Fondi Ue 2014-2020: Pittau, migliorare conoscenza ingegneri sulle opportunita' di finanziamento

PittauLa poca conoscenza dei fondi europei a gestione diretta e indiretta è il maggior limite alla partecipazione degli ingegneri ai bandi per l'accesso ai finanziamenti Ue. Lo ha spiegato il direttore del Centro Studi CNI Massimiliano Pittau, intervenendo al convegno 'Fondi Ue 2014-2020 e Finanziamenti Internazionali - Opportunità per i professionisti e i loro clienti', promosso da FASI.biz.

In vista della programmazione dei fondi europei 2014-2020, ha ricordato Pittau, in Italia, a livello centrale, sono stati coinvolti solo due ordini su 300 attori economici e parti sociali: l’Ordine dei Consulenti del lavoro e quello degli Assistenti sociali, nell'ambito di un tavolo specifico dell’occupazione. A livello regionale, invece, su 7 tavoli aperti, nello specifico da Lombardia, Emilia Romagna, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Toscana e Sicilia, solo il Veneto ha previsto consultazioni con alcuni stakeholder.

Con riferimento ai fondi del periodo 2007-2013, ha proseguito il direttore del Centro Studi CNI, la quota di ingegneri che ha partecipato, direttamente o indirettamente, a processi di programmazione, gestione o attuazione di interventi collegati a un Fondo o a un Programma europeo è pari al 28,8%. Notevoli, però, le differenze tra le Regioni, con i livelli più elevati di partecipazione in Valle D'Aosta (47,2%), Basilicata (43,6%) e Calabria (40,2%) e le quote più basse in Emilia-Romagna (23,9%) e Lombardia (21,3%).

Deficit di informazione

A impedire la partecipazione diretta ai bandi per l'accesso a sovvenzioni (call for proposals) o alle gare d’appalto per ottenere contratti (call for tenders), osserva Pittau, è soprattutto il deficit informativo sui programmi e sulle linee guida per presentarli, segnalato dal 54,7% degli ingegneri intervistati dal Centro Studi.

La conoscenza delle opportunità offerte dalla politica di coesione varia a seconda dei fondi strutturali e di investimento europei considerati:

  • il 39,2% degli intervistati conosce il FESR;
  • il 33% conosce il FSE;
  • il 10,5% conosce il FEASR, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale;
  • l'1,9% conosce il FEAMP, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca;
  • il 45,5% degli intervistati non ne conosce nessuno.

Peggiore il quadro per quanto riguarda i programmi gestiti direttamente dalla Commissione europea, con la sola eccezione del Programma per l'istruzione, la formazione e l'occupazione Erasmus+, che rinnova nella nuova programmazione l'impegno del noto programma Erasmus ed è conosciuto dal 47,6% degli intervistati.

Nel dettaglio:

  • il 22,9% degli intervistati conosce il Programma per la Ricerca e Innovazione Horizon 2020, che subentra al 7° Programma Quadro;
  • il 22,7% conosce il Programma per l'ambiente e l'azione per il clima LIFE;
  • l'8,2% conosce il Programma per la competitività delle imprese e delle PMI COSME;
  • il 6,8% conosce il Meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility-CEF) per le infrastrutture nei settori trasporti, energia e telecomunicazioni;
  • il 2,3% conosce il Programma Europa Creativa per le imprese nei settori culturali e creativo;
  • il 2% conosce il Programma per l’occupazione e l’innovazione Sociale (Easi - EU programme for Employment and Social Innovation);
  • il 37,3% degli intervistati non ne conosce nessuno.

Soluzioni possibili

Agli ingegneri è stato chiesto anche di esprimersi su un'eventuale fornitura agli iscritti all'Albo di un servizio gestito dagli Ordini per favorire l’accesso e la partecipazione ai programmi e finanziamenti europei. A favore si sono espressi il 66,9% degli iscritti e il 65,1% dei presidenti degli Ordini.

Tra i servizi ritenuti utili per agevolare la propria partecipazione alle call e alle gare europee, gli ingegneri hanno segnalato:

  • assistenza nell'individuazione delle sovvenzioni e delle gare d’appalto utili (55,2%);
  • consulenza sulle regole di partecipazione e sui criteri di eleggibilità (23,9%);
  • assistenza per l'individuazione di altri professionisti o piccole e medie imprese straniere per la costruzione dei partenariati internazionali (23,7%);
  • corsi di formazione specifica per la progettazione (21,4%);
  • assistenza tecnica nella progettazione e gestione della parte amministrativa dei formulari (21,2%).

L'impatto dei fondi Ue sui territori

Per quanto riguarda, invece, l'impatto sullo sviluppo del territorio che hanno avuto i progetti confinanziati dall'Ue tramite i fondi strutturali negli ultimi 10 anni, il Centro Studi ha realizzato un sondaggio tra coloro che hanno partecipato a processi di programmazione, gestione o attuazione di interventi collegati ad un Fondo o ad un Programma europeo.

Tra i problemi alla base dei casi negativi sono stati indicati:

  • mancata aderenza dei progetti alle effettive necessità del territorio (40,8% degli intervistati);
  • programmazione sbagliata rispetto alle esigenze territoriali (38,4% degli intervistati);
  • opacità nella gestione dei fondi e degli appalti (38%);
  • gestione inadeguata dell'ente pubblico rispetto alla complessità degli interventi (33%degli intervistati);
  • mancato coinvolgimento dei soggetti e attori del territorio (31,6% degli intervistati);
  • mancato coinvolgimento del sistema professionale tecnico (28% degli intervistati).

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