Materie prime critiche nel PNRR: cosa prevede il REPowerEU

Materie prime critiche - Foto di Enrique da PixabayQuattro filoni di intervento, 50 milioni a disposizione. Parte da queste cifre l’investimento per l’approvvigionamento sostenibile, circolare e sicuro delle materie prime critiche previsto dal REPowerEU, la settima mission del PNRR. 

Cosa prevede il capitolo REPowerEU, la settima Mission del PNRR

L’attenzione verso le materie prime, determinanti per la transizione energetica, è stata ribadita anche dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin a Riyadh, dove si trovava per partecipare al Future Minerals Forum 2024.

L’Italia è pronta a “lavorare in stretta collaborazione con il settore privato, promuovendo nelle regioni produttrici di minerali critici la creazione di catene di approvvigionamento circolari, sicure e sostenibili”. Una collaborazione che dovrebbe fare del nostro Paese “l’hub del Mediterraneo, ponendosi come ponte tra Europa, Africa e Medio Oriente”.

Il ruolo che il Paese intende ritagliarsi nel panorama internazionale passa attraverso il cosiddetto urban mining e l’economia circolare

“L’Italia – ha evidenziato ancora Pichetto a Riyadh - è leader anche nel gestire in modo integrato estrazione ed economia circolare. Ad esempio, per quanto riguarda l’alluminio, il tasso di riciclo in Italia è circa del 74% degli imballaggi, dato tra i più alti al mondo”.

I due fattori chiave per crescere nel settore delle critical raw materials sono contenuti in un investimento previsto dal REPowerEU dal nome piuttosto esplicito: “Approvvigionamento sostenibile, circolare e sicuro delle materie prime critiche”. 

Un investimento che mette a disposizione fondi ad hoc per rafforzare la ricerca e creare un “hub” tecnologico nazionale di eccellenza su economia circolare, ecodesign e “urban mining”.

Cosa prevede il Critical Raw Materials Act, la strategia UE per le materie prime critiche

Cosa prevede il REPowerEU per le materie prime critiche 

L’obiettivo dichiarato nella settima mission del Piano per la ripresa e la resilienza (nella versione approvata dal Consiglio l'8 dicembre), per la precisione dalla misura M7.I8, è sostenere il recupero e il riciclaggio delle materie prime critiche e, dunque, le catene del valore delle critical raw materials e delle tecnologie connesse alla transizione verde. 

L'investimento vale complessivamente 50 milioni di euro e si compone di quattro principali filoni di intervento

Il primo riguarda la progettazione ecocompatibile. Obiettivo di questo filone di intervento è comprendere il fabbisogno di materie prime critiche e il potenziale della progettazione ecocompatibile per ridurre la domanda associata, favorendo un approccio circolare nelle catene di approvvigionamento industriali legate alla transizione energetica. 

Da questo filone di intervento dovrebbe scaturire una relazione che analizza il fabbisogno futuro di materie prime critiche e il potenziale della progettazione ecocompatibile per ridurne la domanda e favorirne la riciclabilità. 

Il secondo filone d’intervento riguarda progetti di ricerca e sviluppo incentrati sulla progettazione ecocompatibile e sul miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclaggio dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti RAEE), comprese le pale delle turbine eoliche e i pannelli fotovoltaici.

Un aspetto, quest’ultimo, particolarmente importante soprattutto se si pensa che, in base al più recente rapporto nazionale elaborato dal Centro di coordinamento Raee, il tasso di raccolta in Italia è pari al 34,01% contro un obiettivo europeo del 65%. Si tratta di dati riferiti al 2022, ma per il 2023 Erion Weee – il consorzio del sistema Erion che gestisce oltre il 60% dei Raee domestici in Italia – anticipa un dato in peggioramento.

Ma torniamo all’investimento previsto dal REPowerEU. Il secondo filone d’intervento, come dicevamo, punta il fare sulle attività di ricerca, sviluppo e innovazione e in particolare su tre filoni:

  • tecnologie, sistemi di informazione e metodi commerciali nuovi o migliorati per il recupero, il riciclaggio e il trattamento dei rifiuti di materie prime critiche e strategiche;
  • integrazione della progettazione ecocompatibile nella fabbricazione di prodotti e sistemi complessi e nei processi di mercato e consumo;
  • ottimizzazione della raccolta e della cernita dei rifiuti urbani e cernita finalizzata a garantire un'offerta costante di materie prime critiche di alta qualità per le operazioni di estrazione mineraria urbana. 

Il terzo intervento previsto dal REPowerEU riguarda l’urban mining, ovvero l’estrazione mineraria urbana. Si tratta di stimare il potenziale delle attività di estrazione mineraria urbana e dei rifiuti già esistenti derivanti dalla cessazione delle attività minerarie. Da questo filone di intervento dovrebbe scaturire una banca dati pubblica che consenta la geolocalizzazione e la visualizzazione della distribuzione di risorse o materiali riciclabili dispersi in ambienti urbani (miniere urbane) nonché dei rifiuti esistenti nelle miniere abbandonate. 

Infine, l’ultimo intervento previsto dal REPowerEU riguarda la creazione o attrezzatura di un polo tecnologico per l'estrazione mineraria urbana e la progettazione ecocompatibile. Il polo consiste in una rete di laboratori che favorirà l'interazione tra imprese private e istituti di ricerca per migliorare il recupero e il riciclaggio dalla catena di approvvigionamento di prodotti complessi a fine vita e materie prime con un basso tasso di riciclaggio a fine vita (End-of-Life Recycling Input Rate, EOL-RIR) connessi alla transizione verde (quali litio, neodimio e silicio metallico). Da questo filone di intervento dovrebbe scaturire l'attrezzatura di tali laboratori.

Foto di Enrique da Pixabay