Materie prime critiche: verso un decreto per le concessioni minerarie

Miniera - Foto di Łukasz Tekieli da PixabayIn vista dell'entrata in vigore del regolamento europeo sulle critical raw materials, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso annuncia l’arrivo di “un decreto legge sulle concessioni minerarie per assicurare una catena di approvvigionamento delle materie prime critiche sicura e di rapida attuazione, nonché per promuoverne il riciclo”. Anche nel capitolo REPowerEU è previsto un investimento ad hoc per l’urban mining e le critical raw materials.

Cosa prevede il capitolo REPowerEU, la settima Mission del PNRR

Ad annunciarlo, il 3 aprile, nel corso del Question Time alla Camera, è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il titolare del MIMIT inquadra il decreto nell’ambito del cosiddetto Critical Raw Materials Act, il provvedimento con cui Bruxelles vuole ottenere una maggiore autonomia sul fronte delle materie prime critiche, che a metà marzo ha incassato l’ultimo via libera e di cui ora si attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale UE. L’entrata in vigore del regolamento europeo, sottolinea Urso, è “'prevista per metà aprile” e il provvedimento cui sta lavorando il MIMIT dovrebbe arrivare nello stesso periodo. 

Un decreto per le concessioni minerarie

“Stiamo predisponendo un decreto legge sulle concessioni minerarie per assicurare una catena di approvvigionamento delle materie prime critiche sicura e di rapida attuazione, nonché per promuoverne il riciclo”, dichiara Urso rispondendo a un'interrogazione parlamentare sulle iniziative volte ad ampliare la lista di materie prime critiche la cui esportazione al di fuori dell'Ue è soggetta a notifica.

In Italia, prosegue il ministro, sono presenti “16 delle 34 materie prime critiche” individuate dal Critical Raw Materials Act. 

“Oggi le nuove tecnologie consentono di riattivare le relative miniere che sono state chiuse oltre 30 anni fa, penso alle miniere di cobalto, nichel, rame, argento in Piemonte, di litio nel Lazio o alle terre rare in Sardegna, nonché di sfruttare i rifiuti minerari accumulati nei decenni passati che ammontano ad almeno 70 milioni di metri cubi”, ha aggiunto Urso. 

Che circa la metà delle materie prime critiche disponibili in Italia siano incluse nella lista delle critical raw materials prevista dal regolamento europeo non è un caso, come tiene a sottolineare il titolare del MIMIT: “Il tema ha visto impegnato il governo sin dall’inizio della legislatura su più livelli. Abbiamo fornito un contributo significativo al negoziato sullo specifico regolamento riuscendo ad ampliare la lista anche alla catena del valore della bauxite, dell’allumina e dell’alluminio. Inoltre abbiamo sostenuto l’ampliamento della lista delle materie prime critiche strategiche includendo anche materie prime fondamentali per la nostra industria manifatturiera”.

“Abbiamo anche potenziato il ruolo delle materie prime secondarie”, prosegue Urso, e “in fase negoziale è stato chiesto di dare spazio anche ai rottami ferrosi inseriti nel considerando del regolamento”. Un’aggiunta, quella sui rottami ferrosi alla lista delle materie secondarie strategiche che per il ministro “rappresenta un tassello fondamentale per creare quel consenso indispensabile alla possibile adozione di limitazioni alle esportazioni, proprio per soddisfare le crescenti esigenze legate alla produzione di acciaio green da forno elettrico”.

Le materie prime critiche nel capitolo REPowerEU

L’attenzione crescente verso le critical raw materials ha spinto il Governo a inserire nel capitolo REPowwerEU del PNRR, diventato la settima Mission del Piano, anche un investimento ad hoc per l’approvvigionamento sostenibile, circolare e sicuro delle materie prime critiche. Investimento che vale 50 milioni di euro.

Un investimento che non fa capo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ma al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e che si articola in 4 principali filoni di intervento:

  • Progettazione ecocompatibile;
  • Progetti di ricerca e sviluppo incentrati sulla progettazione ecocompatibile e sul miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclaggio dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, comprese le pale delle turbine eoliche e i pannelli fotovoltaici;
  • Estrazione mineraria urbana o urban mining;
  • Creazione o attrezzatura di un polo tecnologico per l'estrazione mineraria urbana e la progettazione ecocompatibile.

Per approfondire: Materie prime critiche nel PNRR, cosa prevede il REPowerEU

Foto di Łukasz Tekieli da Pixabay