Professionisti - report AdEPP, redditi in calo

Tra il 2007 e il 2014 i redditi dei professionisti sono diminuiti del 18,35%

Professionisti

Lo rivela il Rapporto sulla previdenza privata e privatizzata 2015 realizzato dal centro studi dell’AdEPP, l'Associazione delle casse di previdenza private.

Professionisti, divari per genere ed età

Le categorie più colpite dal calo dei redditi sono:

  • biologi,
  • consulenti del lavoro,
  • notai,
  • psicologi,
  • avvocati,
  • infermieri,
  • architetti.

A livello regionale la situazione più preoccupante è stata registrata in Calabria, dove un professionista ottiene in media un reddito pari al 35% rispetto a quanto guadagnato da un collega operante in Lombardia (regione di riferimento per l’indicatore di disparità regionale).

Inoltre, tra il 2010 e il 2014, è aumentato il divario salariale tra donne e uomini. In media le professioniste guadagnano la metà del reddito dichiarato dai colleghi uomini, e al massimo riescono a guadagnare circa il 70% del reddito dei professionisti.

Guardando alle fasce d’età, invece, sono i professionisti tra i 50 anni e i 65 anni ad avere i redditi più elevati, mentre tendono a calare nella fascia tra i 25 e i 40 anni. La categoria più vulnerabile è quella degli under 30, che possono contare su un reddito medio poco superiore al 20% di quello di un collega rientrante nella fascia 55-60 anni.

Casse previdenziali

Se da un lato il reddito dei professionisti è in calo, dall’altro aumenta il numero degli iscritti alle casse previdenziali. Tra il 2005 e il 2014 il numero degli iscritti all’AdEPP è aumentato del 20,02%, per un totale di 1.469.637 unità.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri (Enpam) ha registrato il maggior numero di adesioni, pari al 24,25% del totale degli iscritti all’AdEPP, seguito dalla Cassa forense (15,23%) e dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza per ingegneri e architetti liberi professionisti (Inarcassa) con l'11,40% degli iscritti.

Analizzando le prestazioni erogate, l’indennità di maternità rappresenta la voce di spesa più considerevole, con un incremento di circa il 30% nel periodo compreso tra il 2007 e il 2014. Tale aumento è strettamente correlato all’incremento del numero degli iscritti di ciascun ente e in particolare del numero di donne iscritte.

Photo credit: World Bank Photo Collection via Foter.com / CC BY-NC-ND