Imprenditorialita': World Economic Forum, Italia in fondo alla classifica

Author: World Economic Forum / photo on flickr Il World Economic Forum ha pubblicato un rapporto che analizza la cultura d’impresa a livello internazionale su un campione di 44 Paesi. Povera la performance dell’Italia, in cui solo il 3% della popolazione lavoratrice dà l’avvio a una propria attività.

L’analisi, intitolata “Leveraging entrepreneurial ambition and innovation”, incrocia i dati del WEF sulla competitività di 144 Paesi e quelli del Global Entrepreneurship Monitor sull’attività imprenditoriale di 70 economie nel periodo 2009-2013, soffermandosi su 44 Stati.

Il rapporto evidenzia tre parametri d’analisi dei dati:

  • la percentuale di imprenditori agli inizi in rapporto alla popolazione in età da lavoro;
  • la percentuale di imprenditori ambiziosi, cioè che hanno come obiettivo il creare almeno 20 nuovi posti di lavoro con la propria impresa nei primi 5 anni di attività;
  • la percentuale di imprenditori innovativi, cioè che offrono nuovi prodotti o servizi.

Imprenditori nascenti

Poche economie del campione hanno percentuali elevate di imprenditori agli inizi, e tra quelle in cui la percentuale è relativamente più alta, nessuna è particolarmente competitiva: circa due terzi delle economie del campione hanno una percentuale sotto il 10%. In Italia la percentuale è del 3%. Gli ultimi Paesi in classifica sono, oltre all’Italia, Giappone, Danimarca, Russia e Belgio. Solo 5 economie hanno una percentuale superiore al 20%: Uganda, Ecuador, Perù, Colombia e Cile.

Percentuali elevate si registrano solo nelle economie a bassa competitività. Man mano che le economie diventano più competitive, questa percentuale tende a convergere tra il 4% e l’11% della popolazione. Un esempio: l’Uganda, che nello studio risulta avere la più alta percentuale di imprenditoria nascente (33%), è anche l’economia con il livello più basso di competitività della classifica.

L’economia europea con la percentuale più elevata di imprenditori nascenti è la Svizzera, che comunque raggiunge solo il 7%, ma è anche l’economia più competitiva in assoluto tra i 44 Paesi del campione. Tutte le economie del continente europeo hanno percentuali sotto il 10%.

Ambizione imprenditoriale

La maggior parte degli imprenditori agli inizi non ha ambizioni elevate di crescita, con meno del 10% di loro che puntano a creare almeno 20 posti di lavoro nei primi 5 anni di attività. L’Italia si piazza tra le ultime economie in classifica, al trentaduesimo posto, mentre in cima alla classifica troviamo Taiwan, Colombia, Lettonia, Giappone e Cina, con percentuali superiori al 15% (25% nel caso di Taiwan).

Le economie europee più ambiziose sono la Romania (sesta in classifica), con Irlanda e Ungheria a seguire poco al di sotto (ottavo e nono posto rispettivamente).

Il rapporto sottolinea come nella maggior parte dei casi, un imprenditore non dà avvio alla sua impresa per ambizione, ma perché non ha o non pensa di avere opportunità di lavoro migliori.

Imprenditoria innovativa

Anche i livelli di imprenditoria innovativa, che offre cioè nuovi prodotti o servizi, variano molto a livello geografico. Ultimo in classifica risulta essere il Brasile, con meno del 10% delle imprese classificabili come innovative, mentre in cima alla classifica si piazza il Cile, con più del 50%, seguito da Danimarca, Sudafrica, Colombia e Francia.

L’Italia, con una percentuale sotto il 30%, si colloca al ventottesimo posto. Le economie con livelli elevati di imprenditoria innovativa hanno generalmente anche livelli più elevati di imprenditori ambiziosi. La Colombia e la Lettonia, ad esempio, presentano performance elevate in entrambi i parametri.

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Rapporto del World Economic Forum

Photo credit: World Economic Forum / Foter / CC BY-NC-SA