Energia – sicurezza approvvigionamenti, alternativa italiana a proposta Ue

L’Italia porta in Consiglio Energia una nuova proposta sulla sicurezza delle forniture di gas, ben diversa da quella proposta dalla Commissione Ue.

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“Dare un contributo concreto alla soluzione di alcune criticità contenute nella proposta della Commissione, con particolare riferimento alla struttura rigida dei gruppi regionali e all'attuazione delle misure di solidarietà fra Stati in caso di emergenza”. Con questo obiettivo il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, insieme ai suoi omologhi di Germania, Francia, Belgio ed Austria, ha portato in Consiglio Energia una proposta che rivoluziona uno dei quattro punti del pacchetto Ue in materia di sicurezza e sostenibilità energetica.

Presentato dalla Commissione a febbraio, il pacchetto - articolato in approvvigionamento di gas, accordi intergovernativi nel settore energetico, GNL e stoccaggio, riscaldamento e raffreddamento - intende dotare l'Ue degli strumenti necessari per affrontare la transizione energetica globale e fronteggiare possibili crisi energetiche.

La controproposta per la sicurezza degli approvvigionamenti

Nel mirino dei 5 Paesi c'è il sistema dei gruppi di assistenza reciproca di Paesi Ue in caso di crisi del gas. In base a tale sistema, in caso di grave crisi negli approvvigionamenti, gli Stati membri dovrebbero contribuire a garantire ai Paesi confinanti le forniture di gas per famiglie e servizi sociali essenziali, quali i servizi di assistenza sanitaria e di sicurezza.

Concretamente, se uno Stato membro deve fronteggiare una crisi del gas, tale meccanismo prevede un taglio della domanda di gas nei Paesi confinanti, in modo da assicurare una fornitura al vicino in crisi.

Il nodo della controproposta sta nel non diminuire la domanda, ma nell'aumentare l'offerta: per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas in Europa non basta puntare su una riduzione della domanda con la creazione di un coordinamento regionale rafforzato, come prevede una proposta di regolamento della Commissione europea, ma occorre anche pensare all'incremento dell'offerta attraverso una serie di misure precise.

Bisognerebbe “attivare per prime misure di incremento dell'offerta” come “l'istituzione ex ante di fornitori di ultima istanza che intervengano in caso di emergenza, l'utilizzo condiviso degli stoccaggi di mercato e di quelli strategici e l'uso coordinato a livello regionale delle capacità dei terminali di rigassificazione di GNL oggi sottoutilizzati”, ha spiegato Calenda. “Solo qualora queste misure non diano gli effetti desiderati si potrebbe ricorrere al taglio della domanda”.

Occorrerebbe inoltre, ha aggiunto il ministro, preparare “scenari di rischio e piani nazionali di emergenza legati a possibili eventi negativi a carico di una specifica infrastruttura” e in base a questo stabilire “misure 'regionali' da inserire poi nei rispettivi piani di emergenza”, dove la loro inclusione “ne garantirebbe l'obbligatorietà”.

Snam e Autorità energia allineati a controproposta

A criticare il meccanismo di solidarietà proposto dalla Commissione europea anche l'amministratore delegato di Snam Marco Alverà e il commissario dell’Autorità per l’energia il gas e il sistema idrico Valeria Termini.

Nel corso di un'audizione in commissione Attivita' produttive della Camera dei Deputati sul pacchetto Ue in materia di sicurezza e sostenibilità energetica, Alverà ha sottolineato l'importanza di aumentare l'offerta prima di attivare riduzioni della domanda. Una posizione, quella di Snam, in linea con la controproposta avanzata da Italia, Germania, Francia, Belgio ed Austria.

L’Autorità per l’energia segnala invece il problema di una disomogeneità tra i Paesi Ue nella definizione di clienti tutelati e servizi socialmente rilevanti, vale a dire le categorie cui dev'essere garantita la fornitura anche in caso scattino i tagli dei consumi. Il rischio, secondo Termini, è che il meccanismo di solidarietà “potrebbe portare, in uno Stato membro confinante con un Paese in emergenza, tagli della domanda di gas del settore termoelettrico, dei consumatori industriali e di una parte dei consumatori civili non domestici, cioè le piccole e medie imprese”, il che metterebbe in serio pericolo il sistema produttivo di un Paese come l'Italia.

Consiglio Energia: ok ad accordi intergovernativi

A trovare concordi i ministri Ue dell'Energia, il punto della pacchetto Ue relativo agli accordi intergovernativi, volto a rendere gli accordi firmati dagli Stati membri con Paesi terzi, e aventi un impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas, più trasparenti e pienamente conformi al diritto dell'Unione.

Se un accordo sarà ritenuto “incompatibile con la legge dell’Unione (come il terzo pacchetto energetico, le norme sulla concorrenza o le regole sugli appalti pubblici), sarà molto difficile se non impossibile per uno Stato membro rinegoziare l’accordo con un Paese terzo”, recitano le conclusioni del Consiglio. In particolare, quando di tratta di gasdotti, Bruxelles sarà tenuta a fare una valutazione ex-ante dell’accordo, mentre per tutti gli altri tipi di intese saranno gli Stati stessi a poter chiedere che venga fatto un controllo preventivo.