Cellulari e notebook: il futuro e' nelle fuel cells ad etanolo

ethanol - powered by Brookhaven National LaboratoryPile a combustibile portatili, alimentate direttamente ad etanolo, saranno presto realizzate grazie ad un nuovo catalizzatore che spezza i legami tra le molecole dell’etanolo, liberando elettroni e producendo energia. Realisticamente queste celle potranno prendere il posto delle batterie dei pc portatili e dei telefoni cellulari e potrebbero essere usate anche per alimentare i veicoli elettrici.

Le fuel cell ad etanolo risultano molto più efficienti rispetto ai tradizionali motori alimentati ad etanolo e sono molto più pratici dei combustibili ad idrogeno, in quanto l’etanolo è più semplice da conservare e da trasportare rispetto all’idrogeno. Inoltre, l’etanolo è rinnovabile e non è tossico. In passato i ricercatori non erano stati in grado di creare un buon catalizzatore per le celle a combustibile.

Oggi, invece, il nuovo catalizzatore sviluppato dai ricercatori del Brookhaven National Laboratory di Long Island, negli Stati Uniti, in collaborazione con la University of Delaware e la Yeshiva University, spezza i legami di carbonio anche in assenza di alti voltaggi, rilasciando elettroni a sufficienza per produrre un corrente elettrica cento volte superiore a quella prodotta senza altri catalizzatori. Il prossimo passo sarà quello di incorporare il catalizzatore nella cellula combustibile.

Radoslav Adzic, responsabile chimico del Laboratorio che ha condotto il lavoro, si ritiene ottimista sul fatto che il catalizzatore, una volta inserito nella cellula, produrrà corrente elettrica nell’ordine di centinaia di milliampere per centimetro quadrato.

Per creare il catalizzatore, Adzic ha inserito piccoli aggomerati di platino e rodio in nanoparticelle di stagno-ossido. La combinazione di rodio e stagno-ossido pemette di spezzare i legami, mentre il platino gioca un ruolo chiave nella produzione di protoni e elettorni dagli atomi di idrogeno nell’etanolo.

Per i ricercatori la sfida più ambiziosa sarà quella di ridurre i costi. Il rodio è attualmente il metallo prezioso più caro, ancor più del platino, e pertanto dovrà essere sostituito con un altro elemento o, in alternativa, bisognerà mettere a punto un modo per ridurre la proporzione di rodio richiesta.
(Alessandra Flora)