendo sulla formazione delle nuove generazioni.

Tuttavia la dematerializzazione dell’economia, dovuta all’uso sempre più diffuso delle nuove tecnologie digitali, crea non poche incertezze tra gli attori finanziari, alla ricerca di nuove soluzioni per ridistribuire il rischio, hanno sottolineato Francesco Mazzaferro della Banca centrale europea e Luca Lazzaroli della Banca europea per gli investimenti.

Il punto di vista delle banche

Per far fronte a questi cambiamenti in corso occorre dare una direzione agli investimenti, mettendo insieme gli interessi dei governi e delle imprese, ha evidenziato Luigi Paganetto di Cassa Depositi e Prestiti. L’obiettivo è investire nelle missioni condivise dalla collettività – come l’economia circolare, l’energia rinnovabile, la crescita sostenibile, ecc - per aumentare competitività del sistema.

Il mercato finanziario ha voglia di investire nelle infrastrutture, ma le scelte politiche di regolamentazione fatte finora in Italia e in Europa nel settore finanziario hanno scoraggiato gli investimenti, ha fatto presente Lorenzo Bini Smaghi di Société Générale.

Per stimolare gli investimenti l’Europa deve concentrarsi su pochi strumenti, con un occhio di riguardo per i piccoli progetti, troppo spesso esclusi dal sostegno del Piano Juncker, ha sottolineato Laurent Zylberberg di Caisse des dépôts.

Anche il mercato immobiliare ha le potenzialità per attrarre nuovi investimenti in Italia con ricadute positive per altri settori, ha evidenziato Marco Plazzotta di Assoimmobiliare, ricordando la necessità di finanziare interventi di riqualificazione e riadeguamento delle infrastrutture.

Innovare i servizi finanziari per sostenere la crescita

La crescita e la competitività dell’Italia e dell’UE a livello internazionale non possono prescindere dall’innovazione dei servizi finanziari. Oggigiorno esistono numerosi strumenti a sostegno degli investimenti, ma il vero problema è migliorare la gestione dei rischi in tutti i settori, ha evidenziato Carlos Ignacio de Montalvo Rebuelta di PricewaterhouseCoopers.

Le tecnologie digitali, dall’intelligenza artificiale alla blockchain, offrono numerose opportunità per migliorare i servizi finanziari, ha proseguito Francesco Morgia dell’Ufficio italiano brevetti e marchi (UIBM), ribadendo che gli asset immateriali fanno parte fondamentale del valore di un’impresa.

Per sostenere l’innovazione del sistema produttivo italiano, l’UIBM ha adottato una serie di misure per incentivare, attraverso agevolazioni ad hoc (Marchi+, Brevetti+, ecc), le imprese ad investire nella tutela dei propri titoli di proprietà industriale.

A livello UE, il Parlamento europeo sta lavorando attivamente per migliorare i servizi finanziari a supporto delle aziende europee in diversi settori, ha proseguito l’eurodeputato Luigi Morgano, ricordando la necessità di completare al più presto l'Unione mercati capitali.

Un esempio di servizio finanziario innovativo arriva dalla Svezia, dove il sistema bancario -insieme al settore privato - ha sviluppato un’app che consente di effettuare pagamenti tramite il proprio smartphone, ha spiegato Pehr Wissén, professore della School of Economics di Stoccolma.

Italia, manca strategia per innovazione tecnologia

In Italia l’innovazione dei servizi finanziari deve fare i conti con la mancanza di una leadership che, a partire dalla nascita del web, non ha saputo comprendere le potenzialità del digitale per la crescita economica, ha proseguito Elio Catania di Confindustria Digitale.

Il Piano nazionale Impresa 4.0 rappresenta una prima presa di coscienza di questo gap, ma non è sufficiente a colmare l’assenza di una forte strategia nazionale a sostegno dell’innovazione tecnologica nei vari settori produttivi.

A pagare le conseguenze di questa politica economica sono soprattutto le startup, ha proseguito Gianmarco Carnovale di Roma Startup, sottolineando la necessità di formare attori specializzati nel venture capital.

Per sostenere al meglio le nuove imprese è necessario definire strumenti idonei alle loro esigenze, facendo sistema tra investitori, startup e authority, ha dichiarato Massimo Di Tria di Cattolica Assicurazioni.

Il futuro degli strumenti finanziari con il fondo InvestEU 

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