Italia-Russia - accordo SACE-VEB per investimenti e cooperazione

L'intesa tra SACE e la banca di sviluppo russa VEB è volta ad individuare nuove opportunità di business per imprese italiane e russe.

Russia - Pixabay

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In occasione del St. Petersburg International Economic Forum (SPIEF), che si è svolto nelle scorse ore a San Pietroburgo, SACE, operatore del Gruppo CDP specializzato nell'export credit, e la banca di sviluppo russa Vnesheconombank (VEB) hanno firmato un accordo di collaborazione volto a facilitare le relazioni economiche tra Italia e Russia.

L'accordo SACE-VEB

Con la sigla dell'intesa, SACE e VEB intendono, nello specifico:

  • promuovere la cooperazione economica tra i due Paesi identificando e finanziando operazioni di mutuo interesse,
  • rafforzare la loro collaborazione individuando nuove opportunità di business,
  • attuare programmi di training reciproci.

L’accordo è stato siglato, per la Russia, dal primo vicepresidente della VEB Nikolay Tsekhomskiy e, per l'Italia, da Alessandra Ricci, chief business officer di SACE, e Antonello Colussi, chief representative in Russia del Gruppo Danieli (azienda operante nel settore dell’acciaio con una forte presenza sul mercato russo) in qualità di testimone.

SACE ha allo studio diversi progetti in Russia, per un valore di circa un miliardo di euro di potenziali impegni, principalmente nei settori oil & gas e metallurgia.

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L'economia della Russia in breve

L’economia russa, spiega l'Agenzia ICE in un recente rapporto sulle opportunità di business nel Paese, è una delle più grandi del mondo per valore del PIL, che, a prezzi correnti, raggiunge i 66.600 miliardi di rubli, ovvero più di 2.100 miliardi di dollari. Un dato, questo, che fa della Russia l’ottava economia mondiale per dimensione del suo Prodotto interno lordo a valore nominale, ma la quinta per potere d’acquisto.

Il Paese, continua il report dell'ICE, è cresciuto moltissimo negli ultimi anni e viene per questo incluso fra i BRICS, e cioè i grandi Paesi in via di rapido sviluppo, che sono, oltre alla Russia, il Brasile, la Cina, l'India e il Sudafrica.

La crescita registrata fino al 2014, spiega l'Agenzia per il Commercio Estero, è stata alimentata soprattutto dall’esportazione di materie prime, in particolare di idrocarburi (petrolio e gas naturale), che, congiuntamente agli alti prezzi del petrolio, hanno permesso a Mosca di uscire dalla grave crisi del 1998 con enormi attivi della bilancia commerciale.

Sempre fino al 2014 la Russia ha ricevuto ingenti investimenti esteri. Tuttavia, lo scoppio della crisi in Ucraina e i conseguenti impatti economici di quest'ultima hanno invertito, da allora, il trend positivo tanto degli investimenti quanto dell'export.

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La crisi in Ucraina, le sanzioni e l'embargo

Ad agosto 2014, in risposta alle sanzioni emanate dalla comunità internazionale nei confronti della Russia per via del suo ruolo nella crisi ucraina, Mosca ha introdotto il divieto di importazione di determinati prodotti agricoli, materie prime e prodotti alimentari, quali carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini, frutta e verdura, provenienti da Ue, Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia.

L'embargo è stato prorogato di anno in anno, di pari passo con il prolungamento delle sanzioni, fino all'ultima decisione del governo russo di giugno 2015, che ha esteso la validità del blocco fino al 5 agosto 2016.

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Interscambio Italia-Russia

Secondo un report dell'ICE aggiornato a marzo 2016, l'interscambio Russia-Italia vale 3,65 miliardi di euro, di cui 1,347 miliardi di importazioni russe dall'Italia e 2,3 miliardi di export verso Italia.

L'import russo dall'Italia si concentra soprattutto nei settori:

  • meccanica, 36,5% del totale importato
  • semilavorati, 22,1% dell'import,
  • moda e accessori, 14,4%
  • agroalimentare e bevande, 9,7%
  • arredamento e edilizia, 4,1%,
  • chimica e farmaceutica, 3,4%
  • mezzi di trasporto, 2,1%.

A causa della situazione di crisi economico-finanziaria largamente diffusa, unita alle conseguenze economiche – in termini di embargo e sanzioni - della guerra civile ucraina, il volume degli scambi commerciali tra Italia e Federazione Russa, spiega l'ICE, continua a diminuire, mantenendo la tendenza negativa che lo ha caratterizzato nel 2014 e nel 2015.

A marzo 2016 il dato della bilancia commerciale Roma-Mosca ha registrato una caduta del 51,6% rispetto all'anno precedente. L'Italia risulta comunque il 7o Paese cliente della Russia e il suo 6o Paese fornitore.

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