Made In: il primo sì alle regole per l'etichettatura di origine sui prodotti importati in Europa

Made in China - foto di KostmoNella giornata di ieri a Strasburgo la Commissione del commercio internazionale del Parlamento Europeo ha approvato la Relazione dell'On. Cristiana Muscardini sulla obbligarietà dell'indicazione del paese di origine di alcuni prodotti importati da paesi terzi. Il testo è stato adottato con 19 voti a favore e soltanto 2 contrari. Il passo successivo è il voto favorevole dell'Europarlamento in plenaria, che dovrebbe avvenire nella sessione di novembre, poi i negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue decideranno quale sarà la versione definitiva del Regolamento.

L'obiettivo è assicurare che i clienti/consumatori siano adeguatamente informati circa l’origine di determinate categorie di merci e proteggerli così da possibili rischi sanitari, dalla contraffazione e dalla concorrenza sleale.

Con la bozza di regolamento sono stati approvati alcuni emendamenti che limiterebbero l’obbligo di etichettatura ai soli beni destinati al consumo finale, ma la lista di prodotti, che già evidenzia l’inclusione di tessile/abbigliamento, gioielleria, ceramica, pelle e arredamento, è stata allargata anche a viti e bulloni, coltelleria, farmaci, vetro e occhialeria.

Con l'adozione definitiva di questo Regolamento la legislazione UE si allineerà con quella dei partner commerciali più importanti come gli Stati Uniti, il Canada, la Cina, l'Australia etc. che hanno legislazioni molto più precise per garantire la denominazione di origine dei prodotti messi in commercio, determinando il rilancio dell'economia italiana.

Al momento infatti non ci sono regole di marcatura di origine armonizzate a livello UE.

La Commissione del commercio internazionale, di cui l'On. Cristiana Muscardini è vice presidente, si occupa delle questioni relative alla definizione e all'attuazione della politica commerciale comune dell'Unione europea e alle sue relazioni economiche esterne, in particolare:
  1. le relazioni finanziarie, economiche e commerciali con paesi terzi e organizzazioni regionali;
  2. le misure di armonizzazione o normalizzazione tecnica nei settori coperti da strumenti di diritto internazionale;
  3. le relazioni con le organizzazioni internazionali pertinenti e con le organizzazioni che promuovono l'integrazione economica e commerciale regionale al di fuori dell'Unione europea;
  4. le relazioni con l'Organizzazione mondiale per il commercio, compresa la sua dimensione parlamentare.
La commissione assicura il collegamento con le pertinenti delegazioni interparlamentari e delegazioni ad hoc per gli aspetti economici e commerciali delle relazioni con i paesi terzi.