Blockchain - cosi’ puo’ aiutare export e politica commerciale UE

Blockchain e commercioLa blockchain ha un potenziale enorme per lo sviluppo del commercio internazionale, che l'UE deve essere in grado di cogliere e promuovere. E' questo il punto di partenza del documento “Blockchain: una politica commerciale lungimirante”, approdato in Commissione INTA del PE.

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L'Unione europea – si legge nel progetto di relazione presentato dall'eurodeputata Emma McClarkin alla Commissione per il Commercio internazionale (INTA) del Parlamento europeo - ha intrapreso importanti iniziative volte a promuovere gli utilizzi della blockchain nel mercato unico. Tuttavia, continua il documento, l'UE non si è ancora sufficientemente concentrata sulle possibilità offerte da questa innovativa tecnologia in termini di miglioramento delle politiche commerciali internazionali e di gestione delle catene di approvvigionamento.

La tecnologia blockchain, si ricorda nella bozza di relazione, consente alle singole parti di partecipare a transazioni sicure grazie alla possibilità di stabilire con sicurezza la data e la provenienza dei dati immessi in ciascun blocco della catena. Inoltre, i dati registrati sulla blockchain sono immutabili, dunque non modificabili o cancellabili. Lo stesso accesso degli utenti è soggetto a verifica; infine, i sistemi di blockchain contengono funzioni automatizzate in grado di stipulare contratti intelligenti, una volta soddisfatti determinati criteri.

Sulla base dei risultati emersi da diversi studi e progetti pilota, la relazione analizza le principali potenzialità della blockchain in ambito commerciale, nelle procedure doganali dell'UE e nelle catene di approvvigionamento globali.

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I vantaggi: semplificazione, maggiore sicurezza e minori costi

Studi recenti mostrano che l'utilizzo della blockchain nel commercio internazionale potrebbe produrre un risparmio del 20% delle spese totali per il trasporto fisico, riducendo i costi degli scambi fino a mille miliardi di dollari. Si stima, inoltre, che la riduzione delle barriere nelle catene di approvvigionamento globali prodotta dalla blockchain potrebbe far crescere il commercio mondiale di circa il 15%.

In particolare, continua la relazione, la blockchain offre, in ambito commerciale, la possibilità di ridurre i costi delle transazioni tra le parti eliminando la necessità di procedure burocratiche fisiche e gli ostacoli ispettivi e amministrativi posti dagli intermediari. Il tutto grazie alla maggiore fiducia che la tecnologia conferisce alle transazioni stesse, migliorando a sua volta la trasparenza e rafforzando la certezza della provenienza delle merci.

Inoltre, la blockchain può facilitare e rafforzare la sicurezza dei flussi dei dati per prevenire l'uso di documentazione fraudolenta e merci contraffatte nelle catene di approvvigionamento.

E' alla luce di questi e altri vantaggi, si legge nella bozza di relazione, che sono già stati realizzati, nei settori della logistica, diversi progetti pilota che prevedono catene di approvvigionamento basate parzialmente o integralmente (end-to-end) sulla blockchain.  

Si tratta, continua il documento, di casi di utilizzo che non si limitano alle grandi società multinazionali, ma possono interessare anche le piccole e medie imprese (PMI). La tecnologia blockchain può, infatti, facilitare in modo rilevante l'interazione delle PMI con le autorità doganali e le altre imprese nella catena di approvvigionamento, permettendo loro di crescere e incrementare le esportazioni grazie alla riduzione dei costi delle transazioni.

Un altro elemento di interesse per le imprese di piccole dimensioni risiede nel fatto che i necessari controlli della solvibilità creditizia e le misure di verifica possono essere ottimizzati grazie all'automatizzazione che i sistemi della blockchain conferiscono alle catene di approvvigionamento.

Questi effetti di semplificazione prodotti dalla tecnologia della catena a blocchi offrono, continua il documento firmato da Emma McClarkin, un importante potenziale per l'ulteriore facilitazione delle transazioni nella catena di approvvigionamento, con effetti positivi sul commercio mondiale.

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La blockchain e la politica commerciale UE

Passando al potenziale specifico della blockchain in termini di miglioramento della politica commerciale UE, la relazione evidenzia che gli accordi di libero scambio (ALS) dell'UE sono "ampiamente sottoutilizzati dalle imprese". Ciò, secondo la Commissione europea, è dovuto alle difficoltà di comprensione delle norme per ottenere l'origine preferenziale, oltre che alle procedure onerose per disporre dei documenti necessari a beneficiare del trattamento preferenziale.

In tale contesto, si legge, la blockchain può risultare molto vantaggiosa per gli esportatori poichè permette di caricare tutti i documenti pertinenti in un'unica applicazione e, di conseguenza, di dimostrare la conformità degli stessi ai fini del trattamento preferenziale conferito da un accordo di libero scambio.

Infine, la blockchain può facilitare l'uso degli strumenti di difesa commerciale (trade defence instruments, TDI) dell'Unione europea grazie alla capacità di garantire la trasparenza in merito alla provenienza delle merci immesse sul mercato europeo.

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Le principali sfide da affrontare

La relazione evidenzia due principali sfide che l'Unione europea si trova ad affrontare in fatto di blockchain. Da un lato la questione dell'interoperabilità tra sistemi, dall'altro, la scalabilità degli stessi.

Il problema dell'interoperabilità, si legge, riguarda la capacità di integrare le transazioni tra blockchain diverse. Se, ad esempio, si utilizzassero diversi sistemi blockchain per un unico prodotto all'interno della stessa catena di approvvigionamento, sarebbe utile poter trasferire i dati da un sistema all'altro.

Su questo aspetto, continua la bozza di relazione, attualmente vi è ancora molta strada da compiere prima che diversi sistemi di blockchain possano essere applicati in un'unica catena di approvvigionamento commerciale, tuttavia si tratta di "una sfida emergente" di cui la Commissione deve essere consapevole nel valutare le strategie possibili.

La seconda sfida riguarda la scalabilità dei sistemi blockchain, che rappresenta un fattore importante per la loro diffusione. Poiché i sistemi di questa tecnologia si espandono all'interno delle reti commerciali internazionali, si legge, "la capacità della tecnologia e la resilienza dei suoi meccanismi di gestione devono rimanere solidi".

Alla luce dei molteplici aspetti affrontati, il documento si conclude con una esortazione ad "affrontare gli ostacoli normativi alla diffusione della blockchain". La Commissione europea, si legge, deve impegnarsi attivamente con gli Stati membri per "seguire attentamente gli sviluppi nel settore", in particolare nell'ambito dei progetti pilota in corso e dei casi d'uso commerciale che impiegano sistemi basati su tale tecnologia in catene di approvvigionamento internazionali. Infine, Bruxelles deve contribuire alle iniziative internazionali in corso per elaborare norme, principi e standard su cui fondare la regolamentazione, al fine di facilitare l'uso della blockchain.