Rinnovabili – UE, prima riunione del Forum industriale per l'energia pulita

RinnovabiliIl Clean Energy Industrial Forum apre i lavori con la riunione di alto livello degli stakeholder operanti nel settore delle rinnovabili. Focus su investimenti, ricerca e commercio.

Energia – mercato elettrico e rinnovabili, intesa tra Stati UE

Rinnovabili, batterie, edilizia: sono i tre settori al centro del Clean Energy Industrial Forum, annunciato dalla Commissione nell'ambito del pacchetto Energia pulita per tutti gli europei e nato con l'intento di ottimizzare i benefici della transizione energetica per l’industria europea.

Si parte con le rinnovabili, con discussioni centrate principalmente sul ruolo della ricerca e dell'innovazione da un lato, e delle politiche commerciali dall'altro. Una ventina gli amministratori delegati e i leader delle associazioni rappresentative del comparto che si sono dati appuntamento a Bruxelles il 9 gennaio per identificare le attuali tendenze del settore e le politiche chiave per garantirne crescita e competitività.

Leadership UE a rischio: è la Cina a trainare il mercato

In base ai dati forniti dalla International Energy Agency nel World Energy Outlook 2017, è Pechino a dettare il futuro delle rinnovabili.

La domanda globale di energia è destinata ad aumentare del 30% entro il 2040 e “sono finiti gli anni di boom per il carbone”, nota l'agenzia, sostenendo che nei prossimi 25 anni il crescente fabbisogno energetico mondiale sarà soddisfatto innanzitutto dalle fonti rinnovabili.

A guidare la crescita del settore sarà in primo luogo il solare: del resto, Cina e India, due dei Paesi col più alto consumo energetico al mondo, stanno puntando proprio su questa forma di energia. Pechino, solo per farsi un'idea, ha inaugurato proprio poche settimane or sono la prima autostrada fotovoltaica, e nella provincia di Anhui è stato messo in funzione il più grande impianto fotovoltaico galleggiante al mondo.

L'Europa? Si affida soprattutto all'eolico. Di queste ore la notizia del record toccato da questa forma di energia: l'Europa ha infatti inaugurato il 2018 con un record storico, producendo, nella sola giornata del 4 gennaio, 2.128 gigawattora di energia pulita, pari al 22,7% della domanda, in grado di coprire i fabbisogni di 160 milioni di famiglie e il 61% della domanda industriale elettrica. A dirlo sono le stime di WindEurope riferite dall'Associazione nazionale energia del vento (ANEV).

Investimenti in calo e concorrenza globale: due questioni da risolvere

Ma mentre il resto del mondo punta sempre di più sulle rinnovabili, l'Europa sembra fare come i gamberi: in base a quanto riportato nel documento preparatorio del Clean Energy Industrial Forum, infatti, gli investimenti europei per lo sviluppo di tecnologie per le rinnovabili sono diminuiti dal 45% al 18% tra il 2011 e il 2016 rispetto agli investimenti globali nel settore.

Gli stakeholder dovranno quindi concentrarsi su quegli anelli della catena di valore per l'industria delle energie rinnovabili in Europa che hanno il miglior potenziale per attrarre investimenti.

Puntare su ricerca e sviluppo

Tecnologie innovative, ricerca e sviluppo e brevetti sono elementi determinanti per acquisire nuove quote di mercato. Nel 2015, si stima che le società europee detenessero circa il 30% di tutti i brevetti sulle energie rinnovabili, ma tale quota sarebbe diminuita negli ultimi anni.

Il programma UE per la ricerca e l'innovazione, Horizon 2020, ha destinato circa 10 miliardi di euro all'energia pulita, di cui 3 solo dedicati alle rinnovabili. E, guardando in prospettiva, la Commissione sta mettendo a punto il nono programma quadro per la ricerca, il successore di Horizon.

Il Forum dovrà quindi individuare le attività e le policy su cui concentrare risorse per garantire vantaggi in termini di crescita e competitività industriale al settore.

Barriere e opportunità commerciali

Per quanto riguarda i flussi commerciali nel settore dell'energia, i dati sono rincuoranti: nel 2015, la somma delle importazioni e delle esportazioni è stata più di due volte superiore a quella del 2000, con un aumento medio del 7% ogni anno. Ciò è dovuto in particolare al crescente rapporto con la Cina e altri paesi dell'Asia occidentale e dell'Africa settentrionale.

Non solo: il valore delle export dell'UE ha superato il valore delle importazioni, indicando un saldo commerciale positivo per la maggior parte delle tecnologie di energia rinnovabile. Diverso il caso del solare fotovoltaico, che vede l'UE con una bilancia commerciale negativa (l'Europa, infatti, importa moduli, ma esporta attrezzature e invertitori di produzione).

Il Forum dovrà quindi individuare non solo i mercati chiave per l'industria rinnovabile europea, ma anche le barrriere (finanziarie e non) che impediscono al settore di competere sui mercati internazionali.

SolarPower Europe: realizzare una politica olistica per rafforzare l'intera filiera

“Il Clean Energy Industrial Forum rinvigorirà il nostro settore”, dichiara Christian Westermeier, presidente di SolarPower Europe, associazione del settore dell'energia solare in Europa che alla conferenza di alto livello era rappresentata da Baywa r.e., Enel Green Power, SMA, Total e Wacker Chemie.

“È l'occasione perfetta per rivedere le politiche che hanno ostacolato la competitività, come le misure commerciali sui pannelli solari, e realizzare una politica olistica che rafforzi l'intera catena", ha aggiunto James Watson, CEO di SolarPower Europe.

Aspettando gli EU Industry Days

Dopo la riunione degli stakeholder delle rinnovabili, nel corso degli EU Industry Days (22-23 febbraio) si terrà un evento pubblico che riunirà anche i rappresentanti degli altri settori coinvolti nel Clean Energy Industria Forum (batterie e costruzioni).