Corte Conti Ue – migliorare gestione fondi europei per Natura 2000

Un rapporto della Corte dei Conti europea denuncia i limiti nella gestione dei finanziamenti Ue per la rete Natura 2000

Natura 2000

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La gestione, il finanziamento e il monitoraggio della rete Natura 2000 per la protezione di habitat e specie a rischio non sono soddisfacenti. E' la conclusione cui è giunta la Corte dei Conti europea analizzando 24 siti e conducendo indagini in tutti gli Stati membri. Le informazioni su costi e fabbisogni finanziari della rete non sono risultate attendibili, i meccanismi di finanziamento Ue non sono sembrati adeguati agli obiettivi di Natura 2000 e in assenza di indicatori di performance non è stato possibile valutare il contributo dei fondi europei ai risultati di conservazione attesi.

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Istituita dalle direttive Uccelli e Habitat, la rete Natura 2000 è il fulcro della strategia europea sulla biodiversità e copre attualmente oltre il 18% della superficie terrestre dell’Ue e circa il 6% di quella marina, attraverso più di 27mila siti protetti.

La responsabilità di sorvegliare l'attuazione delle due direttive e la coerenza dei finanziamenti destinati a Natura 2000 con gli obiettivi della rete spetta alla Commissione europea, che può anche avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati inadempienti. I Paesi Ue devono infatti creare, gestire e finanziare la rete dei siti Natura 2000 a livello nazionale e monitorare lo stato di conservazione degli habitat e delle specie protette.

La rete può essere finanziata dalla Politica agricola comune (PAC), dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), dal Fondo di coesione (FC) e dal Fondo sociale europeo (FSE), prevedendo contributi per Natura 2000 all'interno dei rispettivi Programmi operativi, oltre che dal Programma LIFE. Sono previsti però anche contributi a livello dei singoli Stati membri, spesso grazie a donatori internazionali e a fondi privati.

L'efficacia di questo strumento, però, sarebbe insufficiente. Sulla base delle visite condotte in Francia, Germania, Spagna, Polonia e Romania e delle indagini portate avanti in tutti gli altri Stati membri, la Corte ha concluso nei Paesi Ue gestione, finanziamento e monitoraggio dei siti protetti sono inadeguati.

Gestione

Dal punto di vista della gestione, le maggiori criticità riscontrare dall'audit riguardano l'insufficienza del coordinamento tra le autorità e i portatori di interesse negli Stati membri e della cooperazione transfrontaliera e i ritardi nella designazione dei siti quali zone speciali di conservazione (ZSC) e nell’adozione delle relative misure, tra l'altro spesso non orientate al raggiungimento di obiettivi specifici.

Anche le valutazioni dei progetti con un impatto potenziale sui siti Natura 2000 sono risultate poco esaustive, spesso prive della documentazione necessaria e condotte da personale non qualificato.

Rare le misure di attenuazione e di compensazione, essenziali per limitare l'impatto ambientale negativo dei progetti che incidono sulle aree Natura 2000, mentre sono numerose le denunce presentate da cittadini e organizzazioni alla Commissione europea per segnalare casi di potenziale violazione del diritto dell’Unione.

Finanziamento

Non va meglio per quanto riguarda il finanziamento di Natura 2000. Secondo la Corte non vi è alcuna stima attendibile dei fondi Ue impiegati per Natura 2000 per il periodo di programmazione 2007-2013, i Quadri di azioni prioritarie (PAF) redatti dagli Stati membri non hanno fornito un'immagine esauriente dei costi della rete e le relazioni sull’attuazione dei vari Programmi Ue non hanno consentito alla Commissione di monitorare l’importo dei fondi europei destinati a Natura 2000.

Anche le stime sulle esigenze finanziarie per la programmazione 2014-2020 contenute nei PAF non sono risultate esatte, ha osservato la Corte dei Conti, sottolineando che a causa della “limitata integrazione di Natura 2000 nei regimi di finanziamento dell’Unione, vi è il rischio che i fondi disponibili non siano sufficientemente adattati ai bisogni dei siti”.

Un rischio evidente se si guarda ad esempio alla Misura agroambientale (214) del FEASR 2007-2013, la più importante in termini di finanziamento della gestione degli habitat nei siti Natura 2000: nonostante la Misura 214 abbia assorbito il 50% delle risorse FEASR, solo il 7% delle risorse è andato ai pagamenti Natura 2000. Non solo: in molti casi le compensazioni finanziarie fornite a valere sul FEASR o sul Fondo europeo per la pesca (FEP) non coprivano appieno le perdite finanziarie derivanti dal rispetto degli obblighi legati a Natura 2000, scoraggiando la partecipazione ai Programmi.

Le pratiche di promozione della biodiversità sono state meglio incentivate dai contributi del Programma LIFE, ma trattandosi di uno strumento che sostiene singoli progetti il più delle volte la sostenibilità di queste iniziative è stata possibile solo grazie a fonti di finanziamento più stabili.

Monitoraggio

Infine, secondo la Corte, i sistemi di monitoraggio non hanno permesso di valutare correttamente l’efficacia della rete Natura 2000.

In generale, data la diversità delle potenziali fonti di finanziamento Ue per i siti protetti e la mancanza di indicatori comuni ai diversi fondi è risultato difficile monitorare l’impiego di tali risorse per la rete Natura 2000 durante il periodo di programmazione 2007-2013. Laddove, come nei Programmi di sviluppo rurale (PSR), sono stati previsti degli indicatori per Natura 2000, questi si sono concentrati sulle risorse e le realizzazioni, non sui risultati, per cui non hanno permesso di misurare se e quanto le azioni finanziate dall’Ue siano riuscite a promuovere la biodiversità.

La programmazione 2014-2020 potrebbe risentire degli stessi problemi: ad eccezione del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), per il quale sono stati definiti due indicatori specifici per Natura 2000, eventuali indicatori relativi alla rete verranno incorporati in quelli generali sulla biodiversità, rendendo difficile registrare i risultati conseguiti con specifico riferimento alla rete per i vari fondi europei.

> Relazione speciale n. 1/2017: Occorre fare di più per realizzare appieno le potenzialità della rete Natura 2000