Ucraina - guida all'export e agli investimenti

Opportunita' di business in UcrainaQuali opportunità offre l'Ucraina per le imprese italiane, in termini di export e investimenti? Quali sono i settori con maggiori prospettive? Quali i principali rischi per un'azienda?

Mappa dei Rischi SACE - scenario in ripresa ma non privo di insidie

In qualità di presidente in esercizio dell’OSCE, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, il ministro degli esteri Angelino Alfano si è recato per una missione di tre giorni in Ucraina e Russia. A Kiev il numero uno della Farnesina ha partecipato, insieme ai rappresentanti dell'imprenditoria made in Italy e dell'Agenzia ICE, al Business Forum Italia-Ucraina, che è stata l'occasione per sottolineare l'importanza di rafforzare le relazioni bilaterali nel settore economico-commerciale e le opportunità di business e cooperazione tra le imprese dei due Paesi.

In occasione del Business Forum di Kiev, con l'aiuto della Scheda Paese di SACE, società specializzata nell'export credit del Gruppo CDP (Cassa depositi e prestiti), guardiamo nel dettaglio principali opportunità e rischi, in termini di export e investimenti, per le imprese italiane che vogliono affacciarsi al mercato ucraino.

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Export, investimenti e rischi: il punto sull'Ucraina

Partiamo dal commercio. L'Ucraina è il 55° mercato di destinazione per l'export italiano e il 4° in Europa non UE-CSI (acronimo di Comunità degli Stati Indipendenti, ovvero l'organizzazione composta da ex repubbliche sovietiche, formatasi dopo la dissoluzione dell'URSS).

Attualmente, l'Italia ha una quota sull'export totale verso l'Ucraina del 2,6%. Per fare un paragone con le altre principali Economie europee, la Germania detiene ben il 10,6% del totale, mentre sono entrambe sotto la quota italiana Francia (2,4%) e Spagna (1,2). Da qui al 2020, SACE - che insieme a SIMEST forma il Polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo CDP - prevede un incremento potenziale delle esportazioni italiane verso Kiev di 329,6 milioni di euro.

A livello settoriale, la gran parte delle esportazioni italiane in Ucraina rientra nella meccanica (27%). Seguono tessile e abbigliamento (19%), i prodotti in legno e la chimica (entrambi al 9%).

Dal punto di vista degli investimenti, i comparti che presentano le maggiori opportunità per le imprese italiane sono:

  • agricoltura,
  • farmaceutica,
  • Ho.Re.Ca. (acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café),
  • infrastrutture,
  • energia,
  • mezzi di trasporto.

Quanto agli indicatori di rischio, SACE assegna all'Ucraina un punteggio di 68/100 di rischio politico, facendo la media tra i rischi di:

  • esproprio e violazioni contrattuali (66/100)
  • guerra e disordini civili (68/100)
  • trasferimento di capitali e convertibilità (69/100).

Decisamente più alto il rischio di credito, a cui SACE assegna un punteggio di 90/100, facendo una media tra i rischi di:

  • mancato pagamento della controparte sovrana (69/100)
  • mancato pagamento della controparte bancaria (100/100)
  • mancato pagamento della controparte corporate (100/100).

In termini di business climate (ambiente imprenditoriale), infine, in base all'Indice Doing Business, ovvero l'indice elaborato dalla Banca Mondiale per misurare il contesto normativo-operativo per l'avvio e la gestione di una attività economica, l'Ucraina si piazza all'80° posto di 190 analizzati. In media, per registrare un'impresa a Kiev ci vogliono 5 giorni.

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