Il PON GOV chiude il cerchio: i progetti finanziati e la staffetta con il PN CapCoe

Evento di chiusura PON GOV 2014-2020Si chiude l'esperienza del PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020. Circa 100 beneficiari, destinatari diretti dei fondi europei FESR e FSE assegnati ai diversi progetti di rafforzamento della capacità amministrativa e adozione delle TIC nella PA, ma molti più destinatari finali, amministrazioni e dipendenti pubblici che hanno usufruito di formazione, accompagnamento, consulenza e, nel periodo critico del Covid, di risorse fondamentali per affrontare la pandemia.

Palma (Dipartimento Coesione): in arrivo riforma Coesione e bando per nuovi funzionari

Nella cornice della Casa del Cinema, a villa Borghese, l’evento finale del PON Governance e capacità istituzionale 2014-20 passa in rassegna i risultati di un Programma arrivato a cubare oltre 3 miliardi di euro, a seguito dell’integrazione della dotazione iniziale di 805 milioni con più di 1,6 miliardi a titolo di REACT EU e circa 820 milioni della programmazione complementare del POC, ha spiegato l’ex Autorità di Gestione del Programma, Riccardo Monaco, ora direttore dell’ufficio per il rafforzamento della capacità amministrativa per le politiche di coesione del Dipartimento per la Coesione e il Sud.

Un programma che, nella parole di Adelina Dos Reis, capo unità per Italia, Danimarca e Svezia della DG Occupazione della Commissione europea, ci si attende superi con successo la valutazione di impatto. Questo perché, anche discostandosi dagli obiettivi iniziali - il perno erano gli OT 11 Rafforzamento della capacità amministrativa e 2 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione - , per Dos Reis con il PON GOV l'Italia è stata capace di "mettere in campo l'immaginazione" per trovare soluzioni nella fase più acuta della pandemia e per sostenere le campagna vaccinale. Una sfida che abbiamo vinto, ha sottolineato Dos Reis, cui ha fatto seguito anche con REACT EU la capacità di trovare soluzioni innovative.

Nel complesso "al 31 dicembre 2023 ci risulta che circa ventimila amministrazioni hanno intrapreso dei processi di riorganizzazione e razionalizzazione interna e circa 7.500 funzionari pubblici hanno fatto percorsi di rafforzamento delle competenze", ha spiegato Dos Reis. Dati che confermano che, al di là della direzione intrapresa a causa del Covid, "i progetti finanziati dal PON GOV, hanno provato a cambiare la Pubblica amministrazione, ha commentato Monaco, affrontando i principali nodi critici e intervenendo sui meccanismi che potessero facilitare il processo per una PA più efficiente ed efficace.

Tra questi, la digitalizzazione dei servizi pubblici, attraverso progetti come quelli facenti capo a Italia Login e raccontati da Ludovico Aniballi dell’Agid, o la piattaforma integrata del Demanio, illustrata dal direttore per la trasformazione digitale dell’Agenzia, Massimo Bollati. L'aumento della trasparenza, attraverso la diffusione di dati e informazioni in materia di Politica di Coesione, nel caso del portale OpenCoesione, la cui evoluzione è stata raccontata da Simona De Luca del Dipartimento per le Politiche di Coesione e il Sud. O divulgando le opportunità di finanziamento, come nel caso della piattaforma Incentivi.gov.it, raccontata da Giuseppe Nobile, della Direzione Incentivi alle Imprese del MIMIT.

E ancora, sviluppo delle competenze, efficienza del sistema di giustizia, semplificazione. Gli esempi sono tanti, dalle linee guida per la prevenzione del rischio, raccontate dal capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, ai progetti Tribunale online e Uffici di prossimità, descritti da Gabriella De Stradis del Ministero della Giustizia, passando per i progetti Italiae e ReOpen, sintetizzati da Giovanni Vetritto del Dipartimento Affari regional. E ancora progetti del MEF, del Dipartimento per le riforme istituzionali, dell'ANCI, del Dipartimento per la funzione pubblica, quest'ultimo, insieme al Ministero della Giustizia, organismo intermedio del programma.

Fondi europei per la governance della Coesione: la svolta del PN CapCoe 2021-27

Con il passaggio alla programmazione 2021-2027 le regole cambiano e viene meno l’obiettivo genericamente rivolto al rafforzamento della capacità amministrativa. Nel nuovo ciclo i fondi europei possono andare a potenziare la governance solo con espresso riferimento all’attuazione della Politica di Coesione. Ecco quindi che agli obiettivi del PON Governance 2014-2020 subentra, con il PN Capacità per la Coesione 2021-2027 (CapCoe), uno sforzo teso a migliorare la capacità di gestione dei fondi strutturali europei. Anzitutto puntando sul capitale umano.

A raccontare questo nuovo corso la nuova Autorità di gestione Alessandra Augusto, che ha preso il testimone lasciato dell’ex AdG Riccardo Monaco. Se “il PON Governance 2014-2020, come il precedente Programma 2007-2013, ci ha dato modo, anche grazie alla spinta dell’ICT, di rivoluzionare il nostro modo di essere pubblica amministrazione, mettendo a sistema la componente Fondo sociale europeo, per lavorare sulle persone, e la componente FESR, che ci lascia un’eredità più materiale”, nel passaggio al PN Capacità per la Coesione 2021-2027 ci portiamo questa “lezione appresa, che ora viene curvata sul rafforzamento delle Politiche di Coesione”

Primo atto del nuovo PN CapCoe è stata la manifestazione di interesse lanciata il 30 novembre scorso per raccogliere i fabbisogni di profili professionali di Comuni, Unioni di Comuni, Amministrazioni Regionali, Province e Città Metropolitane delle Regioni Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Il prossimo passo, ha anticipato il capo del Dipartimento per le Politiche di Coesione Michele Palma, sarà il bando di concorso per l’assunzione di 2.200 funzionari a tempo indeterminato da impiegare nelle amministrazioni regionali (250), nelle Province (135), nelle Città Metropolitane (70) e negli enti locali (1.674) e in misura minore anche a livello centrale (71). Personale retribuito per i primi cinque anni proprio con i fondi del CapCoe.

Gli 1,2 miliardi del nuovo Programma finanzieranno però anche altri interventi. Tra questi, ha spiegato Palma, il Centro Servizi, “un enorme dispositivo di assistenza tecnica sul campo di cui stiamo chiudendo il progetto esecutivo e che dovrebbe aiutare a superare difficoltà di carattere amministrativo che esistono soprattutto a livello micro”. Senza dimenticare la Scuola nazionale della Coesione, che si occuperà di assicurare una formazione specifica su questi temi a giovani laureati, amministratori e professionisti.

Per approfondire: PN Capacità per la Coesione, si parte