Politica di Coesione: al palo la spesa dei fondi europei 2021-2027

Fondi europei - Photo credit:Foto di Alexander Jungmann da Pixabay Vittima dei tempi lunghi di avvio che caratterizzano ogni nuova programmazione dei fondi europei, e in più schiacciata tra la chiusura del ciclo 2014-2020 e l'attuazione del PNRR, la Politica di Coesione 2021-2027 fatica a decollare. Al 31 dicembre 2023 le risorse impegnate si fermano, in base ai dati forniti dalla relazione allagata al DEF 2024, al 6,5% della dotazione complessiva.

DEF 2024: pubblicato il testo del Documento economia e finanza

L'ingorgo era ampiamente atteso. Da una parte pesano i ritardi con cui la programmazione dei fondi europei 2021-2027 è partita: il pacchetto legislativo della Politica di Coesione è stato approvato nel giugno 2021, il via libera agli Accordi di partenariato è stato completato nel dicembre 2022 e solo il 23 gennaio 2023 la Commissione ha annunciato di aver adottato tutti gli oltre 380 Programmi cofinanziati dai fondi europei 2021-2027.

Dall'altra, incidono le intricate vicende del ciclo 2014-2020, con le riprogrammazioni e il cofinanziamento UE al 100% resi possibili dalle iniziative CRII e CRII Plus, in risposta al Covid, poi da CARE, per l'accoglienza dei rifugiati in fuga dall'Ucraina, da SAFE, per aiutare le piccole e medie imprese e le famiglie vulnerabili a far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia, e infine da STEP, la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa diretta a sostenere gli obiettivi della transizione verde e digitale. Senza dimenticare l'iniezione di risorse a titolo di React EU: per l'Italia oltre 14 miliardi di euro che hanno trovato posto nei Programmi nazionali esistenti, condividendone il target di spesa al 31 dicembre 2023, nonostante siano stati resi disponibili solo dalla seconda metà del 2021.

Il tutto in una finestra temporale che ha visto aggiungersi alla consueta sovrapposizione tra i cicli dei fondi strutturali europei il contemporaneo avvio del PNRR, con una mole impressionante di risorse da gestire: circa 65 miliardi di euro della programmazione 2014-2020 (comprensivi di React EU e del cofinanziamento nazionale), 74 miliardi di euro (di cui 42,2 miliardi di fondi europei FESR, FSE Plus, JTF) del ciclo 2021-27, oltre 190 miliardi del PNRR (194,4 miliardi di euro nella sua versione aggiornata, capitolo REPowerEU incluso).

L'avanzamento dei fondi europei 2014-20

E' la Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate allegata al DEF 2024 a fornire il quadro dell'avanzamento dei Programmi cofinanziati dai fondi europei alla data del 31 dicembre 2023, quando si sono conclusi sia il periodo di ammissibilità delle spese a valere sul ciclo 2014-2020 (anche se proseguono le certificazioni e la predisposizione dei documenti da presentare alla Commissione per consentire il processo di chiusura vero e proprio) che il primo anno di effettiva operatività dei Programmi 2021-27.

Limitando l’osservazione alla sola quota di risorse europee, alla data del 31 dicembre 2023, la Relazione allegata al Documento di economia e finanza riporta che l’avanzamento delle certificazioni per il ciclo 2014-2020 è pari al 61,2% per i Programmi Operativi Nazionali e all'84,3% per i Programmi Operativi Regionali.

Per i PON in particolare, la Relazione rivela significative differenze. Le migliori performance vengono dai due Programmi gestiti dal MIMIT - PON Imprese e Competitività (80,3%) e PON Iniziativa PMI (100%) - e dal PON Governance (81,9%). Fanalino di coda sono invece il PON Città metropolitane (40,7%), il PON SPAO - Sistemi e Politiche attive per l'occupazione (43,1%) e il PON Infrastrutture e Reti (49,2%).

Per i Programmi Operativi Regionali si segnalano le performance dei Programmi FESR Emilia-Romagna, FESR Lazio, FSE della Provincia autonoma di Bolzano, tutti a quota 100%, ma diversi sono i POR con livelli analoghi.

Credit: Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate. L.196/2009, art.10 integrata dal D.Lgs.88/2011, art. 7

Per quanto riguarda i livelli delle risorse programmate e dei pagamenti, invece, i dati di monitoraggio finanziario aggiornati al 31 dicembre 2023 e validati dalla Ragioneria Generale dello Stato mostrano impegni pari al 101% e pagamenti al 67% per i PON e impegni al 107,3% e pagamenti all’83,7% per i POR, con valori mediamente più elevati per le Regioni del Centro-Nord. Diversi Programmi presentano impegni superiori alla dotazione complessiva per via della prassi dell'overbooking, attivata da alcune amministrazioni per evitare di perdere risorse in caso di eventuali decertificazioni.

Alla luce di varie iniziative anticrisi adottate da Bruxelles, la relazione segnala che non è possibile, per ora, valutare per intero l’investimento complessivo sostenuto dai Programmi finanziati dalle risorse europee, quindi al lordo del cofinanziamento nazionale, e il target di spesa alla chiusura, che dovrà essere ridotto della quota di cofinanziamento nazionale non utilizzata grazie al cofinanziamento UE al 100%, “in quanto - si legge - la Commissione europea non adotterà decisioni di riprogrammazione, ma formalizzerà l’eliminazione del cofinanziamento nazionale al momento dell’accettazione dei conti dell’anno contabile per cui è stata applicata l’opzione 100%”.

Lo stato della programmazione dei fondi europei 2021-2027

L'impatto dei ritardi nell'avvio della nuovo programmazione, ma anche il peso del lavoro burocratico richiesto dalle continue riprogrammazioni di POR e PON 2014-2020, sono elementi da tenere presente nel leggere i dati sull'avanzamento dei fondi europei 2021-2027, che al 31 dicembre 2023 contano progetti attivati per un totale di soli 4,8 miliardi di euro, appena il 6,5% della dotazione complessiva.

Credit: Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate. L.196/2009, art.10 integrata dal D.Lgs.88/2011, art. 7

Secondo il MEF si tratta di un fenomeno fisiologico a questo stadio della programmazione, anche se va segnalato che la situazione non è uniforme: la media degli impegni dei Programmi nazionali è del 2,7%, quella dei Programmi regionali è del 7,4% e diverse Regioni si sganciano ben oltre i valori mediani.

Tra tutte spicca l'Emilia-Romagna, con il PR FESR 21-27 che vanta impegni pari al 34,2% della dotazione totale e il PR FSE+ al 23,7%, ma sopra il 20% si collocano anche il Programma FSE+ della Provincia autonoma di Bolzano (26,7%), il PR FSE+ Liguria (20,9%), il FESR Piemonte (20,6%) e il PR FESR Friuli Venezia Giulia (20,5%).

Credit: Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate. L.196/2009, art.10 integrata dal D.Lgs.88/2011, art. 7

Resta l'avvertenza che i fondi europei sono soggetti alla regola del disimpegno automatico e che alla prima scadenza, il 31 dicembre 2025, i programmi dovranno aver richiesto alla Commissione risorse UE per un ammontare complessivo di circa 5,6 miliardi di euro, pena la perdita della parte non spesa.

Per approfondire: Cohesion Forum: i nodi chiave del dibattito sul futuro della Politica di Coesione

Consulta la Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate. L.196/2009, art.10 integrata dal D.Lgs.88/2011, art. 7