PNRR, tra le modifiche della quarta rata c'è anche la Space economy

PNRR Quarta rata Space economy - Foto di SpaceX da PexelsRidefinire i progetti SatCom e correggere gli interventi relativi all'Osservazione della Terra. Sono questi i due temi al centro della proposta di modifica della quarta rata del PNRR presentata dal Governo alla Commissione europea. Ecco cosa cambia per l'industria aerospaziale italiana. 

Space economy: quali sono gli investimenti per Europa e Italia nel 2023?

C'è anche lo Spazio tra le proposte di modifiche della quarta rata PNRR presentate dal Governo alla Commissione europea. In particolare, tra i 10 obiettivi da rivedere per accedere ai fondi europei rientra anche l'Investimento 4, M1C2 relativo a "Tecnologia satellitare ed economia spaziale".

Delle quattro linee di azione in cui si articola questo Investimento, sono solo due quelle interessate dalle novità proposte dalla Cabina di regia PNRR: SatCom e Osservazione della Terra.

Modifica quarta PNRR: le novità per il settore Spazio

A proposito delle comunicazioni satellitari, la misura SatCom è stata ridefinita in considerazione dei recenti sviluppi del mercato, in maniera tale da evitare sovrapposizioni con gli investimenti privati in corso nel settore dell’Internet of Things, basato su piccoli satelliti. La modifica, inoltre, è orientata in modo da contribuire più efficacemente all'iniziativa europea "Secure Connettivity".

L’altro punto degno di nota della modifica è quello relativo all'ambito Osservazione della Terra. Nello specifico, è stato corretto un errore materiale relativo al potenziamento dello Space Center di Matera: l'incubatore nel Sud Italia, sin dall'inizio, è finanziato esclusivamente con risorse del Fondo complementare ed era stato erroneamente incluso tra i progetti finanziati con risorse PNRR.

PNRR Spazio, in che modo l'Italia investe nella space economy?

Aerospazio, Urso: "Conclusi tutti i contratti del PNRR"

"Il PNRR prevede investimenti per 1,2 miliardi di euro, per potenziare i sistemi di Osservazione della Terra, per il monitoraggio dello spazio extra-atmosferico e per rafforzare le competenze nazionali nella space economy", ha ricordato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso dell'ultima audizione in commissione Attività produttive alla Camera.

Durante la stessa audizione il ministro ha confermato che, relativamente agli interventi previsti nel Recovery plan per la filiera strategica dell'aerospazio, "sono stati conclusi tutti i contratti previsti". Mentre, a proposito del programma per la costellazione satellitare europea IRIS2, Urso ha evidenziato che questo "darà alle nostre industrie del settore ulteriori opportunità di ingaggio".

A proposito di governance, il ministro ha fornito nuove anticipazioni a proposito della nuova legge nazionale sullo Spazio: "prevediamo di presentare la norma come collegato alla Manovra finanziaria in modo da lavorarci in Parlamento il prossimo anno e concluderlo entro la manovra successiva". Un provvedimento che fornirebbe "un quadro normativo che possa essere chiaro" in un campo aperto a novità legislative poiché "sottoposto a una fase di innovazione continua".

Gli obiettivi PNRR per lo spazio sono stati centrati nei tempi?

Quanto vale il settore aerospaziale in Italia?

Parallelamente, è stata sottolineato il valore del comparto a livello nazionale. Nel dettaglio, l'industria italiana dell’aerospazio "vanta un fatturato annuo di circa 4,5 miliardi di euro", con "quasi 300 aziende, sia grandi attori presenti sui mercati internazionali sia piccole e medie imprese come startup e spin-off che rappresentano un eccellente potenziale per la ricerca e la crescita".

Restando sulle cifre relative al settore, sono "50mila gli addetti specializzati, su un totale di 200mila nella filiera, che impegna oltre 4000 aziende che costituiscono l’indotto; circa il 90%, come accade nel modello italiano anche per questo settore così innovativo, sono piccole e medie imprese".

"Il comparto italiano dell’aerospazio – ha spiegato il ministro Urso – vanta anche diversi big player, attori globali, grandi imprese: sono circa il 17%, riconosciute e affermate internazionalmente, che sviluppano la loro attività in diversi ambiti della filiera. Tra le più grandi troviamo Leonardo, che negli ultimi anni ha collaborato alle più importanti missioni spaziali europee; importanti attori sono altresì Thales Alenia Space e Avio, che coi suoi lanciatori Vega assicura l’accesso autonomo allo spazio dell’Italia e dell’Europa, e poi Telespazio, azienda del gruppo Leonardo".

Le attività della filiera aerospaziale italiana hanno "un’ottima distribuzione su tutto il territorio, concentrandosi principalmente in Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia. Lo spazio, in Italia, non è in un’unica regione, ma è un ecosistema capace di sviluppare piena competitività in più regioni del Paese, per esempio, anche recentemente, in Veneto".

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