Nucleare: l'Europa si interroga sul futuro

Nuclear power - Foto di Rahm EmanuaelMinistri europei competenti riuniti, insieme alle autorità degli Stati membri e alle rappresentanze degli industriali, per discutere in materia di energia nucleare, a seguito dei danni subiti dalla centrale di Fukushima, in Giappone, a causa delle scosse sismiche e dello tsunami. L'Europa pensa a come assicurare la sicurezza energetica, riducendo il rischio di catastrofi nucleari.

Già ieri, sull'onda della tragedia, ma anche delle prossime elezioni, la cancelliera Merkel ha deciso una moratoria per tre mesi dell'operatività delle centrali tedesche, il riesame delle condizioni di sicurezza e il blocco dei 7 impianti più vecchi, sui 17 presenti sul territorio; analoghe preoccupazioni in Svizzera, dove è stata sospesa l’autorizzazione a costruire nuovi impianti, e in Austria, priva di centrali proprie ma letteralmente circondata da quelle altrui, dove il governo ha chiesto di verificare la sicurezza di tutti i reattori presenti in Europa.

La riunione straordinaria dei ministri UE dell'Energia del 15 marzo ha stabilito l'avvio di stress test sulle 143 centrali dell'Unione, da condurre su base volontaria, ma secondo criteri comuni, per verificarne la resistenza rispetto a terremoti, tsunami e attacchi terroristici.

Al termine dell'incontro il commissario Ue all'energia Guenther Ottinger ha affermato la necessità che l'Europa si interroghi "sulla possibilità di costruire un futuro senza nucleare", ma di fatto la dipendenza dell'Europa dall'importazione di energia e la difficoltà di sostituire il nucleare nei paesi in cui costituisce parte integrante della fornitura energetica rendono poco plausibile questa ipotesi.

La Francia, ad esempio, non sembra disposta a rinunciare ad una fonte che garantisce l'85% dei consumi di elettricità, ma il ministro dell'Ambiente, Nathalie Kosciusko-Morizet, ha annunciato che disporrà controlli su tutte le centrali del Paese, mentre in Italia, sia il governo, che la direzione dell'Enel, hanno confermato l’impegno a portare avanti il programma per il nucleare, anche se il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Stefano Saglia, ha assicurato che le centrali non saranno costruite "nelle regioni che si dichiareranno contrarie ad ospitarle".

Comune sembra la volontà di operare "una riflessione e una valutazione d'insieme" e di collocare il tema della sicurezza nucleare in ambito europeo e non solo nazionale, come spiegato oggi dal vicepresidente della Commissione europea responsabile per l'industria, Antonio Tajani, in visita ufficiale a Madrid, sottolineando che servono "indirizzi" riguardo alle politiche in materia di energia da adottare in Europa, che tengano conto della situazione di instabilità che interessa i "due fronti, quello del petrolio e quello del nucleare" e delle conseguenze del rincaro dei prezzi delle fonti energetiche per le imprese europee e per i cittadini.

Lunedì 21 marzo i ministri europei dell'Energia si incontreranno a Bruxelles per una nuova riunione straordinaria.