Jobs Act Partite Iva - le proposte dei liberi professionisti

Il documento di ACTA, Alta Partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni sui ddl per il lavoro autonomo e agile

Professionisti

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Certezza sui tempi di pagamento anche da parte delle PA, congedi parentali anche per i padri, riforma del sistema contributivo per gli iscritti alla Gestione Separata Inps. Sono alcune delle proposte avanzate dai liberi professionisti nell'ambito dell'esame in commissione Lavoro, al Senato, dei disegni di legge n. 2233 e n. 2229 in materia di lavoro autonomo e agile approvati a fine gennaio dal Consiglio dei Ministri.

Oltre alle proposte che le associazioni hanno sviluppato autonomamente, ACTA, Alta Partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni hanno presentato una serie di richieste congiunte che, a lavoro avviso, potrebbero migliorare la tutela delle partite IVA.

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Proposte di modifica al ddl sul lavoro autonomo

Qui i punti del documento condiviso dalle associazioni dei liberi professionisti sulle modifiche al ddl n. 2233 sul lavoro autonomo.

Art 2

Relativamente all’articolo 2, che definisce misure per la tutela dei tempi di pagamento tra lavoratori autonomi e imprese o tra lavoratori autonomi, si chiede di specificare che le disposizioni si applicano anche alla Pubblica amministrazione.

Art. 5

Diverse proposte di modifica fanno riferimento all’art. 5, che prevede la deducibilità integrale degli oneri sostenuti per la formazione e l’aggiornamento professionale dagli esercenti arti e professioni entro il limite annuo di 10mila euro.

In particolare, si richiede di considerare integralmente deducibili, nella misura del 20% della soglia massima indicata, anche le spese relative al trasporto, a prestazioni alberghiere e alla somministrazione di alimenti e bevande se inerenti la partecipazione a eventi formativi quali master, convegni, corsi di aggiornamento e simili.

Inoltre, le associazioni contestano l'obbligo di rivolgersi solamente ad organismi accreditati ai fini della deducibilità di alcuni dei servizi indicati nel ddl (servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca, addestramento, sostegno all’autoimprenditorialità, formazione o riqualificazione professionale) e chiedono di evitare qualunque riferimento ad associazioni, enti o altri soggetti erogatori di tali servizi che abbia l’effetto di vincolare il beneficio della deducibilità e limitare la libera scelta del professionista.

L’integrale deducibilità degli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di solidarietà, aggiungono poi le associazioni, sottende una generale sfiducia circa la reale possibilità che siano resi vincolanti i termini perentori di pagamento delle fatture sanciti dalla nuova normativa.

Articolo 9

Nonostante le prime versioni facessero riferimento alla garanzia di congedi parentali per mamme e papà, osservano le associazioni, l’ultima formulazione non menziona i padri e non li computa nelle previsioni di spesa.

Articolo 10

Le associazioni esprimono dubbi sul comma 1 dell’articolo 10, che prevede, in caso di malattia, gravidanza o infortunio, con riferimento ad attività autonome “continuative”, la sospensione della prestazione, con un massimo di 150 giorni. “E’ una norma - osservano - che ancora risente di una impostazione da lavoro dipendente, non compatibile con una attività realmente autonoma e non è chiaro come potrà essere applicata”.

Articolo 11

Non è giustificato, secondo le associazioni, che l'equiparazione alla degenza ospedaliera dei periodi di degenza domiciliare dedicati a trattamenti terapeutici certificati sia prevista solo per le malattie oncologiche e non per altre malattie gravi che impediscono l’attività lavorativa per lunghi periodi.

Ulteriori proposte delle associazioni dei professionisti

Oltre a questi aggiustamenti al testo, ACTA, Alta Partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni hanno presentato ulteriori proposte, a cominciare da quella relativa alla riforma del sistema contributivo per gli autonomi iscritti alla Gestione Separata Inps, cui attualmente si applicano aliquote contributive più elevate di quelle imposte ai liberi professionisti dotati di cassa previdenziale, ai commercianti e agli artigiani, senza che ne derivino prestazioni previdenziali e assistenziali di livello superiore.

La riforma, secondo le associazioni, dovrebbe prevedere il blocco definitivo dell’aumento dell'aliquota al 33% previsto dalla legge n. 92/2012 per gli iscritti alla Gestione Separata e l’avvio di un processo di riduzione al 24% al fine di equiparare la contribuzione a quella di tutti gli altri lavoratori autonomi, lasciando la possibilità a chi lo desiderasse di effettuare versamenti maggiorati.

Tra le altre proposte, l'introduzione del contratto di rete anche per i professionisti autonomi e freelance e l'istituzione di una soglia di deducibilità, anche di entità contenuta (ad esempio fino a 250 euro), dei contributi versati dai professionisti a società di mutuo soccorso o alla bilateralità per servizi di sanità integrativa e antinfortunistica.

> Testo DDL 2233 Lavoro autonomo

> Testo DDL 2229 Lavoro agile