L'Emilia Romagna sperimenta l'apprendistato di alta formazione

Ricercatrice - Picture by JWIl mondo delle università e quello delle aziende sono sempre più vicini. L’Emilia-Romagna ha deciso di investire sui giovani, dando avvio alla prima sperimentazione di dottorato di ricerca in apprendistato. Le imprese operanti sul territorio avranno la possibilità di assumere con contratto di apprendistato gli under 30 altamenti qualificati che hanno già intrapreso la carriera di ricercatori o che sono in possesso dell’idoneità per iscriversi a un corso di dottorato.

Gli atenei emiliani e romagnoli hanno già presentato alcune di proposte alla Regione. Ora tocca alle aziende scegliere i laureati da assumere, preventivamente selezionati dalle università. A queste ultime spetta il ruolo di individuare il numero di posti destinati all'apprendistato.

A quel punto atenei e aziende definiranno insieme le caratteristiche del percorso, che prevede almeno 120 ore l’anno di attività formativa e didattica. Ampio il ventaglio degli ambiti di ricerca: dalla matematica alla fisica, dalle biotecnologie al diritto europeo, passando per l’economia e per le tecnologie dell’informazione.

“L’obiettivo è promuovere un rapporto sempre più stretto tra il mondo della ricerca e le imprese, e mettere a disposizione delle aziende, anche quelle piccole e medie, persone altamente qualificate” ha affermato Patrizio Bianchi, assessore regionale all’università e al lavoro.

I laureati selezionati si avvieranno alla carriera di apprendista nell'alta formazione e nella ricerca, che rappresenta una delle tipologie previste dalla riforma dell’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.

Un ponte fra due realtà, quella dell’alta formazione e quella lavorativa, finora molto distanti. L'esperimento avviato quest'anno, di durata biennale, punta ad incrementare il trasferimento di conoscenze, ad accrescere la competitività del sistema produttivo e a favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

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