Startup – come cresce l'ecosistema italiano

Lo stato dell'arte della normativa in favore delle startup e delle PMI innovative.

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Frutto dell'analisi sui risultati del dl Crescita 2.0, o Startup Act italiano, ormai entrato nel suo quinto anno di operatività, la relazione annuale 2016 sullo stato di attuazione e sull’impatto della normativa in favore delle startup e delle PMI innovative scatta una fotografia dell'ecosistema italiano delle startup.

Ecosistema in crescita, sia in termini di numero di startup (+41% rispetto al 2015), sia si forza lavoro coinvolta (+47,5%), sia di valore medio della produzione (+33%) che di risorse finanziarie raccolte (+128%, considerando il versante dell’accesso al credito mediante il Fondo di Garanzia per le PMI).

“Siamo entrati nell’era di Industria 4.0, una trasformazione irreversibile fondata sulla sempre più forte collaborazione tra università, attori della ricerca, grandi imprese, PMI e startup innovative. A queste ultime, in particolare, va riconosciuto il merito di proporre un nuovo paradigma imprenditoriale caratterizzato dall’ambizione a crescere rapidamente, dalla vocazione internazionale, dall’impegno all’innovazione permanente e dalla propensione alla contaminazione intersettoriale e all’open innovation. Tali valori, se diventeranno sistemici, saranno in grado di rinnovare l’intero tessuto imprenditoriale, compreso quello più tradizionale”, si legge nella lettera del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che accompagna la relazione.

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Dopo un breve excursus sulle principali evoluzioni normative, la relazione traccia un profilo delle startup registrate presso l'apposita sezione del Registro delle imprese. A metà del 2016, passati tre anni e mezzo dall’avvio della policy, le startup innovative erano 5.942, circa il 40% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e addirittura il 160% in più della popolazione rilevata a metà 2014. In seguito al varo della sezione speciale del Registro delle Imprese, la dinamica delle iscrizioni ha conosciuto una crescita costante, con un picco di 248 startup iscritte nel marzo 2016.

Quanto alla distribuzione territoriale, il 44% delle startup innovative avevano la loro sede legale in una delle tre principali regioni – Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Rilevante il dato sulla forza lavoro complessiva, giunta al 30 settembre 2016 a contare 23.045 soci operativi e 9.042 addetti. Tra giugno 2015 e giugno 2016, l’incremento del numero di individui direttamente coinvolti in una startup innovativa è stato del 47,5% (2.1.5).

I bilanci del 2015 hanno registrato un forte incremento nel valore complessivo della produzione (da 320 a 600 milioni), determinato non solo dall’aumento delle startup iscritte e di conseguenza dei bilanci computati (da 2.860 a 3.853), ma anche del valore medio della produzione delle imprese dotate di almeno un bilancio depositato (152 mila euro, 38 mila in più rispetto al 2014). Anche il tasso delle immobilizzazioni sull’attivo patrimoniale è risultato molto più elevato rispetto alla media delle società di capitali (29,4% contro 3,3%) e, considerando le sole società in attivo, gli indici di redditività ROI (0,11 contro 0,03) e ROE (0,25 contro 0,04) hanno seguito lo stesso trend.

Quindi, la relazione anticipa i risultati emersi da #StartupSurvey, la prima indagine statistica condotta a livello nazionale sulle startup innovative. Oltre ad offrire un’estesa panoramica sulle caratteristiche dei soci delle startup innovative, l'indagine mostra come, al loro avvio, le startup innovative ricorrano in via prevalente a risorse proprie per finanziarsi. Pur restando la fonte principale, tale forma di approvvigionamento tende a diminuire la propria incidenza sul capitale. Anche se notevolmente distanziato, il credito bancario si posiziona al secondo posto tra le fonti finanziarie più diffuse, molto più di quanto lo sia ad esempio il capitale di rischio. Un numero significativo di startup si dice soddisfatto (34,1%) o parzialmente soddisfatto (44,2%) della propria condizione finanziaria.

Fra le misure agevolative più popolari tra le startup innovative figurano l’accesso gratuito e preferenziale al Fondo di Garanzia per le PMI e il credito d’imposta per investimenti in R&S - le startup, infatti, investono ben il 74,6% delle proprie risorse in R&S.

Le operazioni di equity crowdfunding hanno conosciuto nell’anno di riferimento della relazione un incremento considerevole: l’Osservatorio sul crowd-investing del Politecnico di Milano ha evidenziato come il totale raccolto abbia raggiunto quota 5,6 milioni di euro, con un aumento del 140% rispetto a metà 2015. Anche il programma Italia Startup Visa ha fatto registrare metriche in forte aumento, con 132 candidature da 29 Paesi registrate al 31 agosto 2016.

Un forte potenziale di crescita per l’ecosistema risiede in Invitalia Ventures, che con il Fondo Italia Venture I co-investe con attori privati in startup ad alto potenziale, attingendo da una dotazione finanziaria iniziale di 50 milioni, aumentata successivamente a 65 milioni. Nel primo anno di operatività il fondo ha partecipato a operazioni in 5 startup, per un totale di 10,5 milioni.

Importante si dimostra anche il contributo del Fondo Italiano d’Investimento, che opera come “fondo di fondi” immettendo capitale negli investitori istituzionali impegnati in attività di finanziamento in startup. I due strumenti destinati a investimenti in fondi di venture capital (FII Venture e FOF VC) hanno contribuito alla dotazione di 9 società – più altre due operazioni in fase di formalizzazione – per un totale di 152 milioni, assumendo una funzione di anchor investor per l’attrazione di altri attori del mercato del capitale di rischio, come il Fondo Europeo per gli Investimenti (4.10).

A livello europeo, una fonte di finanziamento importante in favore delle imprese hi-tech è lo SME Instrument del programma Horizon 2020, che a due anni dal lancio ha visto 60 startup innovative italiane finanziate nella fase 1 (grant da 50 mila euro) mentre 13 hanno ricevuto finanziamenti fino a 2,5 milioni nella fase 2 perla sviluppo del business. Di queste, sei imprese sono risultate vincitrici di entrambe le fasi.

La parte finale della relazione offre una panoramica sulle principali iniziative di comunicazione pubblica sulle policy e introduce due esercizi di valutazione sistematica dell’impatto delle misure.

> Relazione annuale 2016 startup e PMI innovative

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