Le nuove scadenze per il riversamento del tax credit Ricerca e Sviluppo

Foto di Michael Schüler da PixabayL’Agenzia delle Entrate ha fissato i nuovi termini entro cui le imprese possono restituire spontaneamente il credito d’imposta ricerca e sviluppo fruito indebitamente (il c.d. riversamento del credito d’imposta). La disposizione è in linea con quanto già previsto dal DL 145/2023.

Guida al credito d'imposta Ricerca e Sviluppo

A spiegare la ratio del provvedimento del 29 marzo 2024, è la stessa Agenzia delle entrate. L’atto, infatti, aggiorna i termini contenuti in un precedente provvedimento (quello del 1° giugno 2022) e approva il modello per il riversamento spontaneo del credito d’imposta ricerca e sviluppo, insieme alle istruzioni e alle specifiche tecniche, in linea con quanto previsto dall’articolo 5, comma 1-bis del DL 145/2023

Il provvedimento fa parte di un più ampio mosaico di norme e procedure volte a disciplinare il tax credit R&S che hanno visto la luce o preso il via negli ultimi mesi.

Da un lato troviamo, infatti, il sistema di certificazione preventiva dell’ammissibilità degli investimenti di un’impresa, operativo da metà febbraio con l'istituzione dell’Albo dei certificatori del bonus ricerca e sviluppo: un elenco di imprese ed esperti chiamati a certificare che gli investimenti previsti da un’impresa siano davvero qualificabili come attività di ricerca e sviluppo e pertanto ammissibili al tax credit.

Dall’altro il Decreto Salva-costi appena approvato dal Governo (il DL 39/2024) interviene sul lato della quantificazione economica degli investimenti previsti, prevedendo la necessità di una seconda certificazione ex-ante relativa al valore degli investimenti previsti, e quindi del credito d’imposta eventualmente spettante, questa volta però al fine di mettere maggiormente in sicurezza la spesa pubblica.

Tre procedure parzialmente distinte tra loro ma che fanno perno sullo stesso incentivo: il credito d’imposta ricerca e sviluppo.

Che cos’è il riversamento del credito d’imposta Ricerca e Sviluppo

Prevista dal DL 146/2021, la procedura di riversamento spontaneo permette di regolarizzare (senza pagare sanzioni e interessi) gli indebiti utilizzi in compensazione del credito d'imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo.

“Si tratta - spiega l’Agenzia delle Entrate - di una procedura riservata ai soggetti che intendono riversare il credito maturato in uno o più periodi di imposta a decorrere da quello successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019 e utilizzato indebitamente in compensazione alla data di entrata in vigore del decreto ovvero al 22 ottobre 2021”.

La ratio della misura risiede nel numero non irrilevante di imprese che, una volta ottenuto il tax credit ricerca e sviluppo (R&S), si rendono conto che non ne avevano diritto per una serie di motivi.

Come spiega infatti il Fisco, possono beneficiare della regolarizzazione, coloro che:

  • a) hanno realmente svolto, sostenendo le relative spese, attività in tutto o in parte non qualificabili come attività di ricerca o sviluppo ammissibili nell’accezione rilevante ai fini del credito d’imposta;
  • b) hanno applicato il comma 1-bis dell’articolo 3 del decreto, in maniera non conforme a quanto dettato dalla diposizione d’interpretazione autentica recata dall’articolo 1, comma 72, della legge 30 dicembre 2018, n. 145;
  • c) hanno commesso errori nella quantificazione o nell’individuazione delle spese ammissibili in violazione dei principi di pertinenza e congruità;
  • d) hanno commesso errori nella determinazione della media storica di riferimento.

Per loro, è stata messa in piedi una procedura che prevede la presentazione di un’istanza all’Agenzia delle Entrate per la restituzione del tax credit fruito indebitamente, senza subire sanzioni o pagare interessi.

L’impresa dovrà quindi procedere con la regolarizzazione fattiva del beneficio indebitamente fruito, riversando l’importo (in un’unica soluzione o in tre rate annuali di pari importo) mediante il modello F24 Elide.

Con il provvedimento del 29 marzo 2024 l'Agenzia delle Entrate fa chiarezza sulle scadenze di ciascun passaggio della procedura di riversamento del credito d’imposta, mutuando le date dal DL 145/2023 che aveva armonizzato le deadline con quelle del sistema di certificazione preventiva degli investimenti che vogliono accedere al tax credit. 

In tale contesto, il termine ultimo per la presentazione della domanda di accesso alla procedura diventa il 30 luglio 2024 (invece del 30 novembre 2023).

Il provvedimento modifica anche le altre scadenze della disciplina, che pertanto diventano:

  • il 16 dicembre 2024, per il versamento in unica soluzione o per il versamento della prima rata;
  • il 16 dicembre 2025, per il versamento della seconda rata;
  • il 16 dicembre 2026, per il versamento della terza ed ultima rata.

Infinem il provvedimento del 29 marzo 2024 approva anche il nuovo modello di domanda e aggiorna le relative specifiche tecniche.

Foto di Michael Schüler da Pixabay