Codice Appalti - via al nuovo testo. Recepite le direttive Ue

Via libera del CdM al nuovo Codice degli appalti. Il decreto di recepimento delle direttive Ue in materia di contratti pubblici diventa, così, definitivo

tiberio barchielli

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Il Governo, con il passaggio finale, ha deciso di accogliere gran parte dei rilievi segnalati nelle scorse settimane dalla Conferenza unificata, dal Consiglio di Stato e dalle commissioni parlamentari. Tra le altre cose, allora, è stato ripristinato il limite del 30% per i subappalti, come auspicato dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. L’impianto generale del provvedimento, comunque, è rimasto quello della prima approvazione. Al centro del sistema ci sarà proprio l’Autorità anticorruzione.

La riforma, secondo il testo uscito dal Consiglio dei ministri, andrà in vigore subito. Ed è questa, probabilmente, la novità più rilevante. Già da lunedì prossimo imprese e stazioni appaltanti dovranno confrontarsi con le nuove regole. Per correggere il tiro nel caso di probabili errori, bisognerà aspettare il varo delle linee guida Anac che, nel giro di un paio di mesi, saranno approvate per sostituire il regolamento appalti attualmente in vigore.

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Renzi: passo in avanti

Dal premier, Matteo Renzi arriva un messaggio di grande soddisfazione: “Rappresenta un passaggio in avanti tutt'altro che secondario è un'operazione che continua nella direzione di sbloccare i lavori in Italia”. Il Codice sarà, principalmente, uno strumento dedicato alla trasparenza. “La corruzione - aggiunge - si combatte mettendo regole più semplici e non complicate”. Tra le novità citate da Renzi nel corso della conferenza di presentazione del decreto c’è il débat public, la procedura che consentirà di ascoltare la popolazione in caso di realizzazione di opere strategiche: “Inseriamo il principio del dibattito pubblico, con la certezza dei tempi. Se vogliamo fare una grande opera coinvolgiamo la popolazione ma con tempi certi”.

Semplificazioni

Per il resto, il provvedimento conferma molto di quello che era stato scritto nella prima versione. A partire da un complessivo alleggerimento del corpo normativo di settore. Passeremo da 660 articoli del vecchio Codice e regolamento ai 230 attuali. L’Anac sarà il centro del nuovo mercato: avrà il compito di emanare linee guida generali e di settore, oltre a bandi tipo, contratti tipo, determinazioni. Tutti strumenti che andranno a orientare il mercato, con un approccio più pratico rispetto al passato. Ma non solo. L’Anticorruzione dovrà fare anche la vigilanza, ad esempio sulle varianti o sui commissari di gara.

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Meno stazioni appaltanti

Novità importante riguarda il sistema delle stazioni appaltanti. Le amministrazioni dovranno essere qualificate: l’Anac andrà a certificare le competenze di ciascuno, seguendo il principio per il quale non tutti possono fare tutto. Per fare appalti oltre determinate soglie sarà necessario passare dal sistema di qualificazione. Altrimenti, bisognerà fare riferimento alle centrali di committenza: saranno maxi stazioni appaltanti con il compito di aggregare i contratti.

Imprese più qualificate

Ancora, sul fronte delle imprese arriverà il rating di impresa. In sostanza, non conteranno più soltanto i parametri tecnici ed economici dell’operatore. L’Anticorruzione introdurrà specifici elementi che dovranno servire per misurare il curriculum e la storia dell’impresa, come precedenti contenziosi o rispetto dei tempi e costi di consegna delle opere.

Il partenariato pubblico privato

Dal lato del partenariato pubblico privato, cambia molto. Nel project financing viene definito in maniera più stringente il rischio operativo: il concetto di fondo è che il concessionario dovrà prendersi effettivamente in carico il pericolo di non riavere quanto ha investito. Sulle autostrade viene confermato che le società dovranno mettere sul mercato l’80% di quello che maturano nell’ambito della concessione (oggi è il 60%). E viene introdotta una sanzione per chi non rispetta le regole. L’Anac potrà multare le società che non rispettano i tetti fino al 10% del valore del lavoro.

Via ai partenariati per l'innovazione

Ultimo punto viene dedicato all’innovazione. Il Codice introduce nel nostro sistema il partenariato per l’innovazione: servirà a quelle amministrazioni che vogliono sviluppare prodotti, servizi e forniture che non sono ancora disponibili sul mercato. Viene, poi, avviato il percorso per rendere obbligatorio il Bim nel nostro paese: si tratta di un meccanismo di progettazione che sposta tutto sui software e anticipa gli effetti del cantiere. Un ruolo più forte viene dato, poi, alle gare elettroniche. Le amministrazioni, nel giro di qualche anno, dovranno passare tutte da affidamenti telematici. Almeno in teoria.