UE – nuove regole per studenti e ricercatori di Paesi terzi

Il Parlamento europeo ha approvato una direttiva per attirare nelle università e nelle imprese dell’Ue studenti e ricercatori provenienti da Paesi terzi

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La normativa, che unifica due direttive già esistenti, intende semplificare e rendere più attraente per le persone extra-Ue la prospettiva di studiare o fare ricerca nelle università europee e di trattenersi in Europa per cercare un impiego.

Più semplice lavorare e muoversi

In base alle nuove disposizioni, infatti, gli studenti e i ricercatori potranno soggiornare nel territorio dell'Unione per almeno 9 mesi dopo la conclusione dei propri studi o ricerche al fine di cercare un’occupazione; in questo modo anche l'Europa potrà beneficiare delle loro competenze.

Inoltre, studenti e ricercatori avranno la possibilità di muoversi più facilmente all'interno dell'Unione durante il loro soggiorno, poiché non sarà più necessario presentare una nuova domanda di visto al momento del trasferimento, ma basterà notificare lo Stato membro verso il quale ci si sta spostando, ad esempio per uno scambio culturale. I ricercatori potranno anche spostarsi per periodi più lunghi rispetto a quelli attualmente consentiti.

La direttiva riconosce ai ricercatori anche il diritto di portare i familiari con loro; inoltre i membri della famiglia potranno lavorare durante il soggiorno nell'Ue. Agli studenti, invece, sarà riconosciuto il diritto di lavorare almeno 15 ore a settimana.

Tirocinanti e volontari

Le nuove regole prevedono anche:

  • condizioni di ingresso uniformi e una protezione più efficace per i tirocinanti e i volontari che operano nell'ambito del programma di volontariato europeo;
  • disposizioni facoltative per altri volontari, alunni e ragazzi "au pair" non europei, che potranno contare per la prima volta su una legge europea.

La direttiva entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale europea; gli Stati membri avranno due anni di tempo per implementare le disposizioni nelle rispettive legislazioni nazionali.

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Photo credit: World Bank Photo Collection via Foter.com / CC BY-NC-ND